Le frasi indimenticabili di Massimo Cellino

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Massimo Cellino è un imprenditore e dirigente sportivo italiano. Nato a Cagliari il 28 luglio 1956, fa capolino nel panorama mediatico in ambito sportivo acquisendo il Cagliari calcio nel 1992. Personaggio sui generis, è uno dei presidenti più vulcanici e ‘originali’ del calcio moderno. Dopo l’addio al Cagliari diventa prima proprietario del Leeds, volando in Inghilterra, poi del Brescia. Tra i suoi tratti peculiari, la schiettezza e il suo essere scaramantico.

Di seguito è stata stilata una lista di frasi famose di Massimo Cellino

Ma di chi è questa suoneria? Neanche Lotito arriva a tanto.

Balotelli è nero, sta lavorando per schiarirsi ma ha delle grosse difficoltà.

Balotelli non l’ho preso per i social, ma perché è alto un metro e novanta, è un animale.

Sono un vecchio elefante di questo calcio.

Il calcio per me ormai è soltanto un mestiere.

Bisoli? Lo ha tradito l’amore eccessivo per il Cagliari, la voglia di sfondare.

Adesso vai in vacanza e stacca la spina, ci attende una lunga stagione.
(a Mister Bisoli)

La chitarra? Ne ho una ovunque, ma non la suono più da un pezzo. Non ho più testa e gli amici per farlo.

Dobbiamo parlare il meno possibile e spegnere sti c…o di social.

Non mi privo degli 8 gol di Jeda che ha vissuto una stagione difficile. Tenteremo di rilanciarlo.

Vado a comprarmi il West Ham. Voglio chiudere in fretta e salvare la squadra.

Il calcio non è posto per le donne, le donne stanno bene in camera da letto o a fare le estetiste.

Il Cagliari è e sarà sempre la mia squadra. Non inquinavo abbastanza forse. Povera Sardegna mia.

Avete visto Larrivey? L’ho sempre detto. Con quel numero, il 23, può solo fare bene.

L’acquisto più importante? O’Neill, Dario Silva, Oliveira. Ma anche qui sono tanti, troppi.

Il grande flop? Come si chiamava? Ah, sì, Ceppelini. Terribile.

Gli inglesi si concentrano sulla propria squadra, in Italia, invece, si tende più a offendere l’avversario.

Tonali non è in vendita. In ogni caso, il valore di un giocatore è complesso, lo calcoli quando vedi i soldi sul tavolo.

Fosse per me non l’avrei fatta giocare questa partita. Il 17 poteva regalarci solo una sconfitta.
(17 ottobre 2010, il Cagliari perde contro l’Inter)

Probabilmente, se potessi tornare indietro chiederei a Balotelli se è davvero convinto di venire a Brescia. La scelta è stata più azzardata rispetto a quello che si pensava.

Quel mese in prigione quasi quasi è stato il più bello della mia vita: quattro vittorie su quattro! Non volevo più uscire. Se rimango qui, pensavo, vinciamo lo scudetto.

Se sono ancora scaramantico? La settimana scorsa non ho comprato un giocatore perché aveva il 17. Un altro lo avevo già preso, poi l’ho visto in un video con una maglia viola e ho fatto saltare tutto.

Quest’anno nessuno ci ha regalato nulla, non abbiamo davvero debiti con nessuno. Mancano ancora quattro partite e giocheremo sino all’ultimo sangue, ve lo assicuro.

Presto la mia società toglierà il disturbo. Così l’amministrazione comunale e il gruppo che ruota attorno a Gigi Riva sarà finalmente contento.

Sapevo che sarebbe finita così, nonostante il buon lavoro della Figc. Ma credo che alcune situazioni, come quella dello stadio di Cagliari, non abbiano aiutato il dossier dell’Italia a essere sufficientemente credibile.

Il Leeds? È un po’ come quando sposi una donna per dimenticare quella che hai sempre amato. Mi ha aiutato a staccarmi da Cagliari. Un sacrificio inevitabile per tutelare la società, la squadra, i tifosi e tutte le persone più care.

Al Leeds vogliamo solo giocatori speciali e Rossini non ha dimostrato abbastanza durante i giorni in cui si è allenato con la nostra squadra. È inadatto al nostro club, non aveva l’atteggiamento giusto per vestire questa maglia.