Milan Kundera, 38 frasi dello scrittore ceco

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Milan Kundera è un celebre scrittore ceco. La sua fama è legata al successo di romanzi come Il valzer degli addii e L’insostenibile leggerezza dell’essere. Quest’ultima opera, pubblicata nel 1982, fu diffusa in Repubblica Ceca solo nel  2006.

Dopo la Primavera di Praga nel 1968 le sue opere sono state infatti proibite in Cecoslovacchia e per anni l’autore ha scritto in lingua francese, rifiutandosi di concedere i diritti di traduzione in lingua ceca. L’autore aveva preso posizione in favore della Primavera di Praga e per questo fu costretto a lasciare il suo posto di docente e fu espulso dal Partito Comunista.

Di seguito troverete alcune celebri citazioni tratte dalle opere di Milan Kundera.

Sapete chi sono i più grandi misogini di questa terra? Le donne.

Forse non siamo capaci di amare proprio perché desideriamo essere amati, vale a dire vogliamo qualcosa (l’amore) dall’altro invece di avvicinarci a lui senza pretese e volere solo la sua semplice presenza.

La pesantezza, la necessità e il valore sono tre concetti intimamente legati tra loro: solo ciò che è necessario è pesante, solo ciò che pesa ha valore.

Non c’è nulla che avvicini le persone più in fretta di una triste e malinconica comprensione.

Soltanto il caso può apparirci come un messaggio. Ciò che avviene per necessità, ciò che è atteso, che si ripete ogni giorno, tutto ciò è muto. Soltanto il caso ci parla.

La lotta dell’uomo contro il potere è la lotta della memoria contro l’oblio.

Il tempo umano non ruota in cerchio ma avanza veloce in linea retta. È per questo che l’uomo non può essere felice, perché la felicità è desiderio di ripetizione.

L’amore significa rinunciare alla forza.

La gente di solito si rifugia nel futuro per sfuggire alle proprie sofferenze. Traccia una linea immaginaria sulla traiettoria del tempo, al di là della quale le sue sofferenze di oggi cessano di esistere.

Solitudine: dolce assenza di sguardi.

Le domande veramente serie sono solo quelle che possono essere formulate da un bambino. Sono domande per le quali non esiste risposta.

Non certo la necessità, bensì il caso è pieno di magia. Se l’amore deve essere indimenticabile, fin dal primo istante devono posarsi su di esso le coincidenze, come uccelli sulle spalle di Francesco d’Assisi.

L’amore non si manifesta col desiderio di fare l’amore (desiderio che si applica a una quantità infinita di donne) ma col desiderio di dormire insieme (desiderio che si applica ad un’unica donna).

La mia superba indifferenza è un mantello che mi permette di muovermi davanti a te con assoluta libertà ed assoluta impudicizia.

Come riconoscere l’istante in cui la sofferenza sarebbe stata inutile? Come stabilire l’istante in cui vivere non sarebbe più valso la pena?

La tristezza era la forma e la felicità il contenuto.

Non certo la necessità, bensì il caso è pieno di magia. Se l’amore deve essere indimenticabile, fin dal primo istante devono posarsi su di esso le coincidenze.

Ma che cosa sono la bellezza o la bruttezza di fronte all’amore? Cos’è la bruttezza di un viso di fronte al sentimento nella cui grandezza si rispecchia l’assoluto stesso?

La storia è leggera al pari delle singole vite umane, insostenibilmente leggera, leggera come una piuma, come la polvere che turbina nell’aria, come qualcosa che domani non ci sarà più.

La storia della musica è mortale, l’idiozia della chitarra è immortale.

Le persone affascinate dall’idea del progresso non intuiscono che ogni passo in avanti è nello stesso tempo un passo verso la fine.

Come si può soffrire per l’assenza di chi è presente?

È questa la cosa spaventosa: il passato di cui ricordiamo è senza tempo. Impossibile rivivere un amore come rileggendo un libro o rivedendo un film.

Non si può misurare l’affetto che lega due esseri umani dalla quantità di parole che si scambiano.

Sapeva che lei lo amava ed era gelosa. La gelosia non è certo una qualità piacevole, ma se non se ne abusa (se è unita a una certa moderazione) ha in sé, a parte i suoi inconvenienti, anche qualcosa di commovente.

Se un uomo fosse responsabile solo di ciò di cui è cosciente, gli idioti sarebbero assolti in anticipo da qualsiasi colpa.

Esiste una certa piacevolezza esteriore della donna che il gusto provinciale considera a torto come bellezza. E poi esiste la vera bellezza erotica della donna. E riconoscere questa bellezza a un semplice sguardo non è certo cosa da poco. È un’arte.

Nel nostro mondo la bruttezza ha una sua funzione positiva. Nessuno ha voglia di fermarsi da nessuna parte, la gente ha fretta di lasciare ogni posto che incontra, e in tal modo nasce il ritmo necessario della vita.

Con quanta leggerezza e con che pessimi materiali l’uomo costruisce le sue scuse!

Anche la memoria non è comprensibile senza un approccio matematico. Il dato fondamentale è il rapporto numerico fra il tempo della vita vissuta e il tempo della vita immagazzinata nella memoria.

Quanto più esteso è il tempo che ci siamo lasciati alle spalle, tanto più irresistibile è la voce che ci invita al ritorno. Questa massima sembra un luogo comune, eppure è falsa. L’uomo invecchia, la fine si avvicina, ogni istante diventa più prezioso e non c’è tempo da perdere con i ricordi.

Bellezza: l’impoeticità del giusto mezzo.

C’è un legame stretto tra lentezza e memoria, tra velocità e oblio. Nella matematica esistenziale questa esperienza assume la forma di due equazioni elementari: il grado di lentezza è direttamente proporzionale all’intensità della memoria, il grado di velocità è direttamente proporzionale all’intensità dell’oblio.

L’oblio ci riconduce al presente, pur coniugandosi in tutti i tempi: al futuro, per vivere il cominciamento; al presente, per vivere l’istante; al passato, per vivere il ritorno; in ogni caso, per non ripetere. Occorre dimenticare per rimanere presenti, dimenticare per non morire, dimenticare per restare fedeli.

L’erotismo è come il ballo: c’è sempre uno che conduce l’altro.

La preoccupazione per la propria immagine, è questa la fatale immaturità dell’uomo. È così difficile essere indifferenti alla propria immagine. Una tale indifferenza è al di sopra delle forze umane.

Molta la gente, pochi i gesti.

Vivere: nel vivere non c’è alcuna felicità. Vivere: portare il proprio io dolente per il mondo. Ma essere, essere è felicità. Essere: trasformarsi in una fontana, in una vasca di pietra, nella quale l’universo cade come una tiepida pioggia.