Gerry Scotti, le frasi celebri del conduttore: l’arte del fare tv

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Gerry Scotti, al secolo Virginio Scotti, nasce a Miradolo Terme (Pavia) il 7 agosto 1956. Negli anni si è imposto prima come conduttore radiofonico, poi come volto noto della tv italiana. Tra i presentatori più talentuosi della sua generazione, Gerry ha fatto della pacatezza, del garbo e della familiarità il suo marchio di fabbrica. Il suo nome è legato a diversi programmi storici del piccolo schermo italiano. Il più famoso Chi vuol essere miliardario?, poi tradotto con il passaggio all’Euro in Chi vuol essere milionario?.

Di seguito è stata stilata una lista di frasi di Gerry Scotti, o se preferite dello Zio Gerry.

In tv chi usa meno il copione dura di più.

Condurre io Sanremo? Per come mi sono andate le cose direi: “Chi se ne frega”.

Come si diventa presentatori? La mia risposta è: studiate.

Sulla cucina fregherei ‘Quattro ristoranti’ al mio amico Alessandro Borghese.

Evitate come la peste la superficialità. Fate quello che vi pare, ma fatelo bene.

Su 30 anni di carriera 25 li ho trascorsi alle prese con programmi in onda tutti i giorni.

Ceno con amici, sono godurioso e sono convinto che le cose buone facciano meno male delle cose cattive.

Noi con i nostri giochi non regaliamo soldi alla gente ma regaliamo dei sogni piccoli ma molto importanti.

Però sono convinto che l’effetto nostalgia non guasti. Non vergognamoci: se la vivi bene è sana, se la vivi male fa tristezza.

Il ritorno alla terra è un sogno che coltivo di fare, tra qualche anno: come Cincinnato, mollare tutto e mettermi a fare il contadino.

Tra gli oggetti che amo di più c’è il mappamondo. Siamo in un mondo bi-dimensionale, il tridimensionale è venuto dopo. Solo il mappamondo è un oggetto con tutte le dimensioni.

Sono l’uomo che in televisione ha dato più soldi al mondo. Mike, quando lo ho superato mi ha detto nei corridoi: “Non vale eh, tu li dai a colpi di milioni. Devo parlare con Confalonieri”.

Se penso al percorso fatto, se penso alla nascita contadina e alla gioventù operaia non penso a una forma di rivincita, forse solo di soddisfazione.

La qualità della vita e della scelta sono più importanti di tutto. Altrimenti potremmo vivere con gli integratori. Analisi alla mano… dieci chili in più non fanno sempre male.

Non sono uno con la puzza sotto il naso. Sono il centrocampista ideale, come disse Maurizio Costanzo quando era direttore di Canale 5. Se sei un attaccante tutti i giornali parlano di te, ma il lavoro grosso è far girare bene il pallone.

Con i primi guadagni veri ho comprato una casa. Poi, con il tempo, ho regalato una casa ai miei genitori. Forse è ancora oggi la cosa più importante che ho fatto nella mia vita.

Non sembro Zucchero, io sono Zucchero. Zucchero è blues, come me. È il mio cantante preferito. Lui è l’unico italiano che incarni l’essenza della rockstar internazionale. E in fondo a me piacerebbe tanto provare l’effetto che fa.

Striscia per me è qualcosa di diverso rispetto alla mia routine, ma è talmente coinvolgente e divertente che è l’esperienza frullatore che consiglio a tutti. Non a caso il bancone di Striscia è molto ambito e io l’ho anche sfondato.

Con tutti i programmi quotidiani che ho condotto, ho scoperto di aver lavorato il doppio dei giorni richiesti. Tecnicamente è come se facessi questo mestiere da 80 anni.

Io vengo da una famiglia modesta ma ero molto curioso, ho fatto il liceo classico e i prof dicevano ai miei: ‘Ma cosa se ne farà questo ragazzo di latino e greco? Non era meglio fargli fare un istituto professionale?’ E invece poi mi è servito perché il sapere viene sempre fuori e […] un conto è conoscere mille parole, un conto 10 mila.