Mino Raiola, le frasi celebri dell’influente procuratore sportivo: l’arte del trattare

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Mino Raiola, al secolo Carmine Raiola (Nocera Inferiore, 6 novembre 1967), è uno dei procuratori sportivi più influenti nel mondo del calcio. Tanti i giocatori che sono finiti sotto la sua ala protettrice. Tra i più famosi ci sono Zlatan Ibrahimovic, Gianluigi Donnarumma e Paul Pogba. Sul suo conto sono state spese molte parole: c’è chi lo considera un vero e proprio mago delle trattative, elogiandone la tempra e il metodo, e chi lo addita come un mercenario troppo concentrato sul fattore economico. Dal canto suo Raiola ha sempre fatto spallucce acquisendo sempre più potere contrattuale e più giocatori di caratura da gestire.

Di seguito viene proposto un elenco di frasi celebri di Mino Raiola.

In Italia dove c’è la voglia di qualcuno c’è sempre l’ostruzione di qualcun altro

In Italia dovrei fare il procuratore dei politici, con quelli che passano da destra a sinistra ci farei i miliardi

Più mi metti i bastoni tra le ruote e più mi diverto

In Italia non si vive per costruire, si vive per demolire

Cosa può essere Pogba? Senza dubbio un Salvador Dalí per quanto sia prezioso e importante

Non mi è mai interessato di quello che pensano di me, fuori la mia famiglia e i miei amici, che sono pochi

Alla fine io sto parlando del mio sport, del mio lavoro, della mia industria, se tu migliori il Paese, migliori tutto. Perché il calcio è uno specchio del Paese, lo è sempre stato

Zlatan somiglia a Brad Pitt quando interpreta Benjamin Button, l’uomo che ringiovanisce giorno dopo giorno. Ha un’energia incredibile, migliora col tempo. E quando può va a fare pure caccia estrema. È disumano, nel senso che fa cose che gli umani neanche s’immaginano

Io sono un supercapitalista. Il supercapitalista vuole tutti più ricchi. E io sono così. Io voglio che diventano tutti ricchi nel calcio, così posso offrire grandi contratti a grandi giocatori, il sistema diventa più ricco, diritti tv più ricchi, tutti più ricchi

Io mi arrabbio molto coi miei figli quando mi dicono “questo non si può fare”… Che cosa? Tutto si può fare. Se hanno inventato i telefoni che si toccano, che ci possiamo mandare le fotografie, che ci possiamo guardare fra uno e l’altro… tutto si può fare

Gianluigi Donnarumma lo paragono a un Modigliani. Vale 170 milioni. Ha un grande avvenire, è un ragazzo straordinario e si fa ben volere da tutti. È già un piccolo campione, ma potrà diventare un grande campione

Il prezzo di Pogba lo ha fatto Florentino Pérez, acquistando Gareth Bale per cento milioni. A questo punto, Pogba vale almeno il doppio. Non sono io, sia chiaro, che faccio la valutazione: è stato il Real Madrid e la legge del mercato a dire che Pogba oggi vale duecento milioni

Non sono juventino però devo dire che la Juve è una società gioiello. È molto più organizzata la Juve del Real o del Barça. Il management della Juventus è di più alto livello di tante società che io vedo fuori Italia. Io dico: non si vince per caso

Rapporto con i miei giocatori? Dipende… Pavel ti chiamava una volta ogni tre mesi, Zlatan può chiamarmi anche cinque volte al giorno, Mario mi può chiamare tre volte in 10 minuti, poi se le cose vanno come dice lui non ti chiama per tre settimane e poi quando lo chiami tu, ti fa: “Che è successo?”. È cresciuto molto ultimamente

Il mio conto corrente? Mai guardato in vita mia. Odio le banche. La mia azienda non è mai stata finanziata dalle banche, è sempre stata finanziata dal mio lavoro, dai miei investimenti; ho un fiscalista di mia fiducia che si deve occupare di tutte le cose di banca e il direttore di banca che sa che io lì non ci voglio nemmeno entrare

Quando io andavo a scuola in Olanda ci insegnavano che la politica non è una carriera ma è un servizio che rendi al tuo Paese, ti fai uno o due mandati e poi torni a fare il tuo lavoro. Cioè, ti immagini avere una legge così in Italia? E invece in Italia abbiamo il politico professionale e anche il figlio del politico professionale

Come vedo questi cinesi del Milan? Non mi fido. Uno che va dal notaio e dà la caparra per la casa e fa il rogito, e alla fine il rogito è finito e non si va a prendere la casa, è una cosa molto strana, perché uno quando fa il rogito vuol prendere possesso della casa. Mi sa molto di speculazione. Con Thohir lo avevo detto: “Non è niente, è lì per rivendere l’inter o portarla in borsa”

Normalmente il mio lavoro è di andare a trovare le società e di conseguenza i giocatori, dove non c’ho i giocatori vado a trovare solo le società per vedere come sono messi, le idee, i loro progetti. Molti procuratori non sanno in che ambiente vanno a finire. Devi avere sempre una visione completa, se no non fai la differenza

È facile fare il contratto a Donnarumma, è più difficile consigliarlo bene per il futuro… Se oggi faccio il contratto a Donnarumma per una società in declino totale, che faccio, mi sparo? Io a Gigi devo dargli l’assoluta certezza che lui sta in un club di un certo spessore o che se non è di un certo spessore, sappiamo che non è di un certo spessore e scegliamo di esserci o no

Un giorno mi chiama Zlatan e mi dice: qui all’Inter c’è un fenomeno, è un ragazzo di colore, con la palla fa quello che vuole, devi venire a vederlo. Andai e conobbi Mario. Gli parlai. Dopo due anni mi telefonò e mi disse che mi voleva come procuratore. Mi chiedete se oggi è contento? Così e così. Ma su di lui c’è un piano: gli ho promesso che diventerà tre volte Pallone d’oro e lui si fida di me

Cruijff? Può andare al diavolo. Sta diventando vecchio e non ha avuto la forza di continuare la sua carriera da allenatore. Credo che lui e Guardiola possano andare in un ospedale psichiatrico, seduti a giocare a carte, farebbero un favore al Barcellona. Cruijff ha detto che Ibra è più adatto al calcio italiano, perché non ha detto che non era adatto a quello spagnolo prima di comprarlo

Galliani fa gli interessi della Fininvest, quindi io non posso chiedere a lui certe cose. E comunque con lui c’è un rispetto reciproco. La gente non sa che su ogni trattativa litighiamo di brutto. Tant’è che alla prima o seconda presentazione di Balotelli al Milan, io non c’ero. Perché lui è fatto come me: il suo vero amore è il Milan. Per me il vero amore sono i miei figli, però i miei giocatori li tratto come tali. Perciò ci andiamo giù duro uno contro uno, ma sappiamo che non è una cosa personale: è una cosa di due pugili che vanno sul ring e dopo si rispettano