Simone de Beauvoir, le frasi della scrittrice francese

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Simone de Beauvoir è stata una celebre scrittrice e filosofa francese. Nata a Parigi nel 1908, la pensatrice è nota soprattutto per essere stata la più importante esponente femminile dell’esistenzialismo francese e compagna di vita di Jean- Paul Sartre. Laureatasi nel 1926 alla Sorbona di Parigi, la filosofa si fece presto portavoce di questioni importanti come il femminismo, la resistenza e la lotta ai poteri totalitari.

Tra le sue opere più celebri spiccano titoli come Memorie di una ragazza perbene e Il secondo sesso. Si riporta di seguito un ricco elenco con alcune frasi celebri di Simone de Beauvoir che ben ne rappresentano il pensiero.

Un vecchio è qualcuno che ha molti morti dietro di sé.

È il desiderio che crea ciò che è desiderabile, è il progetto che pone il fine.

Non si nasce donne: si diventa.

Per la società, la vecchiaia appare come una sorta di segreto vergognoso, di cui non sta bene parlare.

C’è una strana malafede nel conciliare il disprezzo per le donne con il rispetto di cui si circondano le madri.

L’umanità preferisce alla vita delle ragioni per vivere.

L’uomo politico è fatto per fare la storia, e per essere annientato da essa.

La verginità ha questa attrattiva erotica solo in quanto va unita alla giovinezza; altrimenti torna ad essere un inquietante mistero.

Il presente non è un potenziale passato, è il momento della scelta e dell’azione.

Capita a volte che il padre si occupi della prole, un fenomeno abbastanza frequente fra i pesci.

La femminilità è una secrezione delle ovaie o sta congelata sullo sfondo di un cielo platonico?

La coppia felice che si riconosce nell’amore sfida l’universo e il tempo; è sufficiente a sé stessa, realizza l’assoluto.

Non sono gli individui ad essere responsabili del fallimento del matrimonio: è la sua stessa istituzione ad essere originariamente perversa.

Se si mantiene una casta in stato d’inferiorità, essa rimane inferiore: ma la libertà può spezzare il cerchio.

Mi sento segare il cuore con una sega dai denti finissimi.

Vi sono risposte che non avrei la forza di ascoltare e perciò evito di porre le domande.

Nessuno è di fronte alle donne più arrogante, aggressivo e sdegnoso dell’uomo malsicuro della propria virilità.

In tutte le lacrime indugia una speranza.

L’umanità è maschile e l’uomo definisce la donna non in quanto tale ma in relazione a sé stesso; non è considerata un essere autonomo.

Tra le donne l’amore è contemplativo, non v’è lotta né vittoria, né sconfitta, ognuna è soggetto e oggetto, schiava e padrona.

Non è sempre il rifiuto a farsi oggetto che porta la donna all’omosessualità; la maggior parte delle lesbiche cerca al contrario di impadronirsi dei tesori della propria femminilità.

Che cos’è un adulto? Un bambino gonfio di anni.

La coppia è una comunità i cui membri hanno perso la loro autonomia senza liberarsi della solitudine.

Non si trasforma la propria vita senza trasformare sé stessi.

La scrittura esige virtù scoraggianti, sforzi, pazienza; è un’attività solitaria in cui il pubblico esiste solo come speranza.

Se oggi la femminilità è scomparsa è perché non è mai esistita.

Mi è stato più facile pensare un mondo senza creatore, che un creatore pieno di tutte le contraddizioni del mondo.

Una donna può dedicarsi alle donne perché l’uomo l’ha delusa, ma talvolta l’uomo la delude perché essa cercava in lui una donna.