Vujadin Boškov, le frasi storiche dell’indimenticabile Mister

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Vujadin Boškov è stato un calciatore e un allenatore di calcio serbo classe 1931 (scomparso a Novi Sad il 27 aprile 2014). Oltre che per i suoi successi professionali – resta mitico lo scudetto conquistato alla guida della Sampdoria (stagione 1990-1991) – , “Zio Vuja” durante la sua carriera si è distinto per il suo originale modo di comunicare. Frasi brevi e lapalissiane, condite da ironia e schiettezza lo hanno infatti reso un battutista celebre capace di consegnare al ‘dizionario sportivo’ del Bel Paese una serie di aforismi e modi di dire indimenticabili e indimenticati. “Rigore è quando arbitro fischia”, “Squadra che vince, non si cambia”, “Partita finisce quando arbitro fischia” sono solo alcune delle espressioni tutt’oggi utilizzate da chi parla e tratta dello sport più bello del mondo.

Di seguito è stato stilato un elenco di frasi celebri di Vujadin Boškov, il compianto Professore del pallone.

Rigore è quando arbitro fischia.

Squadra che vince, non si cambia.

Partita finisce quando arbitro fischia.

Dopo pioggia viene sole.

Un grande giocatore vede autostrade dove altri solo sentieri.

Io penso che per segnare bisogna tirare in porta. Poi loro sono loro, noi siamo noi.

Chi non tira in porta non segna.

Se vuoi fare una brutta figura, parla con gli arbitri, scoprirai le tue debolezze di carattere.

Più bravi di Boskov sono quelli che stanno sopra di lui in classifica.

Quando segnano gli avversari c’è sempre qualche distrazione dei difensori.

Se mettessi in fila tutte le panchine che ho occupato, potrei camminare chilometri senza toccare terra.

Senza dissiplina vita è dura.

Squadra che vince scudetto è quella che ha fatto più punti.

Un 2 a 0 è un 2 a 0, e quando fai 2 a 0 vinci.

Questa partita la possiamo vincere, perdere o pareggiare.

Tedeschi sono come tedeschi, montenegrini come montenegrini.

No serve essere 15 in squadra se tutti in propria area.

La zona? Un brocco resta brocco anche se gioca a zona.

La mia grossa preoccupazione è prendere un gol meno dell’avversario.

Lombardo è come Pendolino che esce dalla galleria.

Benny Carbone con sue finte disorienta avversari ma pure compagni.

Se io slego il mio cane, lui gioca meglio di Perdomo.

Io non dire che Perdomo giocare come mio cane. Io dire che lui potere giocare a calcio solo in parco di mia villa con mio cane.

Gullit è come cervo che esce di foresta.

Gullit è come cervo ritornato in foresta.

Se non gioca Castellini io mettere Hugo. Altro non hay.

Palla a noi, giochiamo noi, palla a loro, giocano loro.

Pallone entra quando Dio vuole.

Per vincere partite bisogna fare più gol.

Non si possono prendere quattro gol contro avversari che superano tre volte nostra metà campo.

In campo sembravamo turisti. Con la differenza che per entrare allo stadio non abbiamo pagato il biglietto.

Non ho bisogno di fare la dieta. Ogni volta che entro a Marassi perdo tre chili.

L’allenatore deve essere al tempo stesso maestro, amico e poliziotto.

Gli allenatori sono come le gonne: un anno vanno di moda le mini, l’anno dopo le metti nell’armadio.

Nel calcio c’è una legge contro gli allenatori: giocatori vincono, allenatori perdono.

Ci sono allenatori che pretendono di far mangiare ai loro giocatori prosciutto di San Daniele e formaggio Bel Paese. Poveri noi e poveri loro.

Gli allenatori sono come i cantanti lirici. Sono molti e anche bravi, ma soltanto due o tre possono cantare alla scala di Milano.

Grandi squadre fanno grandi giocatori. Grandi giocatori fanno spettacolo e migliore calcio.

Io penso che tua testa buona solo per tenere cappello.
(Rispondendo a un giornalista che fece previsioni sulla retrocessione del Napoli)

Loro come noi, due gambe e undici giocatori in campo. Più di noi hanno solo le Fiat.
(Riferendosi alla Juventus)

Meglio perdere una partita 6-0 che sei partite 1-0.

Meglio perdere 4-0 che perdere 5-0.
(Dopo Inter–Napoli finita 4-0)

Se uomo ama donna più di birra gelata davanti a tv con finale Champions, forse vero amore, ma non vero uomo.
(Citazione spesso ed erroneamente attribuita a Boškov, ma in realtà scritta da un falso profilo Twitter)