Bill Gates, le frasi celebri del grande informatico

William Henry Gates III, più semplicemente conosciuto come Bill Gates, è un imprenditore, informatico e filantropo americano. Fondatore e amministratore di Microsoft, il celebre miliardario è tra gli uomini più ricchi al mondo. Secondo la rivista Forbes nel 2018 il suo patrimonio ammontava a 90 miliardi di dollari.

Nel 1994 Gates ha sposato Melinda French con la quale nel 2000 ha dato vita alla Fondazione Bill e Melinda Gates, organizzazione umanitaria che si occupa di curare popolazioni in diversi paesi del Terzo Mondo e promuovere sviluppo nelle aree depresse della Terra.

In questa pagina troverete alcune celebri frasi di Bill Gates.

Ci saranno due tipi di imprese nel XXI secolo. Quelle che sono su internet e quelle che non esistono più.

La mia ambizione è sempre stata quella di fare dei sogni realizzabili.

Nel futuro vedo un computer su ogni scrivania e in ogni casa.

Se non puoi battere il nemico… Compralo.

Non confrontarsi con nessuno in questo mondo vuol dire insultare se stessi.

Servire birra o pizza non toglie dignità. I tuoi nonni lo chiamavano in un altro modo: opportunità.

Il successo è un insegnante schifoso. Seduce le persone brillanti facendole pensare che non possono perdere.

Il DNA è come un programma per computer, ma molto, molto più avanzato rispetto a qualsiasi software mai creato.

Se sei nato povero non è colpa tua, ma se muori povero è colpa tua.

L’iPod? Una moda passaggera che presto finirà.

Se oggi vado a letto non avendo fatto niente di nuovo rispetto a ieri, allora oggi è stato sprecato.

La Cina ha adottato un sistema capitalistico nel 1980, ed è passata da un tasso di povertà del 60% al 10%.

Il software è una grande combinazione tra arte e ingegneria.

Il computer è nato per risolvere problemi che non esistevano.

Lo spam sarà un ricordo del passato entro 2 anni.

I vostri clienti più insoddisfatti sono la vostra più grande fonte di apprendimento.

Più il pianeta diventa ricco, più consuma; più consuma carne, più si condanna all’estinzione.

Il mondo non è piatto e i computer non sono, nella gerarchia dei bisogni umani, nei primi cinque posti.

Il mio sogno per il mondo: eliminare la fame in 20 anni.

Sono entusiasta. Vorrei poter vivere centinaia di anni e credo che dal punto di vista della salute, dell’energia, delle materie prime stiamo imparando solo ora a sfruttare al meglio le possibilità che esistono.

Io sono stato fortunato a lavorare per una rivoluzione alla quale Microsoft ha contribuito insieme a moltissime altre società, comprese Apple e Google.

Io non pensavo a comandare: mi sono limitato a mettere insieme al meglio gli ingegneri e i tecnici, per svolgere un lavoro innovativo.

All’Università non ho passato alcuni esami in diverse occasioni. I miei amici invece si. Ora loro sono ingegneri e lavorano alla Microsoft. Io ne sono proprietario.

Le aziende subiranno più cambiamenti nei prossimi dieci anni di quanti ne abbiano sperimentati negli ultimi cinquanta.

A diciannove anni avevo già una mia visione del futuro: su quella visione ho costruito la mia carriera e, alla luce di quanto è poi accaduto, ho avuto ragione.

L’autostrada informatica trasformerà la nostra cultura tanto drasticamente quanto l’invenzione della stampa di Gutenberg ha trasformato quella del Medio Evo.

Sceglierò sempre una persona pigra per svolgere un compito difficile, perché troverà un modo semplice per risolverlo.

La cosa più bella di un computer portatile e che, per quanta roba tu ci possa mettere dentro, non diventa più grande o più pesante.

Il computer sarà più di un oggetto da portare con noi o di uno strumento da acquistare: sarà il nostro passaporto per una nuova vita mediatica.

Penso che il più grande assassino di una società, in particolare in settori in rapida evoluzione come la nostra, è il rifiuto di adattarsi al cambiamento.

La maggior parte delle persone sopravvalutano quello che possono fare in un anno e sottovalutano ciò che possono fare in dieci anni.

Ho amato la mia Microsoft, mi ha preparato per quello che sto facendo ora. Allo stesso modo in cui ho avuto modo di vedere le rivoluzioni del PC e di internet, ora vedo i tassi di mortalità infantile scendere.

Poco prima che morisse, con Steve Jobs parlammo di “Two of Us” dei Beatles, di come quella canzone raccontasse delle cose vere sul nostro rapporto. Tu ed io abbiamo ricordi più lunghi della strada davanti a noi.

Da giovane Steve Jobs era molto concentrato sul lavoro; negli anni della malattia si era molto addolcito: con lui potevo parlare, finalmente, delle nostre vite, dei nostri bambini.

Cos’è più importante, la connettività mondiale o il vaccino per la malaria? […] Amo ancora le vicende IT, ma se vogliamo migliorare le nostre vite dobbiamo occuparci di questioni ben più elementari come la sopravvivenza dei bambini e le risorse alimentari.

Il computer più nuovo al mondo non può che peggiorare, grazie alla sua velocità, il più annoso problema nelle relazioni tra esseri umani: quello della comunicazione. Chi deve comunicare, alla fine, si troverà sempre a confrontarsi con il solito problema: cosa dire e come dirlo.

Verrà un giorno, e non è molto lontano, in cui potremo concludere affari, studiare, conoscere il mondo e le sue culture, assistere a importanti spettacoli, stringere amicizie, visitare i negozi del quartiere e mostrare fotografie a parenti lontani, tutto senza muoverci dalla scrivania o dalla poltrona.

La maggior parte dei miei soldi, direi oltre il 95 per cento, non è necessaria per sostenere le spese né della mia famiglia né dei miei figli. E quindi ho la possibilità e l’opportunità di restituire questo denaro alla società, per accelerare l’innovazione a favore dei più poveri.

La gente non percepisce il progresso graduale che sta avvenendo nella salute e nella nutrizione nel mondo perché sente sempre parlare di disastri e di passi indietro, ma basterebbe ragionare sul fatto che morivano 20 milioni di bambini ogni anno e oggi siamo scesi a sei milioni e mezzo.