Alessandro Manzoni, le frasi celebri del ‘padre’ della lingua italiana

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Alessandro Manzoni è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo italiano vissuto tra il 1785 e il 1873. Considerato il più grande narratore della storia della letteratura italiana, l’autore gettò le basi per lo sviluppo del romanzo moderno. Il suo celebre romanzo I promessi sposi è considerato un caposaldo della letteratura italiana e non solo.

Tra le sue opere spiccano anche le odi Il cinque maggio, Marzo 1821 e le tragedie Adelchi e Il conte di Carmagnola.

Ecco di seguito la frasi più belle tratte dalle opere e gli scritti di Alessandro Manzoni.

Non sempre ciò che vien dopo è progresso.

Fu vera gloria? Ai posteri | l’ardua sentenza.

Spegnere il lume è un mezzo opportunissimo per non veder la cosa che non piace, ma non per veder quella che si desidera.

Sarebbe uno di que’ casi tristi e non rari, in cui uomini tutt’altro che inclinati a mentire, volendo levar la forza a qualche errore pernicioso, e temendo di far peggio col combatterlo di fronte, hanno creduto bene di dir prima la bugia, per poter poi insinuare la verità.

Gola e vanità, due passioni che crescono con gli anni.

Il pittore di ritratti è come lo scrivano, obbligato a copiare l’altrui scritto, senza poterlo correggere quando è sbagliato.

Chi ti ha dato il comando ti promette egli il soccorso.

Confida tanto più, quanto più ti senti debole, perché il Signore non manca a chi si conosce e prega.

Il principio, di necessità tanto più indeterminato quanto più esteso mi sembra poter essere questo: che la poesia e la letteratura in genere debba proporsi l’utile per iscopo, il vero per soggetto e l’interessante per mezzo.

Il raziocinio è un lume che uno può accendere, quando vuole obbligar gli altri a vedere, e può soffiarci sopra, quando non vuol più veder lui.

Liberi non sarem se non siamo uni.

Trovo la cosa la più inutile la diplomazia. Gli ambasciatori non sono che spie messe a origliare nelle anticamere di quelle potenze che si chiamano amiche.

Viene, nelle cose grandi, come nelle piccole, un momento in cui ciò che, essendo accidentale e fattizio, vuol perpetuarsi come naturale e necessario, è costretto a cedere all’esperienza, al ragionamento, alla sazietà, alla moda, a qualcosa di meno, se è possibile, secondo la qualità e l’importanza delle cose medesime; ma questo momento dev’esser preparato.

La menzogna, l’abuso del potere, la violazion delle leggi e delle regole più note e ricevute, l’adoprar doppio peso e doppia misura, son cose che si posson riconoscere anche dagli uomini negli atti umani; e riconosciute, non si posson riferire ad altro che a passioni pervertitrici della volontà.

Ci par di vedere la natura umana spinta invincibilmente al male da cagioni indipendenti dal suo arbitrio, e come legata in un sogno perverso e affannoso, da cui non ha mezzo di riscotersi, di cui non può nemmeno accorgersi.

L’operar senza regole è il più faticoso e difficile mestiere di questo mondo.

Non si lavora a fare e ritagliar finimenti al cavallo che si vuol lasciar correre a suo capriccio; gli si leva le briglie, se l’ha.

È men male l’agitarsi nel dubbio, che il riposar nell’errore.

Non dico, per non affermar troppo più di quello che so; benché, dicendolo, non temerei d’affermar più di quello che è.

È un giudizio della più rea e stolta temerità l’affermare d’alcun uomo vivente, che non lo sia, l’escluderne uno solo dalla speranza nelle ricchezze delle misericordie di Dio.

La maldicenza rende peggiore chi parla e chi ascolta, e per lo più anche chi n’è l’oggetto.

Il dubbio parziale e accidentale limita la scienza: il dubbio universale e necessario la nega.

Il Dio che atterra e suscita, | Che affanna e che consola.

Il vero male per l’uomo non è quello che soffre, ma quello che fa.

La modestia è una delle più amabili doti dell’uomo superiore: si osserva comunemente che essa cresce a misura della superiorità: e questa si spiega benissimo con le idee della religione. La superiorità non è altro che un grande avanzamento nella cognizione e nell’amore del vero: la prima rende l’uomo umile, e il secondo lo rende modesto.