Neil Gaiman, le più belle citazioni dello scrittore

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Neil Gaiman è un celebre scrittore inglese. Classe 1960, lo scrittore è nato in una famiglia di origine ebraica e ha iniziato la sua carriera come giornalista e fumettista. Per la DC Comics ha firmato la serie di fumetti Sandman che gli ha dato fama e popolarità.

Gaiman ha firmato anche alcuni romanzi per ragazzi che hanno ottenuto grande successo tra i lettori. Tra le opere più celebri figurano titoli come Coraline, I lupi nei muri e Il figlio del cimitero.

Si riporta di seguito un ricco elenco di frasi e citazioni tratte dalle opere di Neil Gaiman.

La vita è proprio un osso duro.

È difficile avere una mitologia preferita proprio come avere una cucina preferita in assoluto.

Grandi storie da sogno. Gli uomini hanno sempre avuto questa predisposizione.

L’amore non appartiene alle terre del sogno. L’amore appartiene a Desiderio, e Desiderio è sempre crudele.

L’atmosfera di una storia è esattamente l’atmosfera che la storia richiede.

Las Vegas è diventata l’interpretazione onirica di una città uscita da un libro di fiabe.

Le fiabe sono fatte per essere trasmesse. Puoi prenderle, o esserne contagiato.

È sui sensi che fondano le nostre convinzioni, sono gli unici strumenti di cui disponiamo per fare esperienza.

A volte penso che le storie siano come gli animali. Alcune normali, altre rare, altre ancora in via d’estinzione.

Farai una fine miserabile. Creperai con un bacio sulla bocca e una menzogna nel cuore.

Credo che chiunque sostenga di sapere come va il mondo sia capace di mentire anche sulle piccole cose.

Dopo tutto, di cose fragili ce ne sono talmente tante. Le persone si rompono così facilmente, e anche i sogni, e i cuori.

Beowulf è una delle più antiche storie che esistono. Dei tempi quando si raccontavano storie attorno al fuoco sulle cose nell’ombra.

Credo che sia un dovere che abbiamo gli uni verso gli altri, raccontarci storie. È la cosa più vicina alla preghiera del Credo a cui io mi sia mai accostato, o a cui, sospetto, mai mi accosterò.

Lo scrittore Larry Niven, consiglia di conservare i propri errori di battitura per battezzarci personaggi esotici o razze aliene. E così Coraline, nata da uno scivolamento di dita sulla tastiera, non è mai tornata Caroline.

Scrivo fumetti perché il loro è un medium sperimentale, che mi permette di sconvolgere qualsiasi regola. Me l’ha insegnato quel genio di Alan Moore.

Digli che abbiamo riprogrammato la realtà. Digli che il linguaggio è un virus, la religione un sistema operativo e le preghiere sono junk mail.

Non penso che lo stato d’animo abbia molto a che fare con ciò che si scrive. Ero solito porre fine al mondo molto spesso nei miei primi lavori, questo perché non riuscivo a pensare a nessun altro modo per terminare una storia.

Quando da piccolo leggevo libri scritti da adulti, rimanevo sempre stupito, un poco perplesso e dicevo: “Com’è possibile che abbiano dimenticato la loro infanzia?

Le storie sono come ragni, con lunghe zampe, e sono come le ragnatele in cui l’uomo finisce aggrovigliato, ma che se le guardi sotto una foglia, nella rugiada del mattino, sembrano tanto belle con quel modo elegante di collegarsi una all’altra, strette strette.

Nessuna guerra degna di questo nome è mai stata combattuta da qualcuno che non si credesse dalla parte giusta. La gente davvero pericolosa crede di fare quello che fa, qualsiasi cosa sia, solo ed esclusivamente perché al di là di ogni dubbio è la cosa giusta da fare. È questo che li rende davvero pericolosi.

Credo in un dio tutto mio che si preoccupa per me e protegge tutte le mie azioni. Credo in un dio impersonale che ha messo in moto l’universo e poi è andato a spassarsela e non sa nemmeno che esisto. Credo in un universo privo di dèi mosso da caos, rumore di fondo e una grande fortuna.

In tutto il Vangelo c’è un solo uomo al quale Gesù promette personalmente un posto in Paradiso. Non a Pietro e Paolo né a nessuno degli altri ma a un ladrone inchiodato sulla croce. Perciò non disprezzare quelli che stanno nel braccio della morte. Magari sono al corrente di qualcosa che tu non sai.

Mi piacciono i sogni. Ne so abbastanza da rendermi conto che la logica dei sogni non è la logica dei racconti, e che è difficile trasformare un sogno in un racconto: al risveglio il sogno si trasforma da oro in foglie, da seta a ragnatela.