Frasi e aforismi su Berlino e i berlinesi

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Berlino è la capitale della Germania, nonché una tra le città più importanti e influenti al mondo. Importante centro politico, culturale, scientifico, fieristico e mediatico, in termini di abitanti è seconda solo a Londra tra i comuni europei. Numeri alla mano i berlinesi sono 3.711.930. Città ‘divisa’ in due fino al 9 novembre 1989, quando si cominciò ad abbattere il Muro, fu il simbolo per quattro decenni della Guerra Fredda.

Di seguito è stata stilata una serie di frasi e aforismi famosi su Berlino, la capitale tedesca.

Berlino è la città più simbolica del Ventesimo secolo
(Alan Bullock)

È finita! Il cielo è azzurro sopra Berlino! Siamo campioni del Mondo!
(Marco Civoli)

Parigi è sempre Parigi e Berlino non è mai Berlino!
(Jack Lang)

Berlino è povera, ma sexy.
(Klaus Wowereit, ex sindaco di Berlino)

Ogni anno in villeggiatura il berlinese vede che anche su questa terra è possibile vivere
(Kurt Tucholsky)

Berlino: qui sono straniera e tuttavia è tutto così familiare. In ogni caso non ci si può perdere: s’arriva sempre al muro
(Dal film Wim Wenders Il cielo sopra Berlino)

Non credo che ci sia qualcosa nel mondo che non possa essere imparato a Berlino – fatta eccezione per il tedesco!
(Mark Twain)

Perché ti pare possibile, che Berlino… abbia tre volte i turisti di Roma? Quel cesso di città che è Berlino, bombardata!
(Vittorio Sgarbi)

Tu sei pazzo figlio mio, tu devi andare a Berlino! Dove stanno i pazzi, quello è il tuo posto!
(Detto popolare tedesco)

Berlino è un posto di cui non posso più fare a meno, in cui ritorno sempre
(Günter Grass)

Berlino è così meravigliosamente viva, così carica di una strana elettricità
(Vicki Baum)

Le barriere non si aprono per richiuderle
(9 novembre 1989: Erhard Krack, borgomastro di Berlino Est)

Berlino è più un continente che una città
(Jean Paul)

Nessuno ha intenzione di costruire un muro!
(Walter Ulbricht, il 15 giugno 1961: 2 mesi prima della costruzione del Muro)

Berlino è la più nuova città in cui io sia stato. Anche Chicago apparirebbe vecchia e grigia al confronto
(Mark Twain)

Berlino combina la cultura di New York, il traffico di Tokyo, la natura di Seattle, ed i tesori storici di, beh, di Berlino
(Hiroshi Motomura)

I berlinesi non hanno niente a che vedere l’uno con l’altro. Non vogliono saperne di nessuno e ognuno vive per proprio conto
(Kurt Tucholsky)

Io vidi Berlino e m’impressionò enormemente. Per la prima volta percepivo il ritmo, l’ebbrezza e il fermento della metropoli
(Gerhart Haupmann)

Le berlinesi vestono male; cambiano molto, è vero, ma è un peccato per le belle stoffe sciupate per tali pupattole
(Fryderyk Chopin)

Il giorno della caduta del Muro fu il giorno della felicità, ma anche il giorno della vergogna. Ma i giovani cancelleranno le ferite del Muro
(Helmuth Kohl, novembre 2004)

Tutti gli uomini liberi, ovunque si trovino, sono cittadini di Berlino. Come uomo libero, quindi, mi vanto di dire: Io sono un Berlinese
(John Fitzgerald Kennedy, dal discorso a Berlino Ovest – 26 giugno 1963)

Su questa città non c’è cielo. Che vi brilli il sole è cosa opinabile; in ogni caso il sole lo si vede solo quando abbaglia chi vuole attraversare il Damm. Del clima si dice male, ma in realtà a Berlino non esiste clima
(Kurt Tucholsky)

I berlinesi sono antipatici, senza riguardi, scortesi e vogliono sempre avere ragione, Berlino è repellente, rumorosa, sporca e grigia, ovunque cantieri e strade intasate. Ma mi dispiace per tutti quelli che non possono vivere qui!
(Anneliese Boedecker)

