Alessandro Del Piero, le frasi del campione juventino

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Soprannominato ‘Pinturicchio’ per la sua eleganza nel gioco, Alessandro Del Piero è uno dei più grandi campioni del calcio italiano e non solo. Veneto, classe 1974, il celebre calciatore è stato capitano della Juventus dal 2001 al 2012. Con il club bianconero, Del Piero ha vinto numerosi trofei nazionali e internazionali e ha scritto la storia del calcio.

Attaccante dalle tecniche sopraffine, Del Piero è stato anche tra i protagonisti della Nazionale italiana e ha vinto il titolo di campione del mondo nel 2006. Il celebre calciatore è secondo nella classifica dei migliori marcatori italiani di tutti i tempi con ben 346 gol segnati in carriera.

In questa pagina sono raccolte alcune delle frasi più belle di Alessandro Del Piero che ben ne rappresentano lo spirito da vero campione.

Un cavaliere non lascia mai una Signora.

Chi conosce la Juventus, sa che dopo che si è vinto, bisogna rivincere. E rivincere ancora.

La Juve è casa mia.

Sono come la Juve: non pongo limiti nemmeno a me stesso.

Le magliette tutte identiche vogliono dire squadra.

Ora siamo in B e non possiamo fare altro che confrontarci con questa realtà, una realtà difficile.

Ho sempre pensato che non basta soltanto raggiungere i grandi traguardi. Il valore dipende anche da come li raggiungi.

Da quando gioco tutti gli scudetti che ho visto vincere sono stati meritati. Sia i nostri che quelli delle altre squadre.

Vivere in compagnia del talento è come avere un amico esigente, uno che ti aiuta ma non smette mai di chiedere.

Non era rigore ma non ho fatto in tempo a dirlo all’arbitro.

Non mi sveglierò mai da questo sogno, perché è vero, è tutto vero: sono diventato campione del mondo, gioco in serie B con la mia squadra, con il mio 10 sulla schiena.

Sono orgoglioso di essere juventino, di essere una “bandiera”, come mi definite spesso, ma in realtà io sono solo una piccola parte di una grande bandiera bianconera.

È incredibile come tutto quello che mi accada quando indosso questa maglia riesca sempre a sorprendermi e ad essere così speciale.

Oggi si pensa che una persona buona sia una persona fessa, invece la bontà è fondamentale.

Lo stile è un’attitudine, un modo di essere e direi anche di benessere, perché è sinonimo di essere a posto con se stessi, di emanare positività. La moda e l’eleganza sono importanti, ma in campo e fuori per avere stile ci vuole anche tanto carattere.

Villar Perosa è la casa della famiglia Agnelli. Dunque la casa della Juventus. La casa dell’estate, quella dove si scoprono i volti nuovi ma anche gli amici di sempre. Quella dove tutti i sogni sono possibili.

Il legame con la Juve però è antecedente a quello con la mia città, e sconfina in quel territorio mitico dell’infanzia, di poster e sogni di gloria.

La Juve è dentro la sua storia, che è fatta di vittorie e di mentalità vincente: questa è la sua forza. È una squadra che vince perché ha imparato a soffrire quando non vinceva.

La Juve è sempre stata un meraviglioso dipinto, e un meraviglioso dipinto ha bisogno di una cornice meravigliosa come questa: lo Juventus Stadium.

La terza stella? Sicuramente sul cuore ce l’abbiamo ed anche sul campo poi quello che viene decretato da altri criteri è da rispettare e non dobbiamo andare oltre ma quello che è stato vissuto è questo e vogliamo che rimanga.

Sono felice che abbiate sorriso, esultato, pianto, cantato, urlato per me e con me. Per me nessun colore avrà tinte più forti del bianco e nero. Avete realizzato il mio sogno.

Nella gente c’è riconoscenza per chi gioca fino all’ultimo minuto con la stessa maglia, come Totti e Maldini, e questi campioni possono anche educare la gente ad un calcio migliore.

Ci tengo a sottolineare che il legame per la maglia e per i tifosi per me non è quantificabile. Ho firmato il mio primo contratto con la Juventus in bianco, firmerò anche quello che sarà l’ultimo della mia carriera con questa maglia in bianco.

La maglia numero 10 della Juve deve essere indossata, non ritirata. È bello che tutti i bambini possano sognare di giocare con una maglia che in 113 anni è stata vestita da grandissimi campioni. La Juve c’è stata, c’è e ci sarà a prescindere da Alessandro Del Piero.

Al mio passato a Torino, ogni giorno, penso tanto e poco: tanto perché 19 anni non si scordano facilmente, poco perché qui l’ambiente ti porta a concentrarti sul presente, sul momento. Rimango un tifoso bianconero, non vedo come potrebbe essere diversamente, ma ormai la Juventus è il passato.

Seguo la Juventus, la serie A e naturalmente la Champions League. Non so quando potrei tornare allo Juventus Stadium, ora è una domanda che non mi pongo.