Marco Aurelio, le frasi più belle dell’imperatore

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Marco Aurelio Antonino Augusto, più semplicemente noto come Marco Aurelio, è stato un imperatore e filosofo romano vissuto tra il 121 e il 180 d.C. Fu imperatore dal 161 fino alla morte. Considerato come un sovrano illuminato, Marco Aurelio fu anche un importante filosofo stoico.

Tra le sue opere c’è lo scritto Colloqui con sè stesso, ovvero una raccolta di riflessioni e pensieri dell’imperatore. Il suo regno fu segnato da lutti, guerre intestine, rivolte, carestie, invasioni e pestilenze. A lui è dedicata a Roma la monumentale Colonna Aureliana che ne celebra le gesta e le conquiste.

Si riporta un ricco elenco con le più belle frasi dell’imperatore romano Marco Aurelio.

Non v’è nulla di nuovo: tutto si ripete, e subito passa.

Il modo migliore per difendersi da un nemico è non comportarsi come lui.

Ciò che non giova all’alveare non giova neppure all’ape.

Non disprezzare la morte ma accoglila di buon grado perché anch’essa è un ente tra quelli che natura vuole.

Spesso commette ingiustizia non solo chi fa ma anche chi non fa.

Tutte le cose sono reciprocamente intrecciate, il loro legame è sacro e quasi nessuna cosa è estranea ad un’altra.

Solo il presente ci è tolto, dato che solo questo abbiamo.

Nulla viene dal nulla, come nulla ritorna nel nulla.

Niente capita a nessuno, che questi non sia per natura in grado di reggere.

Le conseguenze della collera sono molto più gravi delle sue cause.

Troverai sollievo alle vane fantasie se compirai ogni atto della tua vita come se fosse l’ultimo.

Contro le cose non conviene adirarsi, giacché esse non se ne curano affatto.

È preciso dovere dell’uomo quello di amare persino chi gli fa torto.

Prendi senza orgoglio, rinunzia senza difficoltà.

Ti è stato annunciato che un tale parla male di te. Questo è l’annuncio fatto. Però che tu ne abbia avuto un danno non si trova nell’annuncio.

Scava dentro. Dentro è la fonte del bene, che sempre ha il potere di sgorgare, a condizione che tu sempre scavi.

Guarda sotto la superficie: non lasciarti sfuggire la qualità o il valore intrinseco delle cose.

Adatta te stesso alle cose a cui la sorte ti ha assegnato. E ama, ma veramente, gli uomini coi quali il destino ti ha unito

Siamo, infatti, nati per la cooperazione, come i piedi, le mani, le palpebre, i denti in fila sopra e sotto. L’agire gli uni contro gli altri è dunque contro natura, ed è agire siffatto lo scontrarsi e il detestarsi.

A me ben si adatta, o mondo, ogni cosa che a te si adatta: non viene per me in anticipo né in ritardo ciò che per te è tempestivo.

Quand’anche tu avessi da vivere tremila anni moltiplicati per diecimila, nondimeno ricorda che nessuno perde una vita altra da quella che vive, né vive altra vita da quella che perde.

La morte, la vita, la fama, l’infamia, il dolore, il piacere, la ricchezza, la povertà, tutto ciò tocca ugualmente a buoni e cattivi, non essendo queste cose né belle né brutte; e, dunque, neppure beni o mali.

Questi due principi bisogna avere sempre pronti: l’uno, compiere unicamente quelle azioni che i principi dell’arte di re e di legislatore possono suggerire per il benessere dell’umanità, l’altro, cambiare idea, se c’è qualcuno capace di correggerti e di distoglierti.

Ogni parte di me sarà, dunque, sottoposta a trasformazione per diventare altra parte del mondo e di nuovo quella si trasformerà in altra parte del mondo e così all’infinito.

Vivi con gli dei. Perché infatti vive con gli dei chi costantemente mostra loro di essere intimamente soddisfatto di ciò che gli hanno assegnato.<

Ritorna sobrio e riprenditi, desto di nuovo e consapevole che dei sogni ti davano inquietudine; svegliatoti nuovamente, osserva queste cose come osservavi quelle.

Acquisisci un metodo di indagine per esaminare come tutte le cose si trasformino vicendevolmente, presta attenzione di continuo all’indagine ed esercitati in questa materia, perché niente è altrettanto fattore di magnanimità.

Tre sono le componenti di cui sei formato: corpo, soffio, mente. Di queste le prime due sono tue, per quanto devi curartene; solo la terza è sovranamente tua.

Spesso mi sono stupito di come ciascuno, pur amando se stesso più di ogni altra cosa, tenga in minor conto l’opinione che ha di se stesso di quella degli altri.