Arthur Conan Doyle: le migliori frasi dell’inventore di Sherlock Holmes

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Arthur Conan Doyle è stato un celebre scrittore scozzese vissuto tra il 1859 e il 1930. L’autore è considerato il padre del romanzo fantastico e del genere giallo. Lo scrittore è considerato in particolare l’iniziatore del cosiddetto ‘giallo deduttivo’, reso famoso dai romanzi con protagonista il celebre investigatore Sherlock Holmes.

Nel corso della sua lunga e prolifica carriera, sir Arthur Conan Doyle ha firmato romanzi diventati celebri come Uno studio in rosso, Il segno dei quattro, Il mastino dei Baskerville e La valle della paura.

Ecco di seguito si riporta una raccolta con le frasi più belle e le citazioni più famose di Arthur Conan Doyle.

È facile per chi sta al sole predicare a chi sta nell’ombra.

Tra il grottesco e l’orribile non vi è che un passo.

Una volta eliminato l’impossibile ciò che rimane, per quanto improbabile, dev’essere la verità.

Senza immaginazione la paura non esiste.

Le nostre idee devono essere grandiose quanto la natura, se devono interpretare la natura stessa.

Il ripudio delle nostre stesse parole è il più grande sacrificio che ci viene richiesto dalla verità.

Dicono che il genio consista in un’illimitata capacità di aver cura dei dettagli.

Il lavoro è il miglior antidoto alla tristezza.

Due fiumi possono avere la stessa sorgente, eppure possono essere uno limpido e l’altro torbido.

Non c’è nulla di più innaturale dell’ovvio.

Voi conoscete il mio metodo: si basa sull’osservazione dei dettagli.

Il mondo è pieno di cose ovvie che nessuno si prende mai la cura di osservare.

Non faccio eccezioni. Un’eccezione dimostra la falsità della regola.

La prova principale della vera grandezza di un uomo consiste nella percezione della propria piccolezza.

Il modo migliore per recitare una parte è quello di viverla.

Le piccole cose sono infinitamente le più grandi.

Il tocco supremo dell’artista è sapere quando fermarsi.

Non posso vivere se non faccio lavorare il cervello. Quale altro scopo c’è nella vita?

È uno strano fisico, il mio, Non ricordo di essermi mai sentito stanco per il lavoro, e invece l’ozio mi sfinisce.

Ciò che un uomo può inventare, un altro può scoprire.