Don DeLillo, le frasi dello scrittore americano

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Don DeLillo è un celebre scrittore americano. L’autore, il cui vero nome è Donald Richard DeLillo, è nato a New York nel 1936 da una famiglia di emigrati italiani e ha vissuto l’infanzia e l’adolescenza nel Bronx. Il suo esordio nella narrativa è avvenuto nel 1971 con il romanzo Americana.

Tra le sue opere più celebri ci sono titoli come Rumore Bianco, Cane che corre, Underworld e Cosmopolis. Nei suoi scritti racconta la società americana con le sue opportunità e contraddizioni.

Ecco di seguito le frasi più belle tratte dalle opere di Don DeLillo.

Non siamo capaci di imparare niente dagli stereotipi che ci circondano, neppure che siamo tutti uguali.

Si può avere nostalgia di un posto anche quando ci si sta.

Possano i giorni essere senza meta. Le stagioni scorrano. Non si prosegua l’azione secondo un piano.

Il bello dell’amarezza è che puoi lavorarci sopra, purificare l’angoscia e il rancore.

Lottare significa mescolare la propria vita al più vasto flusso della storia.

I figli sono fatti così. Per loro noi siamo lo stimolo sbagliato.

Le persone pensano a quello che sono nell’ora più silenziosa della notte.

Il libro si adatta alla mano, si adatta all’individuo.

Con gli scarti della gente si potrebbe costruire una nazione.

C’è qualcosa nella fedeltà di un cane che compensa tutta l’angoscia che ci tocca nella vita.

Non ho mai sentito la differenza, con il passare del tempo, fra bambino e uomo, ragazzo e uomo.

Nei miei sogni scorrevano fiumi e peccati, occhi sbarrati di volti sommersi.

Essere un turista vuol dire evitare la responsabilità.

Tutto dovrebbe essere qualcosa. Ma non lo è mai. È la natura dell’esistenza.

Tutto è qualche settimana appena. Tutto è questione di giorni. La vita è fatta di minuti.

Dio ha fatto i grandi uomini. E Dio ha fatto i piccoli uomini. Ma poi la Colt ha fatto la .45 per renderli uguali.

Se sai di non valere nulla, solo un gioco d’azzardo con la morte riesce a soddisfare la tua vanità.

Quello che gli altri credono di vedere in una persona finisce col diventare la sua realtà.

In società ridotte allo sperpero e alla sovrabbondanza, il terrore è l’unica azione significativa.

A vent’anni, tutto quello che sai è che hai vent’anni. Il resto è una nebbia che si agita intorno a questo dato.

Ci sono delle stelle morte che splendono ancora perché il loro bagliore è catturato dalla trappola del tempo.

La gente va in ferie non per riposare o divertirsi o vedere posti nuovi, ma per sfuggire alla morte insita nelle cose di tutti i giorni.

Non c’era nessun posto in cui volesse andare, niente a cui pensare, nessuno ad attenderlo. Come poteva muovere un passo in una direzione se tutte le direzioni si equivalevano?

Avevo imparato il significato di una porta chiusa, che l’amicizia era una moneta fuori corso e che era importante mentire anche quando non ce n’era bisogno.

Gli orologi hanno accelerato l’ascesa del capitalismo. La gente ha smesso di pensare all’eternità. Ha cominciato a concentrarsi sulle ore, ore misurabili, ore lavorative, e a usare il lavoro in modo più efficiente.