Sant’Agostino d’Ippona, le frasi del vescovo romano

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Sant’Agostino d’ Ippona è stato un filosofo, vescovo e teologo romano vissuto tra il 354 e il 430. Conosciuto più semplicemente come Sant’Agostino è stato definito ‘il massimo pensatore cristiano del primo millennio’.

La sua opera più celebre sono Le Confessioni. Si tratta di uno scritto in XIII libri in cui il Santo racconta la sua vita ed in particolare la sua conversione al Cristianesimo. L’opera è ritenuta tra i massimi capolavori della letteratura cristiana di tutti i tempi.

Si riportano di seguito le frasi più belle tratte dalle opere e gli scritti di Sant’Agostino d’Ippona.

La corona della vittoria non si promette se non a coloro che combattono.

L’ira è una pagliuzza, l’odio invece è una trave.

Amare il peccatore e odiare il peccato.

Dio si conosce meglio nell’ignoranza.

Credi per comprendere: comprendi per credere.

Usando amore per le persone e odio per i vizi.

Io stesso ero divenuto per me un grande enigma.

Chi meglio dà, maggiormente riceve.

La fede consiste nella volontà di chi crede.

Ama e fa’ ciò che vuoi.

Percorri l’uomo per raggiungere Dio.

L’incontro: ritrovarsi nella preghiera.

Se infatti sbaglio, esisto.

Prega per comprendere.

La causa è finita: voglia il cielo che una buona volta finisca anche l’errore!

Dio vuole che il suo dono diventi nostra conquista.

La consuetudine che da certuni non a torto è detta una seconda natura.

Non uscire da te stesso, rientra in te: nell’intimo dell’uomo risiede la verità.

È meglio che i grammatici biasimino noi, piuttosto che la gente non comprenda.

Io non crederei al Vangelo, se non vi fossi costretto dall’autorità della Chiesa.

Togli le prostitute dalla società e ogni cosa verrà sconvolta dalla libidine.

Non avrà Dio per padre, chi avrà rifiutato di avere la Chiesa per madre.

Una madre avrà nel regno dei cieli un posto inferiore a quello della figlia vergine.

Il presente del passato è la memoria, il presente del presente la visione, il presente del futuro l’attesa.

Non possiamo parlare con verità di esistenza del tempo, se non in quanto tende a non esistere.

In realtà la memoria è il ventre dello spirito e invece letizia e tristezza sono il cibo ora dolce ora amaro.

Quello che il nostro spirito, ossia la nostra anima, è per le nostre membra, lo stesso è lo Spirito Santo per le membra di Cristo, per il corpo di Cristo, che è la Chiesa.

Se mi viene data una formula, e io non ne conosco il significato, non può insegnarmi nulla. Ma se so già cosa significa, che cosa può insegnarmi quella formula?

Sì, dalla volontà perversa si genera la passione, e l’ubbidienza alla passione genera l’abitudine, e l’acquiescenza all’abitudine genera la necessità.

Se non è rispettata la giustizia, che cosa sono gli Stati se non delle grandi bande di ladri? Perché anche le bande dei briganti che cosa sono se non dei piccoli Stati?

Colui che dice che non vi sarebbe potuta essere copulazione né generazione se non fosse stato per il peccato, si riduce a fare del peccato l’origine del sacro numero dei santi.

Si devono detestare e punire dappertutto e sempre i vizi contrari alla natura, per esempio i vizi dei sodomiti, che se pure tutti i popoli della terra li praticassero, la legge divina li coinvolgerebbe in una medesima condanna per il loro misfatto, poiché non ha creato gli uomini per fare un tale uso di se stessi.