Gazzelle, nel segno dell’indie pop: le migliori frasi del cantautore

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Gazzelle, pseudonimo di Flavio Bruno Pardini, è un giovane cantautore italiano. Nato a Roma nel 1989, l’artista ha esordito nel mondo della musica a 22 anni quando ha iniziato ad esibirsi in alcuni locali della Capitale. Autore dal carattere introverso e dallo stile malinconico, Gazzelle ha pubblicato il suo primo album intitolato Superbattito nel 2017.

Il giovane autore, esponente dell’indie pop, affronta attraverso le sue canzoni temi delicati come amore, abuso di alcol e droghe, solitudine e depressione.

Riportiamo di seguito alcune frasi e citazioni tratte dalle più popolari canzoni di Gazzelle.

E che ne sanno gli altri | di quando tornavamo tardi, pieni di graffi | che ne sanno gli altri | di quando ridevamo come matti | e che ne sanno gli altri | degli occhi nostri mescolarsi e diventare gialli.

Greta non innamorarti mai | delle cose troppo vere, vere | Dimmi un sacco di bugie | e io ti dirò le mie | e io ti dirò le mie | Abbiamo perso troppo tempo | ad occupare il tempo.

Quella te | che mi sconvolge ancora il sabato mattina | con la felpa sporca della sera prima | che diluvia, ma cammina, cammina.

Ma da dentro il bar | il cielo è grande solo la metà | Ma da dentro il bar | il cielo è bello solo la metà.

Stavi male pure prima | pure prima dell’estate | Con la testa sotto al mare | e la sabbia sulle dita | Come mai, come mai | non ti sporchi più di sale? | Come mai, come mai | non sei più sparita?

E che ho scoperto che le cose belle appassiscono | e che i sogni dentro ai cassetti marciscono | e che la gente non crede mai troppo | e le parole trovano il tempo che possono | che non puoi morire due volte di seguito | e che se fuori piove, io dentro nevico.

La verità è che sei solo un inganno della mia testa | E allora com’è, com’è, com’è | che non ci siamo ancora detti ciao? | Come distruggi le foto, dandogli fuoco, dandoci fuoco?

Non mi va più di scriverti | un’altra stupida canzone | Non mi va più di fare l’amore | E allora sayonara, in questa notte amara | mi perderò nei borderò | ci scriverò il tuo nome in blu | poi scappo in tour.

Ho rovinato qualunque cosa | negli ultimi sette mesi | a parte i tuoi baci rubati la notte che restano appesi | ma rimaniamo comunque accesi | nonostante i tuoi sogni lesi | come lampioni, le stelle filanti, due ombre cinesi | e tutti i guai non li avevo compresi.

Mentre guardi fuori dal finestrino | passa un bambino con la palla | che ha gli occhi neri di malinconia | che poi è la stessa mia, che poi è la stessa mia.

È quasi sera | e mi fumo un’altra sigaretta | E mi sento solo | come una goccia fuori la finestra.

Però da lunedì cambierà, me lo sento, sì | da lunedì crollerà pure il pavimento | Ti porterò sopra la mia schiena | sopra una montagna, sopra un’altalena | con la luna piena, con la pancia piena | come una balena, come una balena.

Ma abbiamo tutta la vita davanti | sì, davanti a un bar | Mentre la notte ci mangia la pelle, fermiamola | Spegnete i colori, i tormenti, i dolori | gli ombrelli e i malumori | che noi, che noi stiamo bene anche soli.

E supereremo le notti | a forza di sciroppi | e contro la nostalgia | mangeremo una torta di mele | E ci arriveremo tardi | a tutti i nostri sbatti | e ci arriveremo stanchi | ai nostri primi trent’anni.

E quindi cin cin | metto il fuoco nel Jim Beam | e tu domani parti per Medellín | con uno stronzo, un pezzo di fango | io piango, ora io piango.

Voglio solo stare bene, voglio solo stare bene | ritrovare il mio colore, ritrovare il mio colore.

E la notte si prende quello che vuole | e non lascia quasi niente | È che siamo persone sole | perdute tra la gente.

Tu sapevi un po’ di punk | di torta al cioccolato | di fiore calpestato.

In fondo sotto, sotto, sotto sto bene | sotto, sotto, sotto sto bene | E in fondo sotto, sotto, sotto stai bene | in fondo sotto, sotto, sotto stai bene pure te.

E io sto ancora collaudando | un piano per non starti accanto | mentre la vita mi scombussola | ogni punto fermo, ogni punto saldo.