Arthur Schopenhauer, il pessimista: le frasi più celebri del filosofo di Danzica

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Arthur Schopenhauer è stato un celebre filosofo tedesco. Vissuto tra il 1778 e il 1860, Schopenhauer è stato uno dei più grandi ed influenti pensatori del XIX secolo. Le sue teorie filosofiche, caratterizzate da un grande pessimismo, hanno subito la forte influenza delle dottrine orientali ma anche dei principi dell’Illuminismo e del Romanticismo.

La sua opere più importante, Il mondo come volontà e rappresentazione, racchiude il pensiero del filosofo che fu un accanito anti-idealista e si oppose fermamente alle idee di Hegel che arrivò a definire ‘un ciarlatano’.

Ecco di seguito un ricco elenco con le frasi più belle di Arthur Schopenhauer.

La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare.

La bellezza è una lettera aperta di raccomandazione che ci guadagna i cuori anticipatamente.

Chi non ama la solitudine non ama la libertà.

Le altre parti del mondo hanno le scimmie; l’Europa ha i francesi. La cosa si compensa.

Gli amici si dicono sinceri, ma in realtà sinceri sono i nemici.

Il fatto d’affettare una qualità, di vantarsene, è confessare di non possederla.

Desiderare l’immortalità è desiderare la perpetuazione in eterno di un grande errore.

L’uomo volgare non si preoccupa che di passare il tempo, l’uomo di talento che d’impiegarlo.

Il mondo è la volontà che conosce se stessa.

Il sigaro è per l’uomo limitato un gradito surrogato dei pensieri.

La sorte può cangiare, ma la nostra propria qualità è immutabile.

La lontananza che impiccolisce gli oggetti per l’occhio, li ingrandisce per il pensiero.

Chi è amico di tutti non è amico di nessuno.

L’onore è la coscienza esterna, e la coscienza l’onore interno.

È certo che un uomo può fare ciò che vuole, ma non può volere che ciò che vuole.

Le Upaniṣad sono state la consolazione della mia vita, e saranno la consolazione della mia morte.

La ricchezza è come l’acqua salata: più se ne beve, più cresce la sete; lo stesso succede della gloria.

L’uomo è per sua natura incline a refuggire dal dolore, e pertanto si sposta verso situazioni più serene.

Ciò che un individuo può essere per un altro è molto strettamente limitato; ciascuno finisce col restar solo.

Il pazzo corre dietro ai piaceri della vita e non trova che disinganni; il saggio evita i mali.

Salvo rare eccezioni non v’ha scelta nel mondo tra l’isolamento e la volgarità.

Il mondo è solo una mia rappresentazione.

Non v’è rosa senza spine, ma vi sono parecchie spine senza rose!

Alla fine tutti quanti siamo e restiamo soli.

La mancanza di beni a cui un uomo non ha mai sognato d’aspirare, non può affatto privarlo di qualche cosa.

D’ordinario sono semplicemente le loro stesse stupidaggini che la gente chiama destino.

Infatti una mente ottusa è sempre accompagnata da impressioni grossolane e da una certa mancanza d’irritabilità.

La lontananza e la lunga assenza portano danno a qualunque amicizia, sebbene non lo si confessi volentieri.

Gli uomini somigliano a orologi che vengono caricati e camminano, senza sapere il perché.

L’invidia è naturale all’uomo, e tuttavia costituisce in un tempo stesso un vizio ed un’infelicità.

Tutto quello che accade, dalle più grandi alle più piccole cose, accade necessariamente.

La disposizione e la condotta degli uomini cangiano altrettanto presto quanto il loro interesse.

L’uomo sposato porta sulle spalle tutto il peso della vita, quello non sposato solo la metà.

Chi vuole che la sua opinione trovi credito deve enunciarla freddamente e spassionatamente.

Volere il meno possibile e conoscere il più possibile è la massima che ha guidato la mia vita.

L’uomo è in fondo un animale selvaggio e feroce.

Chi ama la verità odia gli dèi, così al singolare come al plurale.

Tutte le donne, con rare eccezioni, sono inclini allo sperpero.

Il matrimonio è una trappola che la natura ci tende.

Alle donne come ai preti non va fatta nessuna concessione.

Matrimonio = guerra e necessità; vita da single = pace e prosperità.

Le donne sono sexus sequior, il secondo sesso, che da ogni punto di vista è inferiore al sesso maschile.

Il coito è soprattutto affare dell’uomo, la gravidanza, invece, solo della donna.

Come la seppia, la donna si avviluppa nella dissimulazione e nuota a suo agio nella menzogna.

La bellezza dei ragazzi sta a quella delle ragazze come la pittura a olio sta a quella a pastello.

Sposarsi significa fare il possibile per venirsi a nausea l’uno all’altro.

Tra ciò che uno ha non ho annoverato la moglie e i figli, poiché da questi è meglio dire che si è posseduti.

