Le frasi celebri di Marco Pannella, il Radicale rivoluzionario non violento

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Marco Pannella, all’anagrafe Giacinto Pannella, nasce a Teramo il 2 maggio 1930 e si spegna a Roma il 19 maggio 2016. Figura tra le più originali e influenti del panorama politico italiano degli ultimi 50 anni, è stato l’emblema dei Radicali. Oltre alla politica si è dedicato all’attivismo e al giornalismo. Personalità eclettica e fuori da qualsivoglia schema, si autodefiniva radicale, socialista, liberale, federalista europeo, anticlericale, antiproibizionista, antimilitarista, nonviolento e gandhiano. Celebri le sue lotte condotte attraverso forme non convenzionali quali lo sciopero della fame, la disobbedienza civile e i sit-in. Altro suo marchio di fabbrica era il ricorso al referendum. Nella sua lunga attività politica ha raccolto circa 50 milioni di firme per promuovere iniziative e campagne sociali.

Di seguito è stato stilato un elenco di frasi e citazioni celebri di Marco Pannella.

Il crimine più grande è stare con le mani in mano.

I miei referendum non sono mai di protesta, ma sempre di proposta.

Bisogna organizzarsi contro il futuro Parlamento popolato da mammozzi e poliponi.

La Lucania è come la Libia. Ricca di petrolio e povertà.

Antiparlamentarismo e partitocrazia stanno vincendo perché non riusciamo a informare nessuno.

Il mio cancro? Se so che ho una cosa grave e so che esiste, non mi preoccupo, me ne occupo.

Ci può essere un amore da fratello maggiore in una persona che ha vent’anni rispetto a uno che ne ha ottanta.

Lo sciopero della fame di Sandro Bondi? Ingerirà solo liquidi? Se è per questo si possono frullare splendide bistecche…

La carcerazione è uno strumento da mantenere nell’eccezionalità, quando un altro strumento non può essere usato.

Ci sono momenti, nella storia politica o delle persone, in cui occorre scegliere se non si vuole essere scelti dalle cose e dagli altri.

Gli israeliani sono gli unici che nel Medio Oriente pratichino la democrazia e rispettino in condizioni di normalità le libertà civili.

Fumare erba non m’interessa, per la semplice ragione che lo faccio sempre. Ho un’autostrada di nicotina e di catrame dentro che lo prova.

Io non vorrò mai consegnare i palestinesi all’Olp, così come abbiano consegnato i cambogiani a Pol Pot e i vietnamiti agli eredi di Ho Chi-Minh.

A noi la storia importa molto. Nella storia incontri tutti, mentre nel presente incontri solo chi ti pare e se sei al potere solo chi ti fa comodo.

In Italia un popolo progressista stenta a sorgere perché non si mettono al centro delle aggregazioni le scelte. Come costruire qualcosa di solido?

Non mi batto per il detenuto eccellente, ma per la tutela della vita del diritto nei confronti del detenuto ignoto, alla vita del diritto per il diritto alla vita.

Il pacifismo è la peste del nuovo secolo. Una volta si veniva chiamati a sfilare in nome della Patria, ora in nome della Pace. Sono in buona fede, per carità, ma lo erano anche i Figli della Lupa.

Sono legato da quarant’anni a Mirella Paracchini ma ho avuto tre, quattro uomini che ho amato molto. Non c’è mai stata alcuna gelosia con lei. Potevamo avere, e avevamo, anche altre storie.

Io sono un cornuto divorzista, un assassino abortista, un infame traditore della patria con gli obiettori, un drogato, un perverso pasoliniano, un mezzo-ebreo mezzo-fascista, un liberalborghese esibizionista, un nonviolento impotente. Faccio politica sui marciapiedi.

Ma di morale non m’occupo, se non per difendere la concreta moralità di ciascuno, o il suo diritto ad affermarsi finché non si traduca in violenza contro altri; e quanto alla natura penso che compito della persona, dell’umano, sia non tanto quello di contemplarla o di descriverla quanto di trasformarla secondo le proprie speranze.

La parabola di Berlusconi è questa: è sceso in campo per difendere i propri interessi, si è poi convinto di poter davvero rivoluzionare il Paese e infine si è integrato nel sistema partitocratico che avrebbe invece dovuto abbattere.

Io non credo nelle ideologie, non credevo nelle ideologie codificate e affidate ai volumi rilegati e alle biblioteche e agli archivi. Non credo nelle ideologie chiuse, da scartare e usare come un pacco che si ritira nell’ufficio postale.

