Francesco Totti, le frasi più belle del campione giallorosso

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Al cuore non si comanda. Soprattutto se è dipinto a tinte giallorosse e a ogni battito pulsa la parola Roma. Per Francesco Totti il calcio non è stato solo uno sport: è stato amore incondizionato per una maglia, è stato fede in una città. Quella stessa città che lo ha poi incoronato come icona assoluta, come “Il Capitano”, “L’Ottavo Re di Roma” o, in termini più simpatici, “Er Pupone”.

Totti e Roma: binomio che già è leggenda calcistica, che già è scolpito nella storia dello sport più bello del mondo.

Di seguito viene proposto un ricco elenco di frasi celebri di Francesco Totti.

Io sono nato romano e romanista. E così morirò.

Nun te preoccupà, mo je faccio er cucchiaio.

Mi piace questa sensazione di essere nato e cresciuto nella città più bella del mondo.

Altri trionfi con una maglia diversa non mi avrebbero dato le stesse emozioni che ho provato qui da capitano.

Sono cresciuto nella Roma e morirò nella Roma, perché sono sempre stato tifoso della Roma!

Per il Pallone d’oro penso che sia già tutto scritto, ogni anno.

La maglia numero 10 è la mia seconda pelle, ma tutti dovranno avere la possibilità di cullare quel sogno, di indossarla e soprattutto di onorarla.

Tutta Italia dovrebbe dire questo. La Juve dovrebbe giocare un campionato a parte, ogni anno è così. Tanto arriveremo ancora secondi.

Al fischio finale io me ne resto qui, a vivere la mia vita a Roma e tu, mediano del Borussia Mönchengladbach, te ne devi tornare nel grigio inverno della Westfalia.

Qui a Roma ho tutto e sto bene, si vince poco ma è stata una scelta di vita. Quello che dice la gente non mi interessa, se mi criticano nonostante i miei 200 goal vuol dire che di calcio non capiscono niente.

Mi sfottono per l’accento, per i modi, per qualche parolaccia. Se lo dice Valentino Rossi, col suo dialetto, tutti ridono; se lo dico io, sono un coatto, un ignorante, un burino. Forse dispiace che un giocatore importante stia a Roma e non altrove.

A me sinceramente la parola leader non mi è mai piaciuta, più che altro mi metto a disposizione della squadra. È normale che io mi senta un giocatore importante, quello sì, però io alla fine rispetto tutti nella stessa maniera.

Fateci caso alla prossima partita della Roma in Europa se non picchiano giù duro: è per colpa della bellezza dei nostri monumenti. Uno sgambetto per l’Altare della Patria. Un tackle in scivolata per la Domus Aurea. Un’entrata da dietro per le Catacombe di San Callisto.

Non è perché io sono Totti, sono romano, romanista e capitano, devo avere più considerazione degli altri. Per me sono sullo stesso livello, perciò cerco di confrontarmi con loro nella maniera migliore.

L’ultima volta in cui potrò indossare la maglia della Roma. È impossibile esprimere in poche parole tutto quello che questi colori hanno rappresentato, rappresentano e rappresenteranno per me. Sempre. Sento solo che il mio amore per il calcio non passa: è una passione, la mia passione. È talmente profonda che non posso pensare di smettere di alimentarla. Mai. Da lunedì sono pronto a ripartire. Sono pronto per una nuova sfida.