Kobe Bryant: frasi e dichiarazioni famose del Black Mamba dell’Nba

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Kobe Bryant è nato a Filadelfia il 23 agosto 1978 ed è un ex cestista statunitense, considerato da tifosi ed esperti uno dei giocatori più forti di sempre dell’Nba. Di ruolo guardia, ha legato la sua intera carriera ai colori gialloviola dei Los Angeles Lakers, team con cui ha conquistato 5 anelli. Con la Nazionale ha preso parte ai FIBA Americas Championship 2007 e ai giochi olimpici di Pechino 2008 e di Londra 2012. Nelle tre manifestazioni ha portato a casa la medaglia d’oro. Il 29 novembre 2015, attraverso una lettera dedicata al basket, ha annunciato il suo ritiro dai campi giocati al termine di quella stessa stagione.

Di seguito è proposto un elenco di frasi di Kobe Bryant, il Black Mamba dell’Nba.

Devi diventare forte, una roccia. Sennò non sopravvivi.

Non importa quanto segni. Quello che conta è uscire dal campo felice.

Sono praticamente inarrestabile. Quando la partita si mette male, i miei compagni sanno a chi rivolgersi.

Gli allenatori Americani dovrebbero insegnare i fondamentali ai bambini e non trattarli come “vacche da soldi” traendone profitti.

Per i tifosi di pallone il calcio è più di uno sport, lo vivono in maniera più intensa, sembra più una religione.

Phil Jackson? La sua forza sta nell’abilità di unire la gente, nel mettere il bene del gruppo sempre davanti a quello del singolo.

Dissidi Shaquille O’Neal? Vi piace ricamarci sopra eh? Non sono stupido, senza Shaq non avrei vinto tre titoli.

Il mio cuore può sopportare la battaglia la mia mente può gestire la fatica ma il mio corpo sa che è ora di dire addio.

È vero, a volte dico ciò che penso perché gioco ogni gara come se fosse l’ultima ed è frustrante vedere gli altri che non la pensano così.

Il Madison Square Garden? Giocare bene qui è qualcosa di speciale: è l’ultima storica arena rimasta ancora in piedi in America, si respira la gloria del passato.

Donald Trump? Un presidente il cui nome evoca rabbia e divisione, le cui parole ispirano dissenso e odio, non renderà l’America Great Again.

Devi ricordarti che quello che fai è una benedizione. Che è un gioco, semplicemente un gioco. Devi recuperare l’istinto di quando eri bambino.

Non andiamo a cena assieme, non siamo amici. Ma il rapporto coach-giocatore è ideale. È conflittuale il giusto, perché entrambi amiamo le sfide. Senza Phil non sarei diventato quello che sono.

Jack Nicholson ha insultato l’arbitro durante una partita, cosa ne penso? Ho appena visto il film Anger Management e giuro che per un istante ho creduto di rivederlo. Insomma, Jack sembrava davvero che recitasse.

Ho vinto tre titoli e credo di non dover dimostrare più nulla. La mia prossima sfida è trasformare i miei compagni, aiutare il gruppo a diventare una squadra capace di competere per il titolo.

Sto facendo schifo, sono il 200° miglior giocatore della Nba in questo momento. […] I miei compagni mi danno la palla, mi fanno dei passaggi meravigliosi. Il loro lavoro è rendermi la vita facile, il mio è di concludere. La cosa più responsabile da fare è fare canestro. (Un mese prima dell’annuncio del ritiro)