Mike Tyson: frasi e dichiarazioni celebri del pugile americano

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Michael Gerard Tyson, noto semplicemente come Mike Tyson è un celebre ex pugile americano. Nato a Brooklyn nel 1966, Tyson è stato soprannominato Iron Mike o King Kong. Il campione è considerato uno dei migliori pesi massimi nella storia del pugilato e uno dei picchiatori più efficaci e temibili.

Feroce ed implacabile sul ring, il pugile ha conquistato il titolo di più giovane campione del mondo dei pesi massimi nel 1986 a soli 20 anni. Campione dalla vita turbolenta, si è ritirato dall’agonismo nel 2005.

In questa pagina troverete le frasi più belle e le citazioni più celebri attribuite al grande Mike Tyson.

Fuori dal ring tutto è così noioso.

Abituati alla paura, e sarai sempre all’erta, come un cervo che attraversa la radura.

Forse io sono un uomo di Neanderthal, ma io ho sempre voluto uccidere il mio avversario.

Mia madre mi ha sempre detto che se non si può dire nulla di buono su qualcuno, non dire niente.

La vita non è un gioco. È sopravvivenza.

Sono il più giovane campione del mondo; sarò anche il più vecchio.

Invecchiando si impara l’umiltà. Si impara che se non si nasce umili è la vita che ti forza ad esserlo.

Voglio vivere la mia vita sobria. Non voglio morire. Sono sul punto di morire, perché sono un alcolista.

Mi sento come se stessi uccidendo la mia vita.

Disciplina vuol dire fare cose che odi, e farle facendo finta che ti piacciano.

Cerco di colpire la punta del naso del mio avversario perché cerco di ficcargli l’osso nel cervello.

Sono salito sul ring deciso a tirare fuori la belva che è in me.

Prima ero qualcosa. Ora mi basta essere qualcuno. Per me e la mia famiglia.

La mia vita è niente: un minuto prima sei qui, un minuto dopo non esisti più.

Un buon pugno fa strillare un avversario come una donna.

L’esperienza criminale è indispensabile in questa nostra vita di merda.

Negli ultimi sei giorni non ho bevuto o preso droghe e per me questo è un miracolo.

Nella boxe ci sono squali e profittatori. Gente che si avvantaggia e guadagna su dolori e debolezze umane.

Adottato con rigore, il veganismo mi guarì da ogni disturbo: pressione alta, artrite e iperglicemia svanirono come d’incanto.

Quando si combatte c’è una clausola non scritta, ma che tutti conosciamo, ovvero che si può morire durante un allenamento o un combattimento. La ricompensa deve valere il rischio.

Ero piuttosto egocentrico, egoista e pigro. Ma da Cus D’Amato ho preso queste caratteristiche, lo spirito del sacrificio, l’abbandonare le cose che prima ritenevi importanti per una causa che lo è ancora di più.

Ancora non capisco come Cus D’Amato, che mi ha preso dal riformatorio e che per me è stato come un padre, abbia potuto vedere in me un campione del mondo.

La boxe oggi è differente. Si tratta di uomini d’affari e io sono un assassino nato, e voglio vincere e farlo in maniera drammatica e creare ferite agli avversari. Non è che mi piace fare del male alle persone, è solo che io sono bravo in questo.

Magic Johnson venne a testimoniare per me quando si trattò di ridarmi la licenza dopo il morso a Holyfield, ma le sue parole non mi piacquero per niente. Disse che voleva insegnarmi a diventare un uomo d’affari, che conoscevo i soldi, ma non li capivo, e li davo via. Che c’è da capire sui soldi? O li hai o non li hai.

Chiedo il funerale più povero del mondo. Nessun abito bello, nemmeno la bara voglio, buttatemi nella polvere. Ma sono sicuro che i pugili del futuro verranno a trovarmi, così come io sono andato sulle tombe dei grandi del passato.