Alain Prost: le frasi celebri del Professore della Formula 1

  • Commenti disabilitati su Alain Prost: le frasi celebri del Professore della Formula 1
  • Autori / Sportivi

Alain Prost è nato a Lorette il 24 febbraio 1955 ed è un ex pilota automobilistico francese tra i più forti della storia della Formula Uno. Lungo la sua carriera ha vinto 51 Gran Premi ed è stato quattro volte campione del Mondo. In pista ha dato vita a duelli celebri, scrivendo un pezzo di storia sportiva dei motori. Ha battagliato con Niki Lauda, Nigel Mansell e Nelson Piquet, ma soprattutto con un’altra leggenda, Ayrton Senna.

Di seguito è stato stilato un elenco di frasi famose di Alain Prost, il Professore della Formula Uno.

I piloti sono uomini e gli uomini sono figli del tempo.

Corro per me stesso e per la Renault, non per la Francia, perché la Francia non ha mai corso per me.

Il mio sport è molto pericoloso, bisogna avere fortuna, purtroppo ho perso degli amici, l’ultimo Ayrton Senna.

Guidare una Formula Uno è adrenalina pura, scarichi violenti, paura, eccitazione, riflessi sotto vuoto spinto, difficoltà continue.

Senna dice che crede in Dio… Probabilmente è tanto convinto da pensare di essere immortale, altrimenti non farebbe quello che fa.

Ai miei tempi, all’ultimo giro poteva capitare una grande fumata e uno si ritirava, perdendo tutto.

Io sono stato due anni in Italia. Uno è stato bellissimo, l’altro tremendo. Ci sono caratteristiche uniche da voi. Serve un comportamento più lineare, con meno sbalzi d’umore.

La morte di Senna? Mi sentii come se avessi lasciato la Formula 1 un’altra volta. Dopo non ho mai più visto il nostro sport nella stessa maniera.

Sono passati tanti anni e mi accorgo che io e Ayrton manteniamo la stessa popolarità. Perché nelle nostre sfide abbiamo scritto alcune delle più belle pagine di questo sport. È stata una perdita irreparabile, che fa ancora male. Non si può dimenticare.

Oggi, che piova o che non piova, i piloti arrivano al paddock su automobili gigantesche e con i vetri oscurati, che passano attraverso posti di blocco, barriere e transenne; non incontrano nessuno, non parlano con nessuno, hanno un aiutante che tiene l’ombrello e un altro che risponde al telefonino. Vorrebbero essere isolati, invece sono soli.