Federico Buffa, l’arte del narrare: le frasi celebri del giornalista sportivo

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Federico Buffa è un giornalista e telecronista sportivo italiano. Milanese classe 1959, Buffa è laureato in Giurisprudenza. Nel 1986 è diventato giornalista pubblicista e nel 1991 ha debuttato come telecronista durante gli incontri di basket.

Dopo aver commentato per anni le partite NBA, il giornalista ha iniziato a dedicarsi anche al calcio e per Sky Sport ha seguito i mondiali in Sudafrica e in Brasile, distinguendosi con il suo stile coinvolgente ed evocativo.

Ecco alcune delle frasi più belle e delle battute più celebri di Federico Buffa.

Allora ti racconterò una storia, la più bella storia della mia vita è a Singapore. C’è un albergo a quattro piani, in relazione al piano si varia il livello di trasgressione: cioè, cambiano le mignotte, sostanzialmente…

L’estetica di Federer è stata per un periodo una delle vette dello sport mondiale.

L’eleganza di Federer era proprio da vedere. È stato per un periodo il “principe” dello sport mondiale. Certo che mantenere quell’efficacia insieme all’estetica per un periodo così lungo in un sport singolo è veramente faticoso.

Il tennis è nettamente il più difficile di tutti gli sport, perché è il più complesso a livello mentale, non c’è un altro sport con un simile dispendio psichico. Il dover capire chi hai davanti, come una partita può cambiare in un istante. […] Il pendolo oscilla in modo molto più rapido rispetto a tutti gli altri sport.

Tra le cose imprevedibili della vita ci sono i liberi di Shaq… Alterna tocchi dolcissimi a palle da bowling buttate in zona-ferro…

Nel romanzo di Philip Dick che ha dato origine a Blade Runner a un certo punto uno chiede: “Ditemelo se sono un androide, eh.” Ditemelo se è un androide… Sei un androide Shaq!.

Baroni si nasce; e lui, modestamente, lo nacque. Tre quarti di nobiltà cestistica, Baron Davis.

Allen Iverson è la cosa più veloce mai vista su due gambe.

Rasheed Wallace? C’è una regalità, una bellezza, una forza in quell’uomo fuori dal comune. Certo, ci sono due problemini psichici… e chi non ne ha?

Non puoi difendere su Rasheed Wallace quando tira così! Non è un problema di Radmanovic, non è un problema dei Sonics… è un problema del mondo!

Wallace gli è andato via non solo fisicamente, ma anche verbalmente a Garnett! (Commentando una schiacciata di Rasheed Wallace)

La verità ha un nome e un numero, il 34. E fa veramente male…

C’è differenza tra essere il migliore di tutti e essere sul punto di diventare il migliore di tutti, se quel punto dura da tre anni (Riferendosi a LeBron James).

L’onnipotenza logora chi non ce l’ha… (Finale di gara 2 Cavs-Magic, dopo il tiro da tre di LeBron James che decide la partita)

Diario dell’uomo che volle farsi re, dicembre 2005. (Su una schiacciata di LeBron James)

Austin aspetta una franchigia NFL, cosa possibile in un universo parallelo dove i Clippers vincono il titolo NBA e il Milan non vende i palloni d’oro… (Durante San Antonio vs L.A. Lakers, febbraio 2010)

Fish dà l’ultimo colpo di pennello ai suoi girasoli… (NBA Finals 2010, gara 5, canestro e fallo subito da Derek Fisher)

Non so quanto intenzionale fosse, però le cose accadono intorno a lui. (Dopo un assist di Rajon Rondo)

Le parole che state cercando sono: “No, non è possibile!” Vince and Jason! (Dopo un alley-oop tra Jason Kidd e Vince Carter)

O Signore, il morso del Mamba. (Su una schiacciata di Kobe Bryant)

Le gioie della vita: Michelle Pfeiffer, il cioccolato… e Kobe Bryant in campo aperto.

Kobe Bryant e LeBron James? Niente da dire. Quattro mani coltivate dalla letteratura del gioco.

Canestro che probabilmente è possibile ad un solo altro bipede sulla faccia della terra e s’è ritirato! (mmentando una schiacciata rovesciata su raddoppio di Kobe Bryant)

Dalembert? Quindici anni lavandoti con l’acqua piovana, e poi stai un pochino più attento al dollaro che guadagni nell’NBA…

Io lo trovo semplicemente ammorbante… Tramonto in barca a vela? Gol di Tardelli al Bernabéu? No, Leebroon Jamees!

La regola del “semicerchio” difensivo? Quel fruscìo che sentite, è James Naismith, che ‘sto gioco l’ha inventato, che si rivolta nella tomba.

Se i Clippers avessero un giornale del tipo “Hurrà Clippers” o “Forza Clippers” il titolo sarebbe “ohè, son tempi duri” e sottotitolo “quando mai non lo sono stati?”

Un minimo di equilibrio, poi ci sono 82 partite: si va su e giù con un minimo di frequenza…

La Grande Mela, dove anche la Statua della Libertà, com’è noto, ha già il braccio alzato per ricevere in post basso, non perdona, anch’essa in tutti i sensi. Controllare Controllare.

