Hannah Arendt, le citazioni più famose

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Hannah Arendt è stata una filosofa e politologa tedesca naturalizzata statunitense. Nata in una famiglia ebraica, lasciò la Germania nel 1933 a causa delle persecuzioni antisemite perpetrate dai nazisti. Tra le sue opere più celebri c’è proprio La banalità del male, una lunga e attenta riflessione sul totalitarismo ispirata dal processo al gerarca nazista Adolf Eichmann.

Controverso fu il suo rapporto con il filosofo Martin Heidegger che fu suo docente all’Università di Marburgo. I due furono legati da una relazione clandestina. La stima per il celebre filosofo durò però fino a quando Arendt scoprì i rapporti del suo maestro ed ex amante con il nazismo.

Qui di seguito si riportano alcune citazioni di Hannah Arendt tratte dalle sue opere e i suoi saggi.

 

Senza un’informazione basata sui fatti e non manipolata, la libertà d’opinione diventa una beffa crudele.

Si potrebbe concludere che più un bugiardo ha successo, più gente riesce a convincere, più è probabile che finirà anche lui per credere alle proprie bugie.

Io non credo che possa esistere qualche processo di pensiero senza esperienze personali.

La guerra non restaura diritti, ridefinisce poteri.

La triste verità è che molto del male viene compiuto da persone che non si decidono mai ad essere buone o cattive.

Oggi è raro incontrare persone che credano di possedere la verità; ci confrontiamo invece costantemente con quelli che sono sicuri di avere ragione.

Il rivoluzionario più radicale diventerà un conservatore il giorno dopo la rivoluzione.

Non ci sono pensieri pericolosi; il pensare stesso è pericoloso.

Le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso.

La società di massa non vuole la cultura ma gli svaghi.

Una forte tendenza al rifiuto di obbedire è spesso accompagnata da una tendenza altrettanto forte al rifiuto di dominare e di comandare.