Ennio Flaiano, le frasi dello scrittore e giornalista italiano

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Ennio Flaiano è stato uno scrittore e giornalista italiano vissuto tra il 1910 e il 1972. Nel corso della sua carriera ha collaborato con importanti testate come Oggi, il Corriere della Sera, L’Europeo, L’Espresso e Il Mondo. Flaiano è stato anche un importante sceneggiatore.

Tra le sue collaborazioni più importanti quella con Federico Fellini. Insieme al celebre regista riminese, l’autore ha lavorato alla stesura di sceneggiature di pellicole come La strada, La dolce vita e . Con il suo romanzo più famoso, Tempo di uccidere, è stato il primo vincitore del Premio Strega nel 1947.

Ecco di seguito riportate alcune delle frasi più belle tratte dalle opere di Ennio Flaiano.

Detesto chi fa i baffi alla Gioconda, ma non ho niente da dire a chi la prende a pugnalate.

L’Italia è un paese dove sono accampati gli italiani.

Chi rifiuta il sogno deve masturbarsi con la realtà.

Il peggio che può capitare a un genio è di essere compreso.

L’unico modo di trattare una donna alla pari è desiderarla come uomo.

Afflitto da un complesso di parità. Non si sente inferiore a nessuno.

La pornografia è noiosa perché fa del pettegolezzo su un mistero.

Sei stato condannato alla pena di vivere. La domanda di grazia, respinta.

L’avarizia è la forma più sensuale di castità.

Il mio gatto fa quello che io vorrei fare, ma con meno letteratura.

Aspettando tempi migliori, che non vengono mai.

Chi mi ama mi preceda.

Noi viviamo, grazie a Dio, in un’epoca senza fede.

Bergman: tanto silenzio per nulla.

Si battono per l’Idea, non avendone.

Antonioni: Tempesta in un bicchier d’acqua minerale.

La pubblicità unisce sempre l’inutile al dilettevole.

La religione è finita. Non c’è più nessuno che si vanti di aver portato a letto una suora.

Pasolini vuol soltanto morire in odore di pubblicità.

L’immaginazione al potere. Ma quale immaginazione accetterà di restarvi?

Quando certi uomini di teatro sollecitano la partecipazione viva del pubblico ai loro spettacoli dovrebbero meditare sui pericoli cui vanno incontro.

Tutto ciò che è fuori della letteratura, all’inverso, è propaganda, od ossequio alla moda.

Le dittature hanno questo di buono, che sanno farsi amare.

Il tiranno più amato è quello che punisce per una sua esclusiva ragione, la ragione che riguarda la propria esistenza.

In Italia infatti la linea più breve tra due punti è l’arabesco. Viviamo in una rete d’arabeschi.

Ci sono molti modi di arrivare, il migliore è di non partire.

Il traffico ha reso impossibile l’adulterio nelle ore di punta.

L’Inferno di Dante è pieno di italiani che rompono i coglioni agli altri.

J. P. Sartre: passa l’esistenza a entrare e a uscire dal partito comunista.

Per molti l’italiana non è una nazionalità, ma una professione.

I capolavori oggi hanno i minuti contati.

Il vero psicanalista delle donne è il loro parrucchiere.

La crisi della cultura. C’è sempre stata: Shakespeare non sapeva il greco e Omero non sapeva l’inglese.

I versi del poeta innamorato non contano.

Nell’amore di gruppo c’è almeno il vantaggio che uno può dormire.

In amore gli scritti volano e le parole restano.

Quando l’uomo non ha più freddo, fame e paura è scontento.

Devoto: Fra 30 anni l’Italia sarà non come l’avranno fatta i governi, ma come l’avrà fatta la televisione.

I fascisti sono una trascurabile maggioranza. Un giorno il fascismo sarà curato con la psicoanalisi.

L’italiano è una lingua parlata dai doppiatori.

La civiltà del benessere porta con sé proprio l’infelicità.

La stupidità degli altri mi affascina, ma preferisco la mia.

Ci deve essere qualcosa di più noioso dei libri che si scrivono sulla Cina: la Cina stessa.

Hong Kong, ovvero la Cina vista dal buco della serratura.

Capire la Cina non è soltanto impossibile, ma inutile.

Ormai non desidero che ciò che mi offrono ripetutamente.

Si può chiedere tutto e l’avrai, poco e non l’avrai.

Sognatore è un uomo con i piedi fortemente appoggiati sulle nuvole.

L’amore è una cosa troppo importante per lasciarla fare agli amanti.

Un giovane va incontro alla vita: cioè, è la vita che da dietro lo spinge.

Un libro sogna. Il libro è l’unico oggetto inanimato che possa avere sogni.

I grandi premi non vengono mai dati allo scrittore, ma ai suoi lettori. Poveracci, se li meritano.

L’evo moderno è finito. Comincia il medio-evo degli specialisti. Oggi anche il cretino è specializzato.

La serietà è apprezzabile soltanto nei fanciulli. Negli uomini saggi è il riflesso della rinuncia.

Una volta il rimorso veniva dopo, adesso mi precede.

I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.

Adesso che mi ci fai pensare, mi domando anch’io che cosa ho conservato di abruzzese e debbo dire, ahimè, tutto.