Tracy McGrady? Il suo meglio probabilmente l’ha dato nel primo tempo contro Utah poi… sfiga! È nato il figlio. Ma anche tu, giovane McGrady, ma non lo sai che senza il tuo papà son 0-10? Dovevi nascere proprio nell’intervallo?

Nel confessionale, a turno da Brown i giocatori. Bryant: “Potremmo mettere delle cose che facevamo anche l’anno scorso?”. Gasol: “Mi rimandi in post basso un attimo?”. World Metta Peace: “Scusa coach, che ore sono?”

Jack Nicholson non lo vedevo così incazzato da Shining.

Ray Allen, la storia in verde ha un numero, un nome ed un rumore, quello della retina.

Ray Allen, commovente… il suo tiro è più pulito della Casa Bianca. Guardate cosa esce da quella mano… un sonetto!

Ray Allen, se non siete in piedi vi invitiamo caldamente a farlo.. obiettivamente davanti alla grandezza c’è poco da fare, si osserva!

Rajon Rondo, tutti da te, hai sempre rajone.

Rajon Rondo, un padrone, un padrone!

Rajon Rondo, testardo, impaziente, egoista, totalmente indispensabile ed essenziale per questa squadra.

Rajon Rondo? Le partite in cui piglia 13, 14, 15 rimbalzi all’interno della tripla doppia, veramente, mi sbiellano!

JaVale McGee? Hai sempre l’impressione che debba spaccare il mondo, ma il mondo resta intatto con una certa continuità.

Chris “Birdman” Andersen, se lo vedete questa sera per la prima volta perché siete spettatori occasionali dell’Nba e avete bisogno di spiegazioni… non ne abbiamo. Persino Artest, o World Metta, lo guarda con sospetto.

Kobe Bryant? D’altra parte, come diceva Hopper, se avessi avuto le parole non avrei dipinto.

Il tredicesimo apostolo! No… Hill si ritira quest’estate… (Sul tiro di Kobe Bryant, marcato da Grant Hill, che dà la vittoria ai Lakers vs Phoenix Suns, Nba Conference Finals 2010 – Gara 6)

James Harden? Se vivessi ad Oklahoma City andrei anch’io alla partita con la barba. “Ma avvocato?!?”. Lasci stare, barba, barba!

Dalla al Barba… dalla al Barba. (Su James Harden)

Wilt Chamberlain? A casa sua c’era un semaforo, che Chamberlain azionava quando portava le sue discrete conquiste, ovviamente più di una alla volta, rosso giallo verde. Rosso: te ne devi andare. Giallo: vediamo. Verde: go. Chissà perché diceva sempre “go”…

Gilbert Arenas? M’hanno detto che un colpo che ha è, quando è in trasferta, ciula le chiavi della macchina a un suo compagno di squadra e, gente che prezzola lui, le fa duplicare e poi le manda Federal Express a un altro suo complice che è a Washington, quando sono in un viaggio lungo, e quindi questo gli porta via la macchina al suo compagno di squadra perché è nel garage dei Wizards. Questi arriva e fa: “Porca troia, il Cayenne! Ma chi cazzo me l’ha ciulato qua dentro?”. E lui: “Ma guarda che è incredibile… è uno scandalo!”.

Io non so cosa volesse realmente dire Phil Jackson quando ha inventato la vera massima zen della pallacanestro NBA, “lascia che la partita arrivi a te”. Ho capito che Jordan giocava due quarti così così, poi ne giocava due finali dove vinceva la partita, Bryant magari su questo argomento aveva qualcosa da aggiungere. Ho capito cosa voleva dire ieri sera, Durant ha fatto il facilitatore e ha poi deciso la gara. (Sulla prestazione di Durant, in Gara 4 delle Nba Conference Finals 2012)

Open di Andre Agassi? La cosa più bella di sport scritta negli ultimi vent’anni, basket escluso per mia deformazione professionale. Non è nemmeno questione di essere appassionati di tennis perché è un libro di vita. Lui è eccezionale nel capire che cosa deve dire di sé che possa essere compreso o esplorato da altri. Non è la solita autobiografia del campione alcolizzato che alla fine spiega come ne è uscito. È molto più sottile, ha dei rivoli di pensiero che ti obbligano a leggerlo.

Gli Indiana Pacers? La franchigia è maledetta da quella notte del novembre 2004, da quando Ron Artest, che stava facendo la Maya Desnuda a bordo campo, è stato coperto da una birra di uno spettatore……e ormai è la solita dicotomia tra good guys e bad guys….Ecco, questo peraltro del bene e del male, è la dicotomia che accompagna gli Stati Uniti da quando era una comunità silvopastorale e come forse avete intuito dalla storia del paese, tendono ad automettersi dalla parte del bene… Hollywood c’azzuppa da 80 anni…

E i giocatori si presentavano tra di loro, finché uno va da Chamberlain e dice: “Buonasera signor Chamberlain, io sono Karl Malone…”. Ma Chamberlain era talmente superiore che gli diceva “Sì, sì, bravo, bravo…”. “Mi autograferebbe…”. “Sì, sì, volentieri. Come hai detto che ti chiami?”.