Claudio Baglioni, tra musica e parole: frasi e citazioni del cantautore romano

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Claudio Baglioni è uno degli artisti più poliedrici e apprezzati dell’attuale panorama musicale italiano. Nato a Roma nel 1951, Baglioni è infatti non solo cantautore ma anche autore e conduttore televisivo. Nel corso della sua lunga e fortunata carriera ha collezionato una serie di record di vendite. Le sue canzoni sono tra le più apprezzate da ogni generazione.

L’artista ha raggiunto il suo massimo successo con l’album La vita è adesso, rimasto per ben 18 mesi in cima alle classifiche italiane. Tra i brani che hanno fatto la fortuna di Baglioni ci sono titoli come Questo piccolo grande amore, Amore bello e Strada facendo.

In questa pagina troverete una ricca raccolta con le frasi più belle di Claudio Baglioni e le citazioni tratte dalla sue canzoni più famose.

A volte più che di un mondo nuovo, c’è bisogno di occhi nuovi per guardare il mondo.

Diversità e molteplicità rappresentano una ricchezza e non un costo, un più e non un meno, la soluzione e non il problema.

La pace si conquista. La guerra è conquista. La pace è progetto. La guerra, rigetto.

Ho sempre pensato al tempo come a un contenitore e all’uomo come al suo contenuto.

I giovani di oggi hanno poca voglia di vivere, di ridere. Sono sempre alla ricerca del «massimo» in tutto, seguono ideali violenti e altissimi che probabilmente non potranno mai raggiungere.

Un uomo che non ha di che nutrirsi non può chiamarsi uomo.

Un artista che dura tanto può solamente peggiorare.

Qualsiasi persona venga al mondo ha il diritto e il dovere di fare la sua opera di ribellione, perché altrimenti non ha senso che venga al mondo e si adegui a tutto quello che già esiste.

In fondo si scrive per colmare qualcosa che non abbiamo, e più si scrive d’amore e meno ne sappiamo; d’altronde anche i cani vanno a ululare alla luna perché non capiscono cosa sia.

E non vogliamo andare in paradiso se lì non si vede il mare.

Il passato non passò per niente, il futuro non fu neanche dopo, ed il presente è sempre assente.

Se anche tu vedi la stessa luna non siamo poi così lontani.

Il cuore lo trovai in corsia caduto mezzo morto, poi si rialzò ma restò zoppo.

Pensa amore mio, che t’insegnai mille altri cieli e non seppi mai soffiarti vento sulle ali.

Non c’è solitudine quando si è soli.

Tu sei dentro di me | come l’alta marea.

Non si va mai così lontano e mai via di qua come quando non si sa bene dove si va.

Io e te come in un fermo immagine… attori e spettatori.

E un cielo accenderanno… comete come te.

E se andrai lontano, fa che non sia troppo fuori mano o trova un posto irraggiungibile.

Siamo qui forse appena un po’ più stanchi | fieri perché no di quei capelli bianchi.

Sono stato troppo via con questa troppa nostalgia di me quand’ero te.

Ma che cos’è mai che mi fa credere ancora, mi riga gli occhi d’amore e mi addormenterà dalla parte del cuore ?

Chi ci sarà dopo di me | respirerà il tuo odore | pensando che sia il mio | io e te che facemmo invidia al mondo | avremmo vinto mai | contro un miliardo di persone? | E una storia va a puttane, sapessi andarci io.

Certe cose le trovi solo quando smetti di cercarle.

E quando non si crede più in niente finisce che si crede a tutto.

E non lasciare andare un giorno per ritrovar te stesso, figlio di un cielo così bello, perché la vita è adesso.

Sei tu che porterai il tuo amore per cento e mille strade, perché non c’è mai fine al viaggio anche se un sogno cade.

Avrai una donna acerba e un giovane dolore | viali di foglie in fiamme ad incendiarti il cuore.

Il presente è un foglio troppo piccolo per ospitare anche un solo schizzo di eternità.

L’amore è come la marea: quando si ritira lascia solo detriti.

Giorni passati a dividere il cielo dal mare, a prendere la rincorsa per volare.

Sull’asfalto acquoso una luna affilata a tagliare i fili che legano le stelle.

E meglio è amare e perdere | che vincere e non amare mai.

A rubare il fuoco ci si bruciano le vite, ma un po’ d’aria per campare si respira anche dalle ferite.

Avrai discorsi chiusi dentro e mani | che frugano le tasche della vita | ed una radio per sentire | che la guerra è finita.

Avrai avrai avrai il tuo tempo | per andar lontano | camminerai dimenticando | ti fermerai sognando. | Avrai avrai avrai la stessa mia | triste speranza | e sentirai di non avere | amato mai abbastanza: | se amore amore avrai.

Gli occhi come due pezzi di vetro, | tu non sei come ti credevo io. | Un autotreno mi ruggisce dietro | ma perché hai fatto il mondo così triste, Dio?

Dove sono stato, in tutti questi anni, | io me n’ero andato a lavarmi i panni | dagli inganni del successo, | a riscoprirmi uomo | io sempre lo stesso, | più grigio ma non domo.

Se non siamo più come ci siamo amati, non sapremmo mai quel che saremmo stati.

Fa’ che il viaggio di un uomo non sia la bugia di una meta, ma la verità della strada che è lunga e segreta.

L’incanto è nel futuro, raramente nel passato, mai nel presente.

La magia è come il silenzio: appena la chiami svanisce.

Il sogno svanì così come svaniscono i sogni: senza avvisare né chiedere permesso.

I sogni sono come il pesce: o si consumano freschi, o avvelenano.

Siamo ciò che siamo stati.

Il passato è sale, si scioglie per dare sapore al futuro.

Una rivoluzione è rivoluzione solo se fallisce.

No, non cambiare mai | e abbi cura di te | della tua vita, del mondo | che troverai.

Ma cosa è stato di un amore che asciugava il mare, che voleva vivere volare, che toglieva il fiato ed è ferito ormai?