Bologna tra cultura, cucina e tradizione: frasi e aforismi celebri sulla Città Rossa

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Bologna la dotta, la grassa, la rossa. Così recita un proverbio che ben racchiude l’essenza del capoluogo dell’Emilia-Romagna. A detta di molti, Bologna è una delle città più belle d’Italia e del mondo. La storia, la tradizione culturale e quella culinaria, la rendono un luogo unico e ambito. Tra le sue chicche, si annovera la più antica università del mondo occidentale. Tutt’ora pullula di studenti provenienti da svariate zone d’Italia; un fermento che anima la vita culturale e sociale del centro urbano che, tra le altre cose, è noto per le sue torri e per i suoi innumerevoli portici, oltreché per i tanti ristoranti zeppi di ricette tipiche che lo popolano.

Di seguito viene proposta una serie di frasi e aforismi famosi su Bologna.

Nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino.
(Lucio Dalla)

I Bolognesi sono pieni di fuoco, di passione, di generosità, e talvolta d’imprudenza.
(Stendhal)

A Bologna i portici tengono in piedi le case, hanno i reumatismi e le artriti di braccia operaie.
(Samuele Bersani)

I bolognesi hanno sempre nutrito un atteggiamento conciliante e sorridente nei confronti dei tabù.
(Eugenio Riccomini)

Bologna la grassa, ma Padova la passa.
(Proverbio)

Quando sentite parlare della cucina bolognese fate una riverenza, ché se la merita.
(Pellegrino Artusi)

Bologna è tra le città più belle d’italia e d’Europa. Non esiste città che le assomigli, e che possa sostituirla.
(Guido Piovene)

Se Padova è la città dei portici e delle arcate allora non saprei come definire Bologna.
(Karel Čapek)

Roma la santa, Bologna la dotta, Genova la superba, Firenze la bella, Venezia la ricca.
(Proverbio)

La bellezza a Bologna non si pensa, ma si respira, si assorbe, si fa commestibile.
(Guido Piovene)

Bella e dolce Bologna! Vi ho passato sette anni, forse i più belli…
(Pier Paolo Pasolini)

Bologna è una vecchia signora dai fianchi un po’ molli col seno sul piano padano ed il culo sui colli…
(Francesco Guccini)

Bologna, con l’Emilia, ha la più ricca e celebre cucina d’Italia. La sua caratteristica è che il numero degli ingredienti non sembra mai sufficiente.
(Guido Piovene)

Bologna era bella, amabile, degna di essere goduta con l’anima e la carne. Dietro le luminose vetrine della libreria Zanichelli aleggiava ancora lo spirito eternamente corrucciato del Carducci.
(Rino Alessi)

Com’è ricca Bologna! Ho tuffato gli occhi di ingordo nella notte di questa città che mi seduce quanto Genova mi soggioga. Vetrine cangianti, donne che diventan irreali nella nebbia che sfuma ammorbidisce tutto.
(Camillo Sbarbaro)

La “grassa” Bologna, come con vena sarcastica viene definita, è tale certamente per la ricchezza, per l’abbondanza, per lo spirito godereccio della sua gente. Ma è anche un centro di grande cultura, di eleganza, di bello stile di vita, di valore universitario mondiale.
(Chino Alessi)

Per finir poi di parlarvi di Bologna, dirò che vi si viveva allora e vi si vive sempre allegramente, lautamente, con grandi agevolezze di buone amicizie, e di festive brigate.
(Ippolito Nievo)

Bologna, la “rossa”, perché dall’alto delle colline offre una vista omogenea di tetti dalle tegole rosse, ma anche “la rossa” per le tradizioni politiche dei suoi cittadini.
(Gabriella Pittari)

Si usava dire la “grassa Bologna” volendo alludere più che al peso degli abitanti, alla loro carnalità, al loro amore per la buona tavola e alle sane conseguenze fisiologiche di questo amore.
(Rino Alessi)

Una volta c’era una città grande e lunga, soleggiata o piovosa nei giorni giusti, che noi chiamavamo Bologna e ancora oggi, se desideri ricordare un posto che non c’è più, c’è chi dice quel nome e ti torna in mente una città grande e lunga, soleggiata o piovosa.
Lì c’erano tutte le persone che ti servivano, nel centro o nella periferia, qualunque genere di persona cercassi, avessi voglia di vedere o di salutare, lì sapevi che c’era e prima o poi l’avresti trovata. Non ne mancava nessuna.
(Pupi Avati)