Io, quando leggo Brera, non lo capisco.

In realtà, l’uxoricida è quasi sempre un matricida ritardatario.

L’arte è un investimento di capitali, la cultura un alibi.

Se i popoli si conoscessero meglio, si odierebbe­ro di più.

Certi vizi sono più noiosi della virtù. Soltanto per questo la virtù spesso trionfa.

Oggi il cretino è pieno di idee.

Quando la vanità si placa l’uomo è pronto a morire e comincia a pensarci.

Vogliono la rivoluzione ma preferiscono fare le barricate con i mobili degli altri.

I filosofi marxisti? Il Platone d’esecuzione.

La situazione politica in Italia è grave ma non è seria.

Gli italiani sono irrimediabilmente fatti per la dittatura.

La castità è il miraggio degli osceni.

Prendete una tela, laceratela, lavatela, mettetela ad asciugare in una galleria assieme a un cane. Un critico vi spiegherà perché l’avete fatto, e che cosa avete fatto.

Legate vostra madre a una catena, denudatela, aspettate i fotografi. Se vostra madre piange o protesta, chiamate il critico di turno. Le spiegherà che sta lavorando per la liberazione della donna.

Se qualcuno lega voi a una catena e vi denuda, non allarmatevi. State lavorando per la libertà del terzo mondo o per la vostra stessa dignità.

L’uomo è un animale pensante, e quando pensa non può essere che in alto. È questa la mia fede. Forse l’unica. Ma mi basta per seguire ancora con curiosità lo spettacolo del mondo.

La parola serve a nascondere il pensiero, il pensiero a nascondere la verità. E la verità fulmina chi osa guardarla in faccia.

Essere pessimisti circa le cose del mondo e la vita in generale è un pleonasmo, ossia anticipare quello che accadrà.

Da quando l’uomo non crede più all’inferno, ha trasformato la sua vita in qualcosa che somiglia all’inferno. Non può farne a meno.

C’è gente che eredita la fede, come eredita i terreni, il casato, i titoli nobiliari, il denaro, una biblioteca e il castello.Fede per censo, ereditaria.

In questi tempi l’unico modo di mostrarsi uomo di spirito è di essere seri. La serietà come solo umorismo accettabile.

Il Fascismo conviene agli italiani perché è nella loro natura e racchiude le loro aspirazioni, esalta i loro odi, rassicura la loro inferiorità.

Famiglia romana con padre liberale e figlio mag­giore comunista, minore fascista, zio prete, ma­dre monarchica, figlia mantenuta: si sfidano tut­ti gli eventi.

L’uomo molto ricco deve parlare sempre di poesia o di musica ed esprimere pensieri elevati, cercando di mettere a disagio le persone che vorrebbero ammirarlo per la sua ricchezza soltanto.

Il pensare ai buoni momenti del passato non ci conforta perché siamo convinti che oggi li sapremmo affrontare con maggiore intelligenza e trarne migliore profitto.

Una volta credevo che il contrario di una verità fosse l’errore e il contrario di un errore fosse la verità. Oggi una verità può avere per contrario un’altra verità altrettanto valida, e l’errore un altro errore.

In amore bisogna essere senza scrupoli, non rispettare nessuno. All’occorrenza essere capaci di andare a letto con la propria moglie.

La Natura è un catalogo di mostruosità che tendono a conservarsi e a riprodursi. L’Uomo può essere spiegato come un errore della Natura perché riuscirà a distruggerla, insieme a se stesso.

Mai epoca fu come questa tanto favorevole ai narcisi e agli esibizionisti. Dove sono i santi? Dovremo accontentarci di morire in odore di pubblicità.

Da ragazzo ero anarchico, adesso mi accorgo che si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato vengano rispettate da chi governa.

È probabile che un giorno il successo convincerà Carmelo Bene di aver sbagliato tutto. Il successo può arrivare fatalmente, in una “civiltà di consumi” che adotta e riconosce con furia come proprie, le novità che appena ieri riteneva aliene e sovvertitrici.

La stupidità ha fatto progressi enormi. È un sole che non si può più guardare fissamente. Grazie ai mezzi di comunicazione, non è più nemmeno la stessa, si nutre di altri miti, si vende moltissimo, ha ridicolizzato il buon senso, spande il terrore intorno a sé.

Tuttavia Roma è la mia città. Talvolta posso odiarla, soprattutto da quando è diventata l’enorme garage del ceto medio d’Italia. Ma Roma è inconoscibile, si rivela col tempo e non del tutto. Ha un’estrema riserva di mistero e ancora qualche oasi.

Non sono gli italiani che vanno verso “la sinistra”, è la sinistra che va verso gli italiani, i quali sono inamovibili come la montagna di Maometto. Essi faranno la sinistra a loro immagine e somiglianza. Cioè, molto elegante.

Voglio aggiungere che bisogna essere a Federico Fellini grati di averci dato, con La dolce vita, una lezione di fede e di coerenza artistica. La morale del film è in fondo questa. E potrebbe essere riassunta con due versi di Cardarelli: «La speranza è nell’opera | Io sono un cinico che ha fede in quel che fa».