Ippocrate, gli aforismi del medico greco

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Ippocrate di Kos è stato un medico, geografo e aforista greco vissuto tra il 460 e il 377 a.C. Considerato il padre delle medicina, Ippocrate viaggiò a lungo attraverso la Grecia fino ad arrivare in Egitto dove apprese gli antichi segreti detenuti dai sacerdoti.

Nel 429 a.C. Ippocrate contribuì a liberare Atene dalla peste. Nel corso della sua esistenza, il celebre scienziato greco fondò una scuola di medicina e scrisse decine di opere che confluirono in seguito nel Corpus Hippocraticum.

Ecco un elenco con le più celebri citazioni tratte dalle opere e gli scritti di Ippocrate di Kos.

Descrivere il passato, comprendere il presente, prevedere il futuro: questo è il compito della medicina.

Lasciate che il cibo sia la vostra medicina e la vostra medicina sia il cibo.

Se c’è amore per l’uomo, ci sarà anche amore per la scienza.

Nel caso di una persona affetta da un singhiozzo, lo starnuto che sopravviene rimuove il singhiozzo.

Il bere vino puro calma la fame.

Non fare nulla a volte è un buon rimedio.

Sia il sonno che l’insonnia, oltre la giusta misura, sono malattie.

Camminare è la migliore medicina dell’uomo.

Lavorare, mangiare, bere, dormire, amare: tutto deve essere fatto con misura.

La timidezza nasconde l’impotenza e la temerarietà l’ignoranza.

Le malattie che sfuggono al cuore divorano il corpo.

Molti ammirano, pochi conoscono.

Quando due dolori si verificano insieme, ma non nello stesso posto, il più violento oscura l’altro.

Per mali estremi, estremi rimedi, spinti fino al massimo rigore, sono i più validi.

Le cose sacre non devono essere insegnate che alle persone pure; è un sacrilegio comunicarle ai profani prima di averli iniziati ai misteri della scienza.

Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo.

Quella parte del corpo in cui è il sudore, indica che lì è la malattia.

È più importante sapere che tipo di persona abbia una malattia, che sapere che tipo di malattia abbia una persona.

Né la società, né l’uomo, né ogni altra cosa per essere buona deve eccedere i limiti stabiliti dalla natura.

L’acqua più leggera è quella che presto si riscalda e presto si raffredda.

Esistono soltanto due cose: scienza ed opinione; la prima genera conoscenza, la seconda ignoranza.

La guarigione è legata al tempo e a volte anche alle circostanze.

Per le malattie estreme i trattamenti estremi sono i più efficaci.

La vita è breve, l’arte è lunga, l’occasione è fugace, l’esperienza è fallace, il giudizio è difficile.

Gli impiccati, staccati dalla forca quando non sono ancora morti, non sopravvivono se hanno la schiuma alla bocca.

Coloro che sono, per costituzione, assai grassi, muoiono più presto di coloro che sono magri.

Le abitudini di lunga data, anche se cattive, sono di solito meno nocive delle cose non usuali; bisogna dunque cambiare talvolta le abitudini in cose non usuali.

Ciò che le medicine non curano, lo cura il bisturi, ciò che il bisturi non cura, lo cura il fuoco, ciò che il fuoco non cura, va reputato insanabile.

In ogni malattia è buon segno avere sano l’intelletto e prendere volentieri gli alimenti che sono offerti; il contrario è cattivo segno.

Definirò ciò che ritengo essere la medicina: in prima approssimazione, liberare i malati dalle sofferenze e contenere la violenza della malattia, e non curare chi è ormai sopraffatto dal male.