Javier Zanetti, le frasi del campione argentino

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Sacrificio, lavoro duro, talento, correttezza sportiva e senso di appartenenza: in una parola Javier Zanetti, storico capitano dell’Inter del mitico ‘Triplete’ (2010). Nato a Buenos Aires il 10 agosto 1973, inizia la sua carriera in Argentina. Poi il trasferimento all’Inter nel 1995. Da Milano non si muoverà più, divenendo una bandiera nerazzurra dentro e fuori dal campo (dopo aver dato l’addio al calcio giocato entra a far parte della dirigenza del club) e collezionando trofei e presenze (858, record per un giocatore interista).

Di seguito è stato redatto un elenco delle frasi celebri di Javier Zanetti, il calciatore che non si spettinava mai.

Essere interisti è bellissimo: siamo diversi da tutti gli altri, è stupendo.

L’Inter è genio e sregolatezza, l’Inter è sofferenza, l’Inter è dolore, l’Inter è estasi.

Io ai miei capelli in ordine ci tengo. Anche in campo. Anche se gioco sotto a un temporale. Anche se corro in mezzo alle raffiche di vento.

Sono cattolico e praticante fin da bambino e credo fermamente che senza Cristo l’uomo non possa vivere pienamente.

Ho attraversato diversi momenti, ma sempre con la consapevolezza di essere il capitano di una grande squadra.

Il tifoso interista è abituato a soffrire ma non molla mai, non abbandona mai la barca nel momento del bisogno. Il tifoso interista è un innamorato cronico, un passionale, un sanguigno. Ha un carattere argentino.

Quanti sono gli Scudetti secondo me? Calciopoli è una pagina tristissima del calcio italiano, ma sono passati ormai diversi anni. In questo periodo sono state dette molte cose, ma la verità è sotto gli occhi di tutti.

Sinceramente quando ho giocato la mia prima partita con questa maglia non avrei mai pensato che sarebbe potuta essere la prima di 800, giocate con la stessa maglia, con la stessa società.

Tutti, persino i compagni di squadra e addirittura mia moglie, mi chiedono come faccio a finire la partita sempre pettinato. La verità è che curo molto la testa.

La natura… tutta natura…: la natura e i miei genitori, che mi hanno dato queste capacità. Quello che posso aggiungere io è che alla fine il lavoro paga.

L’Inter è sempre sola nel senso di solitaria, staccata da tutto il resto, al confine; è sola nel senso di unica, nel modo di pensare, di agire e di rapportarsi con il mondo. Non mi stancherò mai di ripeterlo, a costo di sembrare banale: l’Inter è una creatura diversa rispetto a tutte le altre squadre.

Moratti è un grande presidente, e su Calciopoli è stato un vero signore, così come lo è stato Facchetti.

La partita simbolo? Ne ricordo tante che hanno lasciato un segno. Una forse è stata quella in cui ho vinto il mio primo trofeo, la Coppa Uefa a Parigi contro la Lazio. Ho anche segnato lì, è stata una serata indimenticabile per tutti.

Balotelli insieme a noi non ha avuto nessun problema. Si sta parlando tanto di lui perché sta dimostrando il suo valore, che nessuno discute. Ha grandi qualità. Se un domani tornasse il gruppo lo accoglierebbe bene come ha accolto bene tutti i giocatori che sono arrivati.

Quando in campo c’è una rissa, tutti i giocatori di buon senso e i capitani corrono per metter calma. Bonucci arriva sempre per mettere zizzania.

I giocatori che più mi hanno fatto soffrire? Messi ovviamente, ma anche Zidane e Ronaldo. E devo dire che ho fatto tanta fatica anche contro il miglior Kaká.

Uno come Cordoba bisogna solo ringraziarlo per tutto quello che ha dato a questi colori. Per me è come un fratello, mi è stato sempre vicino e nei momenti difficili è stato con tutti noi, lottando e vivendo momenti che solo noi conosciamo.

Con Ronaldo abbiamo vissuto il suo momento migliore, Roberto Baggio perché tutti sappiamo quello che rappresenta per il calcio mondiale, ed anche Ibrahimovic perché ha delle grandi qualità da attaccante.

Tutti i miei allenatori sono stati bravi, ma se devo sceglierne proprio uno scelgo Mourinho. Non tanto perché abbiamo vinto tutto, ma perché mi ha fatto scoprire un nuovo modo di lavorare.

Elio! Un grande tifoso, un grande artista, è sempre vicino a noi. Abbiamo condiviso tanti momenti insieme, come cantante è uno dei più forti.