Antonio Gramsci, le frasi del grande politico

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Antonio Gramsci è stato un politico, scrittore, giornalista e filosofo italiano. Nato ad Ales, in provincia di Oristano nel 1891, Gramsci fu tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia nel 1921. Nel 1926 venne perseguitato dal regima fascista e imprigionato a Turi. Nel 1934 ottenne la libertà condizionata a causa delle sue sempre più gravi condizioni di salute e trascorse gli ultimi anni di vita ricoverato in una clinica.

Il filosofo analizzò a lungo la struttura culturale e politica della società, elaborando anche il concetto di ‘egemonia’.

Ecco di seguito alcune celebri frasi e citazioni tratte dagli scritti e le opere di Antonio Gramsci.

Chi ha fede, chi solo alla realtà attinge l’energia necessaria per combattere le lotte sociali deve rimanere sul terreno della violenza contro la violenza e non subirà umiliazioni.

L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera.

L’illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva; la storia insegna, ma non ha scolari.

Dire la verità, arrivare insieme alla verità, è compiere azione comunista e rivoluzionaria.

Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

La crisi consiste appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati.

In principio era il verbo…No, in principio era il sesso.

Il tempo è la cosa più importante: esso è un semplice pseudonimo della vita stessa.

Il tempo è la cosa più importante. Un semplice pseudonimo della vita stessa.

La religione è la più gigantesca utopia, cioè la più gigantesca ‘metafisica’ apparsa nella storia.

Meglio ripetere una verità già nota che cincischiarmi l’intelligenza con paradossi brillanti che fanno sorridere, ma non pensare.

I piú calmi, sereni e misurati sono i contadini; poi vengono gli operai, poi gli artigiani, quindi gli intellettuali, tra i quali passano raffiche improvvise di follia assurda e infantile.

Questa non è cultura, è pedanteria, non è intelligenza, ma intelletto, e contro di essa ben a ragione si reagisce. La cultura è una cosa ben diversa.

La bontà disarmata, incauta, inesperta e senza accorgimento non è neppure bontà, è ingenuità stolta e provoca solo disastri.

La mia praticità consiste in questo: nel sapere che a battere la testa contro il muro è la testa a rompersi e non il muro.

Sono pessimista con l’intelligenza, ma ottimista per la volontà.

Ogni movimento rivoluzionario è romantico, per definizione.

Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza.

Anche quando tutto è o pare perduto, bisogna rimettersi tranquillamente all’opera, ricominciando dall’inizio.

Dato che dobbiamo costruire il Paese, costruiamo repertori, enciclopedie, dizionari.

La bontà disarmata, incauta, inesperta e senza accorgimento non è neppure bontà, è ingenuità stolta e provoca solo disastri.

Si diventa vecchi quando si incomincia a temere la morte e quando si prova dispiacere a vedere gli altri fare ciò che noi non possiamo più fare.