Lance Armstrong: frasi e dichiarazioni del ciclista texano dagli occhi di ghiaccio

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Lance Armstrong è un ex ciclista texano su strada, classe 1971. Ha conquistato per sette volte consecutive la corsa a tappe più importante del mondo, il Tour de France (1999-2005). Tuttavia, dopo il suo ritiro, tutti i risultati che ha ottenuto dal 1º agosto 1998 sono stati revocati dall’UCI e dal CIO. A far prendere questa decisione, un’inchiesta dell’United States Anti-Doping Agency (USADA), che ha rilevato e accertato che il ciclista, lungo la sua carriera, ha fatto uso sistematico di pratiche dopanti.

Di seguito è stato stilato un elenco di frasi di Lance Armstrong, il texano dagli occhi di ghiaccio del ciclismo mondiale.

Vincere non è solo tagliare il traguardo per primi.

I più grandi campioni hanno sempre fatto la differenza col cuore.

Io sto vincendo questo tour, ma se ci fosse Pantani lo vincerebbe lui.

Il ciclismo ha regole che non si cambiano.

Il dolore è temporaneo. Smettere dura per sempre.

Penso che la caratteristica che distingue maggiormente un uomo da un ragazzo sia la pazienza.

Se qualcuno pensa che ho imbrogliato per vincere il Tour de France è un idiota del cazzo.

Se vinco, vivo. Se perdo, muoio.

Sarebbe un errore fermarmi a pensare alle cose che ho fatto in bici. Davanti a me ho sfide molto più grandi.

Ritenevo l’istruzione e la socializzazione secondarie; diventare un atleta di livello mondiale era il mio primo obiettivo.

Non datemi targhe, ma ho cambiato questo sport.

C’è una sostanza, l’Epo, che è molto efficiente. Se un domani ce ne fosse una equivalente che non venisse identificata, la userebbero tutti.

Il ciclismo è come la vita, non ci sono formule matematiche quando sei davanti ad un avversario. Si tratta di saper soffrire più di lui.

Il Tour non è solo una gara di ciclismo, nient’affatto. È una prova. Ti prova fisicamente, ti prova mentalmente e ti prova persino moralmente.

Sento la passione per quella macchina così semplice e così bella che è la bicicletta. L’ho sempre amata molto e proprio questo amore fa sì che io rispetti il ciclismo e le sue regole.

Per quasi tutta la mia vita, avevo agito secondo il semplice schema che prevede la vittoria oppure la sconfitta, ma il cancro mi stava insegnando ad ammettere le mie incertezze.

Sarebbe facile considerare il Tour de France l’impresa monumentale ed illogica di 200 corridori che percorrono in bicicletta l’intero perimetro della Francia, montagne comprese, per tre settimane nella calura estiva.

Delle persone sane e forti contraggono il cancro, fanno tutto ciò che è necessario per sconfiggerlo, e ciononostante muoiono. Questa è la verità essenziale da imparare. Le persone muoiono. E, dopo averla imparata, tutto il resto sembra non avere più importanza. Sembra semplicemente insignificante.

Mentre ero malato, mi sono ripromesso che non avrei mai più bestemmiato, bevuto un’altra birra né perso le staffe. Volevo diventare il più bravo ragazzo che si potesse sperare di conoscere. Ma la vita continua. Le cose cambiano, le buone intenzioni si perdono. Si beve un’altra birra. Ci scappa un’altra bestemmia.

Non posso alzarmi la mattina senza un motivo per vivere. Per me questo significa allenarmi e gareggiare. Non mi alleno perché mi diverto, ma perché devo. Devo allenarmi non solo per mantenermi in forma, ma per competere. È tutta la mia vita. Sono un atleta professionista da sempre.