Le leggi matrimoniali europee assumono la donna come equivalente all’uomo: partono, dunque, da un presupposto sbagliato.

Quando le leggi concessero alle donne gli stessi diritti degli uomini, avrebbero anche dovuto munirle di un’intelligenza maschile.

Tutti i giornalisti sono, per via del mestiere che fanno, degli allarmisti: è il loro modo di rendersi interessanti.

Ma nulla si conosce interamente finché non vi si è girato tutt’attorno per arrivare al medesimo punto provenendo dalla parte opposta.

La salute sopratutto prevale talmente sui beni esteriori che in verità un mendicante sano è più felice di un re malato.

Si capirà egualmente che in presenza di imbecilli o di pazzi non v’ha che una sola maniera di mostrare che si è forniti di ragione: cioè non parlare con essi.

Quanto più il nostro cerchio di visione, di azione e di contatto è ristretto, tanto più siamo felici; e più esso è vasto, più ci troviamo tormentati ed inquieti.

La solitudine offre all’uomo altolocato intellettualmente due vantaggi: il primo d’esser con sé, il secondo di non esser con gli altri.

Esteriormente il bisogno e la privazione generano il dolore; per contraccambio, gli agi e l’abbondanza fanno nascere la noia.

Considerata dal punto di vista della gioventù l’esistenza è un avvenire infinitamente lungo: da quello della vecchiezza un passato assai corto.

La differenza fondamentale tra la gioventù e la vecchiaja rimane sempre questa: la prima ha in prospettiva la vita, la seconda la morte.

Mentre per l’uomo comune il proprio patrimonio conoscitivo è la lanterna che illumina la strada, per l’uomo geniale è il sole che rivela il mondo.

La vita negli anni della vecchiaia assomiglia al quinto atto di una tragedia: si sa che la fine tragica è vicina, ma non si sa ancora quale sarà.

La così detta buona società apprezza i meriti di qualsivoglia specie, salvo i meriti intellettuali; questi anzi non vi entrano che di contrabbando.

Colui che crede che nel mondo i diavoli non vadano mai senza corna e i pazzi senza sonagli sarà sempre loro preda o loro zimbello.

Quando il mondo sarà divenuto tanto onesto da non impartire alcuna istruzione religiosa ai fanciulli prima dei quindici anni, si potrà sperarne qualcosa.

Se Dio ha fatto questo mondo, io non vorrei essere Dio; l’estrema miseria del mondo mi dilanierebbe il cuore.

Verrà il tempo in cui la dottrina di un Dio-creatore sarà in metafisica riguardata come ora in astronomia quella degli epicicli.

Vi è dunque, nel cuore di ogni uomo, una belva, che attende solo il momento propizio per scatenarsi e infuriare contro gli altri.

Il medico vede l’uomo in tutta la sua debolezza; il giurista in tutta la sua malvagità; il teologo in tutta la sua stupidità.

Il talento coglie un bersaglio che nessun altro riesce a colpire; il genio coglie un bersaglio che nessun altro riesce a vedere.

Nella vita le cose passano come nel giuoco degli scacchi; noi ci facciamo un piano: questo però rimane subordinato a quanto piacerà fare nella partita all’avversario, e nella vita al destino.

L’Eldorado è sulla terra. Con l’Italia si vive come con un’amante, oggi in furibondo litigio, domani in adorazione; con la Germania invece come con una donna di casa, senza grosse arrabbiature ma senza grande amore.

I casi della nostra vita hanno anche simiglianza colle figure del caleidoscopio: ad ogni giro vediamo qualche combinazione nuova mentre in realtà abbiamo sotto gli occhi sempre la stessa cosa.

La sua vita oscilla quindi come un pendolo, di qua e di là, tra il dolore e la noia, che sono in realtà i suoi veri elementi costitutivi.

Davanti a un’opera d’arte bisogna comportarsi come di fronte a un principe, e mai prendere la parola per primi. Altrimenti, si rischia di sentire soltanto la propria voce.

Non ho ancora detto la mia ultima parola sulle donne: credo che, se una donna riesce a sottrarsi alla massa, e quindi a sollevarsi al di sopra di essa, è destinata a crescere continuamente, molto più di un uomo.

L’antichissima sapienza indiana dice: “È Maya, il velo ingannatore, che avvolge gli occhi dei mortali e fa loro vedere un mondo del quale non può dirsi né che esista, né che non esista; perché ella rassomiglia al sogno, rassomiglia al riflesso del sole sulla sabbia, che il pellegrino da lontano scambia per acqua; o anche rassomiglia alla corda gettata a terra, che egli prende per un serpente”.

Ogni miserabile babbeo, che non abbia al mondo nulla di cui poter essere orgoglioso, si appiglia all’ultima risorsa per esserlo, cioè alla nazione cui appartiene: in tal modo egli si rinfranca ed è ora pieno di gratitudine e pronto a difendere con le unghie e con i denti tutti i difetti e tutte le stoltezze caratteristiche di quella nazione.