In qualità di newyorkese, trovo particolarmente strano che in realtà Berlino non esista, ma che ci siano solo un mucchio di paesi che si chiamano Berlino
(Henry F. Urban)

È la tragedia di un destino, che condanna la pur tanto cresciuta Berlino a un continuo divenire, da insediamento slavo di pescatori a potente metropoli e capitale senza mai giungere al compimento del processo
(Karl Scheffler)

Signor Gorbaciov, se lei cerca la pace, se cerca prosperità per l’unione Sovietica e l’Europa dell’est, signor Gorbaciov venga a questa porta, apra questa porta e abbatta questo muro
(Ronald Reagan)

Il berlinese non sa conversare. Talora si vedono due persone che parlano insieme, ma non è che conversano, si recitano l’un l’altro il proprio monologo
(Kurt Tucholsky)

La vita notturna berlinese: incredibile, una cosa simile il mondo non l’ha ancora vista! Un tempo avevamo uno straordinario esercito; ora abbiamo straordinarie perversioni! Vizi e ancora vizi! Qui bolle sempre qualcosa in pentola, signori miei! E bisogna averlo visto!
(Klaus Mann)

Nei caffè e nei ristoranti di Berlino, il maggiore movimento si produce tra la mezzanotte e le tre del mattino. E tuttavia, la maggior parte delle persone che li frequentano si alzano alle sette. O il berlinese ha risolto il grande problema della vita moderna – quello di vivere senza dormire – oppure, come Carlyle, brucia le tappe verso l’eternità
(Jerome K. Jerome)

Per visitare Berlino bisogna saper vedere anche quello che non c’è più e saper intuire una ingannevole realtà. Qui gli eventi sono cicatrici sul volto della storia, ma la loro capacità evocativa è intatta. A Berlino nulla resta più visibile di ciò che si cerca di cancellare
(Johann Bernhard Merian)

La giovane capitale tedesca si considerava anche la città più americana d’Europa. Perciò a un certo punto cito Walter Rathenau che dice “la Atene sulla Sprea è morta, arriva la Chicago sulla Sprea”. Berlino non era solo il glamour e i tigli; era anche i cortili interni e i quartieri operai, era i suoi criminali
(Volker Kutscher)

Se chiediamo a Washington, diranno che il muro di Berlino è caduto per merito di Reagan. Se a Mosca, per Gorbaciov. Se in Vaticano, per merito di Karol Wojtyla. Se a Berlino per merito di Kohl. Se a Varsavia, diranno che è stato per merito nostro. Per me ha cominciato a cadere a Danzica, quando la protesta degli operai di Solidarnosc sancì la fine del comunismo: erano dei proletari che protestavano contro la dittatura del proletariato
(Adam Michnik)

C’è un motivo per cui si preferisce Berlino ad altre città: perché è in costante evoluzione. Ciò che oggi non funziona, può essere migliorato domani. Io e i miei amici auguriamo a questa grande e vivace città che la sua intelligenza, il suo coraggio e la sua cattiva memoria, in pratica che le sue caratteristiche più rivoluzionarie rimangano in vita
(Bertolt Brecht)

Berlino è più forte della realtà, perché è la città dall’intelletto esuberante, la città della teoria, la città del chimico e del tecnico, la città dell’organizzatore generoso, la città dell’alimentazione artificiale, la città che viene influenzata in modo determinante dai libri. Berlino è la città del pragmatismo
(Stefan Grossmann)

La città è alla ricerca, senza ancora sapere di preciso cosa stia cercando. Sé stessa? Il futuro? Il proprio posto nel futuro, per quanto esso sia così difficile da individuare? Questa insicurezza è quasi la promessa del suo futuro, poiché sono sempre state le epoche di fermento creativo che hanno fatto progredire la città
(Wolf Jobst Siedle)

Il berlinese non ha tempo. Il berlinese è per lo più originario di Poznań o di Breslavia e ha sempre in mente qualcosa, telefona e fissa appuntamenti ai quali arriva trafelato e anche un po’ in ritardo ed è sempre indaffarato. In questa città non si lavora, qui si sgobba. Il berlinese non è solo operoso, è ininterrottamente e alacremente al lavoro
(Kurt Tucholsky)