Frasi e versi celebri di Ghali: quando il rap lascia il segno

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Ghali Amdouni, noto artisticamente solo come Ghali, nasce a Milano il 21 maggio 1993. A oggi è uno dei rapper italiani più interessanti, originali e di successo della sua generazione. Di origine tunisina (entrambi i genitori sono nordafricani), è cresciuto a Baggio, quartiere della periferia occidentale di Milano. Il padre è finito in carcere quando lui era un bambino e la madre, a cui è molto affezionato, lo ha fatto ‘diventare grande’ da sola.

Di seguito è stato stilato un elenco di frasi famose di Ghali, suddivise in due categorie: quelle estrapolate dalle sue canzoni e quelle citate da alcune sue interviste.

Il mio non è rap, è un raptus.

Colpi di tosse, alfabeto Morse.

Madre Teresa de Calcutta, giuro che non è mea culpa

Figlio di una bidella
Con papà in una cella.

Io non vado a dormire prima delle tre
Poi mi sveglio e mi chiedo il sole dov’è.

I miei sogni sono lì corro a prenderli
Non morirò sul set come Brandon Lee.

Mamma, dai, sincera ti aspettavi tutto questo?
Eravam già ricchi dentro
Mio dio che bello dirti “Te l’avevo detto”.

Il successo è come una Ferrari
bisogna mantenere il turbo.

I miei fratelli fumano come se fosse sport
A te non ti vediamo perché c’è troppo smog.

È la via di Carlito, ma con un lieto fine,
come andare in paradiso, ma senza morire.

Oh eh oh, quando mi dicon: “Vai a casa!”
Oh eh oh, rispondo: “Sono già qua!”

Io sono un pazzo che legge, un pazzo fuorilegge,
fuori dal gregge, che scrive: “Scemo chi legge”.

Sto perdendo la rotta
e in più ho la bussola rotta
ma grazie a Dio c’ho una casa
e un amico che mi ci porta.

Qual è la differenza tra sinistra e destra?
Cambiano i ministri ma non la minestra.
Il cesso è qui a sinistra, il bagno è in fondo a destra.

Sono uscito dalla melma,
da una stalla a una stella.

Anche quest’anno voto “boh” (voto “boh”)
Ai miei figli cosa dirò? (cosa dirò? Boh)
Dimmi qualcosa che non so (che non so, boh)
Tuo figlio è in un reality show (oh, o no?)

A Baggio quando piove, piove un botto
Esco con lei, metto il pigiama sotto
Ma non perché ci devo andare a letto
È che quando sto giù un botto non basta il giubbotto.

Frasi di Ghali estrapolate da interviste e suoi interventi pubblici:

Quando un bambino è felice di vedermi e ascoltare la mia musica, per me è missione compiuta.

Prima mi buttavano fuori, ora i locali mi pagano.

Ho sempre avuto paura del successo perché è una cosa che ho sempre voluto.

Ho deciso di stare più con me stesso per trovare un equilibrio.

Diciamo che non mi divertono le interviste. Mi spiego meglio con la musica.

Molti miei coetanei non sanno cosa vogliono e rimangono immobili.

L’unica nostra politica è la musica.

Sono uno tranquillo, soprattutto sono molto timido.

Lo sanno tutti, con la musica non si fanno rivoluzioni.

Bisogna rimanere schisci e avere quella fame che ti porta a cercare di migliorare.

Alla guerra, al razzismo. Cerco sempre un modo divertente per raccontarle, sdrammatizzando.

Il mio è un passato che non riesco a lasciarmi indietro, verso cui continuo a voltarmi.

Sono un artista del 2017, quindi anche imprenditore. E non vengo dall’hip hop, non sono un anarchico figlio di ricchi.

L’amicizia cambia radicalmente con il successo, ti accorgi di chi è veramente lì per te o chi vuole solo avere qualcosa in cambio.

I miei sono discorsi più di civiltà, civiltà che dovrebbe essere alla base della politica, il passo prima.

Il mio è un talento che nasce da una frustrazione, l’ho scoperto tornando a casa da scuola arrabbiato perché ero stato bullizzato. Ho preso un foglio e ho iniziato a scrivere.

La caduta che ho simulato a Sanremo rappresenta la caduta che tutti noi almeno una volta nella vita proviamo, chiunque tu sia, qualunque cosa faccia.

Puoi cercare di far ragionare le persone, di influenzarle, ma credo sia meglio partire da chi ti sta accanto piuttosto che da chi ci guarda dall’alto e “non vuole scendere a giocare con noi”, come cantavo in I Love You.

Ho imparato a volermi bene, scrivo proprio perché mi voglio bene. Scrivo perché ho bisogno di questa terapia e mi voglio curare tutti i giorni. Se non mi volessi bene farei qualcos’altro, avrei seguito una strada più facile, avrei usato come giustificazione il mio passato per poter prendere scelte sbagliate. Proprio perché mi voglio bene ho deciso di fare altro, sarei potuto finire molto male”.

Cara Italia, Ti dedico questa canzone [Cara Italia] che ho ideato tornando dal mio primo viaggio in America. Non hai nulla da invidiare a questi grandi paesi che vediamo nei film. Spero però che tu non ti offenda per aver risaltato i tuoi difetti, sappiamo tutti che sei bellissima ma questo serve a migliorarsi. Cara Italia, Ho scritto “sei la mia dolce metà” perché è davvero così. Tu mi hai visto nascere, mi hai cresciuto e ora che in ogni tuo angolo gridano il mio nome come posso voltarti le spalle? Tu che sei la dimora dei miei desideri, il letto dei miei sogni. Infinite le giornate di dolore tra le tue mura e infinite le notti di rabbia ma come potrei voltarti le spalle senza rimpianto? Cara Italia, Ti chiedo solo tre cose: NON PARLARMI più di confini e non ti parlerò più con diffidenza. NON SENTIRTI inferiore e io mi sentirò all’altezza. NON VEDERMI come un nemico e io ti vedrò come una sorella, un’amica, una mamma. Spero che tu possa prendere in considerazione le mie parole. Io T.V.B Cara Italia.