Massimo Troisi, le frasi del grande attore napoletano

  • Commenti disabilitati su Massimo Troisi, le frasi del grande attore napoletano
  • Autori / Cinema

Massimo Troisi è stato un attore e regista italiano, tra gli interpreti più amati della sua generazione. Nato nel 1953 a San Giorgio a Cremano, l’attore campano ha esordito giovanissimo nella recitazione come cabarettista.

Soprannominato ‘Pulcinella senza maschera’, ha interpretato film che hanno fatto la storia del cinema italiano come Il postino. Quest’ultima pellicola approdò nelle sale cinematografiche dopo la morte di Trosi, che si spense nel 1994 a Roma a soli 41 anni.

Di seguito troverete una ricca lista con le frasi più belle di Massimo Troisi, intramontabile simbolo di ironia e comicità.

Penso, sogno in napoletano, quando parlo italiano mi sembra di essere falso.

Quando penso a Pasolini, a come agiva rispetto alla società, alle cose, mi stimo molto poco.

Un film è come se metti una lente d’ingrandimento sul mondo e vedi solo una parte.

Se mi accostano a Totò e a Eduardo a me sta benissimo: sono loro che si offendono.

A Napoli c’è gente che con l’acquedotto invece di bere ci mangia.

Io pigro? Forse prima… Adesso sto andando verso l’inerzia… Ho paura di arrivare alla paralisi!

Le cose si fanno il giorno dopo o non si fanno affatto.

La ricchezza dei poveri è rappresentata dai loro figli, quella dei ricchi dai loro genitori.

Potrai avere tutte le ricchezza materiali di questo mondo, ma se non hai amore nel cuore resterai sempre povero.

Il successo è solo una cassa amplificatrice… se uno è imbecille prima di ave’ successo diventa imbecillissimo, se uno è umano diventa umanissimo.

L’amore è tutto quello che sta prima e quello che sta dopo. Magari bisognerebbe tenere più in considerazione il durante.

La cosa difficile nel cinema impegnato non è tanto fare i film, quanto saper ribattere ai critici. Dei film non se ne fotte nessuno, è il dibattito fra intellettuali che conta.

La sofferenza in amore è un vuoto a perdere: nessuno ci può guadagnare, tranne i cantautori che ci fanno le canzoni.

L’amore è l’elemento che trasforma di più e in più breve tempo la nostra vita, eppure siamo assai poco disposti a parlarne.

Chi ha detto che non è serio amare due donne nello stesso momento, o perder tempo per fare la formazione della propria squadra?

Io non mi piaccio mai. Sono talmente autocritico, che non mi suicido per non lasciare un biglietto che mi sembrerebbe ridicolo.

Ci sta l’amore-sprint e l’amore-maratona. Il primo è emozionante tutte le volte che si parte e si arriva, E il secondo è una noia mortale, ma porta con sé figli e nipoti. Un tempo si facevano maratone tremende.

Da ragazzo i miei continui e disinteressati slanci di altruismo mi diedero la fama di buono. Da grande quella di fesso.

Pino è un po’ l’Eduardo della canzone, un musicista che riesce a tirare fuori napoletanità e sentimento senza cadere nel folklore o nel partenopeo a tutti i costi.

Si è più registi prima di andare a dormire, quando si va in bagno, parlando con la propria moglie, piuttosto che sul set.

Sono nato in una casa con 17 persone. Ecco perché ho questo senso della comunità assai spiccato. Ecco perché quando ci sono meno di 15 persone mi colgono violenti attacchi di solitudine.

L’amore? In fondo c’e’ un’offerta esagerata… lo puoi trovare a ritrovare in ogni momento… solo la salute, se ti lascia, non la ritrovi negli occhi della cassiera del bar sotto casa.

Tutti dicono: ah! l’odore della polvere delle tavole del teatro… ma anche sul set ci sono, a volte, delle puzze, degli odori di olio delle macchine da presa che non riesci a dimenticare.

C’è chi sostiene che parecchi giovani registi siano grandi osservatori della realtà quotidiana. Che per fare spettacolo, per raccontare belle storie, dense di significato, basti guardarsi attorno. Io non ci credo perché, se così fosse, i vigili urbani sarebbero tutti Ingmar Bergman.

L’amore? Chi ‘o ssape cos’è? È sesso, paura della solitudine, egoismo, tenerezza, trasporto… Quella benedetta parola non basta più a definire un sentimento così complesso. Forse dovremmo imparare ad accontentarci di un surrogato.

La mia donna ideale è la donna di un altro. No, pecché io so’ pigro, sono uno che non mi va di uscire, allora se ci ho una donna che non può uscire, ci ha il marito geloso, se sta a’ casa, nun po’ ghi’ a cena, nun po’ ghi’ al teatro, non può… quindi più che la donna ideale ci ho il marito ideale della donna ideale! Uno geloso.

Si perdono tante cose nella nostra vita. Se perdi per negligenza un orologio di famiglia, un oggetto caro, stai male. Ma perdere un amore significa che l’altra ha scelto di essere persa. E quindi perdi la fiducia in te stesso. Lei può fare a meno di me, pensi. E io no.