L’ideologia te la fai tu, con quello che ti capita, anche a caso. Io posso essermela fatta anche sul catechismo che mi facevano imparare a scuola, e che per forza di cose poneva dei problemi, per forza di cose io ero portato a contestare.

Il rispetto della parola è il fondamento della legge. Faremo perciò le battaglie che abbiamo sempre fatto in difesa dell’onestà, la trasparenza e la povertà che abbiamo sempre praticato contro l’arroganza dei troppo ricchi e dei padroni.

Michele Santoro? Ma quale epurato. È gran figlio di buona donna. Il guaio, semmai, è stato un altro: hanno cacciato Biagi, hanno cacciato Santoro, ma si sono tenuti Vespa. E così siamo al “vespasiano”.

Io amo gli obiettori, i fuori-legge del matrimonio, i capelloni sottoproletari amfetaminizzati, i cecoslovacchi della primavera, i nonviolenti, i libertari, i veri credenti, le femministe, gli omosessuali, i borghesi come me, la gente con il suo intelligente qualunquismo e la sua triste disperazione.

Noi siamo diventati radicali perché ritenevamo di avere delle insuperabili solitudini e diversità rispetto alla gente, e quindi una sete alternativa profonda, più dura, più “radicale” di altri… Noi non “facciamo i politici”, i deputati, i leader… lottiamo, per quel che dobbiamo e per quel che crediamo. E questa è la differenza che prima o poi, speriamo non troppo tardi, si dovrà comprendere.

Dobbiamo assistere a un Paese nel quale abbiamo avuto Moro assassinato, in cui capitano le cose più incredibili: ci vorrà pure un’autocritica, forse ci saranno alcune responsabilità un po’ grandi. Per esempio questa P2 avrà pure avuto dei burattinai, io son sette anni che vi chiedo chi è il burattinaio, e voi niente.

Io amo gli obiettori, i fuori-legge del matrimonio, i capelloni sottoproletari amfetaminizzati, i cecoslovacchi della primavera, i nonviolenti, i libertari, i veri credenti, le femministe, gli omosessuali, i borghesi come me, la gente con il suo intelligente qualunquismo e la sua triste disperazione.

È impensabile che l’alternativa dei progressisti alla figura di Emma Bonino sia la Gruber: una che, annunciando la candidatura, ha denunciato il ‘pensiero unico’ che regnerebbe in Rai. Ma come? È lei l’espressione del pensiero unico, che ancora oggi domina in Rai, nonostante gli addolcimenti e le troiaggini degli ultimi arrivati.

La Guerra del Golfo è cominciata il 2 agosto, non è cominciata, o comincia, in questo momento. Quello che noi cercheremo di impedire fino all’ultimo è che si passi al momento delle armi senza avere esperito tutto. Ma c’è da salvare e da interrompere la guerra che nel Kuwait, che nell’Iraq, Saddam conduce giorno dopo giorno. Il non fare nulla significa l’ipocrisia razzista del dimenticare che costui ammazza già adesso, ogni giorno il suo popolo.

Senti, caro Andreotti, la verità è che nelle accuse siamo tutti un po’ autobiografici. Tu ti guardi allo specchio, e siccome da buon cattolico – di un certo tipo – hai sempre creduto che la politica fosse l’arte di questo mondo, del demonio, e la coscienza e dio stanno da un’altra parte, e hai sempre creduto nelle doppie verità… Quando trovi un laico che dà corpo, corpo, corpo alle proprie idee, ti viene un po’ da ridere. Questo non corrisponde alla tua visione, perché tutto, quando è nella gloria di dio, anche i delitti, possono giustificarsi.

Perché i giovani sappiano, i vecchi ricordino e si cessi di ingannarli: il pacifismo in questo secolo ha prodotto effetti catastrofici, convergenti con quelli del nazismo e del comunismo. Se il comunismo e il nazismo sono messi al bando, il pacifismo merita di accompagnarli. Il disarmismo, l’antimilitarismo, la non-violenza non sono omologabili al pacifismo. La linea che da Gandhi a Bertrand Russell, da Luther King a Capitini, deve organizzarsi finalmente nel mondo. Il Partito radicale questo progetta e comincia ad attuare, in Italia e nel mondo. È impresa ragionevole. Lasciarsi sconfiggere è la follia. […] Non violenza e democrazia politica devono vivere quasi come sinonimi. Da un secolo non vi sono guerre tra democrazie, diritto e libertà sono la prima garanzia. E il pacifismo storico, nei fatti, lo ha sempre ignorato.