San Francesco d’Assisi, le frasi del monaco francescano

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San Francesco d’Assisi è stato un religioso e poeta italiano. Nacque ad Assisi nel 1181 in una ricca famiglia borghese e il suo vero nome era Giovanni di Pietro di Bernardone. Conosciuto anche come il ‘poverello di Assisi’, Francesco abbandonò le ricchezze per vivere in povertà. Fondò l’ordine dei monaci francescani e dedicò la sua vita alla preghiera e alla predicazione.

Santo patrono di Italia, San Francesco viene celebrato dalla Chiesa cattolica il 4 ottobre. Grazie al Cantico delle creature, il Santo di Assisi è riconosciuto anche come uno dei padri della tradizione letteraria italiana.

Ecco di seguito un ricco elenco con le frasi più belle e le citazioni più toccanti attribuite a San Francesco d’Assisi.

Donandosi si riceve, dimenticando se stessi ci si ritrova.

Questa è la nostra vocazione: curare le ferite, fasciare le fratture, richiamare gli smarriti.

Se io incontrassi un sacerdote ed un Angelo, saluterei prima il sacerdote e poi l’Angelo.

Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso.

Predicate il Vangelo, e se è proprio necessario usate anche le parole.

Agli occhi di Dio un uomo vale realmente quel che vale, e niente di più.

Un solo raggio di sole è sufficiente per cancellare milioni di ombre.

Riponi la tua fiducia nel Signore ed egli avrà cura di te.

Ciò che mi sembrava amaro, mi fu cambiato in dolcezza d’anima e di corpo.

Dio mi ha chiamato per la via dell’umilità e mi ha mostrato la via della semplicità.

Desidero poco e quel poco che desidero, lo desidero poco.

E le gioie semplici sono le più belle, sono quelle che alla fine sono le più grandi.

Tanto è il bene che mi aspetto che ogni pena m’è diletto.

Dove è carità e sapienza, ivi non è timore né ignoranza.

Il diavolo fa grande tripudio, quando può togliere la gioia dello spirito al servo di Dio.

Fai attenzione a come pensi e a come parli, perché può trasformarsi nella profezia della tua vita.

Abbiamo bisogno di riempire l’anima dello spirito del Signore e della sua fortezza.

Cominciate col fare il necessario, poi ciò che è possibile e all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile.

Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un artista.

Fratello, dobbiamo restituire il mantello a questo poveretto, perché è suo. Noi l’abbiamo avuto in prestito sino a quando non ci capitasse di incontrare uno più povero.

Se qualcuno ci colpirà su una guancia gli offriremo anche l’altra. Se qualcuno ci porterà via il vestito, gli daremo anche il mantello.

Concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio per cambiare quelle che posso e la saggezza per riconoscerne la differenza.

Chi tratta male un povero fa ingiuria a Cristo, di cui quello porta la nobile divisa, e che per noi si fece povero in questo mondo.

Non appoggiarti all’uomo: deve morire: Non appoggiarti all’albero: deve seccare. Non appoggiarti al muro: deve crollare. Appoggiati a Dio, a Dio soltanto. Lui rimane sempre!

Il servo di Dio non deve mostrarsi agli altri triste e rabbuiato, ma sempre sereno. Ai tuoi peccati, riflettici nella tua stanza alla presenza di Dio piangi e gemi.

Leggere e rileggere incessantemente il santo Vangelo per avere sempre dinanzi alla mente gli atti, le parole, i pensieri di Gesù, al fine di pensare, parlare, agire come Gesù.

La pace che annunziate con la bocca, abbiatela ancor più copiosa nei vostri cuori. Non provocate nessuno all’ira o allo scandalo, ma tutti siano attirati alla pace, alla bontà, alla concordia dalla vostra mitezza.

Chiunque darà ai poveri ciò che possiede sarà accolto da noi con grande gioia e amore. Ci vestiremo come i poveri con misere vesti fatte da stracci ma benedette dal buon Dio.

Tutti coloro che videro il Signore Gesù secondo l’umanità, ma non videro né credettero, secondo lo spirito e la divinità, che egli è il vero Figlio di Dio, sono condannati.

Nessun frate, in qualunque luogo si trovi, od ovunque si rechi, deve mai prendere o ricevere o far ricevere danaro, né per comperarsi abiti o libri o come compenso di qualsiasi lavoro; anzi in nessun caso, se non per necessità di frati infermi; perché non dobbiamo attribuire al danaro una utilità maggiore che alle pietre.