Dino Buzzati, le frasi celebri dello scrittore e giornalista

  • Commenti disabilitati su Dino Buzzati, le frasi celebri dello scrittore e giornalista
  • Autori / Scrittori

Dino Buzzati è stato un celebre scrittore e giornalista italiano. L’autore iniziò la sua carriera giornalistica quando era ancora uno studente, collaborando con il Corriere della Sera. Considerato uno dei più importanti scrittori fantastici del Novecento italiano, Buzzati ha firmato opere celebri come Il deserto dei Tartari e Un amore.

L’autore è stato anche un talentuoso pittore e nel corso della sua carriera ha realizzato dipinti che richiamano lo stile del Surrealismo e del Simbolismo.

Si riporta un ricco e variegato elenco con alcune delle più frasi più belle tratte dalle opere di Dino Buzzati.

Il Sessantotto? Una creti­neria bell’e buona.

Un po’ più in là della tua solitudine, c’è la persona che ami.

Com’è curiosa la gente vista dal di fuori quando non si accorge di essere osservata.

Che peso, la presenza di Dio per chi non la desidera.

Il conformismo è una forza tremenda, piú potente dell’atomica.

A una certa età tutti voi, uomini, cambiate. Non rimane più niente di quello che eravate da piccoli. Diventate irriconoscibili.

Una specie di demonio si aggira dunque per la città, invisibile, e sta forse preparandosi a nuovo sangue.

A una certa età sperare costa grande fatica, non si ritrova più la fede di quando si aveva venti anni.

L’uomo non sa accettare la vita nel suo nocciolo di casualità e di attesa. Paradossalmente vuole tutto e subito, ma arriva tardi o nel momento sbagliato.

E di innumerevoli afflizioni è generoso il mondo, ma i morsi dell’invidia sono tra le ferite più sanguinose, profonde, difficili, da rimarginare e complessivamente degne di pietà.

Era andato a vivere nel cuore della metropoli dove massima è la solitudine dei cuori e più forte è la tentazione di Dio.

Eppure il tempo soffiava; senza curarsi degli uomini passava su e giù per il mondo mortificando le cose belle; e nessuno riusciva a sfuggirgli, nemmeno i bambini appena nati, ancora sprovvisti di nome.

A un certo punto, istintivamente, ci si volta indietro e si vede che un cancello è stato sprangato alle spalle nostre, chiudendo la via del ritorno.

L’opportunismo e l’arrivi­smo filo-marxista dei miei colleghi mi fa venire il vomito, e come primo impulso mi fa diventare assertore della monarchia assoluta.

Ciascuno di noi forse porta scritta in una recondita particella del corpo, la propria finale condanna. Ma perché andare determinatamente a disseppellirla?

Nel sogno c’è sempre qualcosa di assurdo e confuso, non ci si libera mai della vaga sensazione ch’è tutto falso, che un bel momento ci si dovrà svegliare.

Ho visto correre il tempo, ahimè, quanti anni e mesi e giorni, in mezzo a noi uomini, cambiandoci la faccia a poco a poco.

Io voglio ricordarmi di essere stato. Divenire un’anima felice che ignora di essere stato Dino Buzzati, è una fregatura.

L’alpinismo Chi ha dato tanto alla montagna, chi per la montagna ha rischiato con tanto accanimento la vita, a questo amore resterà legato per sempre.

Può darsi che per colpa del mio dannato carattere, io muoia solo come un cane in fondo ad un vecchio e deserto corridoio.

L’ora miracolosa che almeno una volta tocca a ciascuno. Per questa eventualità vaga, che pareva farsi sempre più incerta col tempo, uomini fatti consumavano lassù la migliore parte della vita.

Forse tutto è così, crediamo che attorno a noi ci siano creature simili a noi e invece c’è il gelo, pietre che parlano una lingua straniera, stiamo per salutare l’amico, ma il braccio ricade inerte, il sorriso si spegne, perché ci accorgiamo di essere completamente soli.

A Milano, diciamo la verità, i cani hanno oramai raggiunto una solida posizione morale. Noi gatti, come categoria sociale, siamo quasi completamente trascurati. Noi siamo i tipi poco raccomandabili, noi siamo gli zingari, noi siamo i fuori legge, ecco in che conto ci tenete, a Milano, come regola generale.

E non nego che, sotto certi punti di vista, io, privatamente, possa essere anche considerato reazionario: in molte cose io sono attaccato alle vecchie cose, alla tradizione, piuttosto che alle cose del domani. Né sono uno che smania perché da domani mattina si scateni la rivoluzione per le strade, no, questo no.

Da qualche tempo mi tremano le mani, la calligrafia è diventata quella di un vecchio: io lo sento questo tremito sgorgarmi fuori dalle profondità dell’anima e del corpo dove si è annidata lei e ride vittoriosa assaporando la sua dominazione su di me, ben sapendo di farmi impazzire.