Gustave Flaubert: frasi e citazioni famose dell’autore di Madame Bovary

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Gustave Flaubert è stato uno scrittore francese, noto soprattutto per essere l’autore del romanzo Madame Bovary. Flaubert, vissuto tra il 1821 e il 1880, suscitò un enorme scandalo raccontando la storia di Emma Bovary.

La trama del celebre romanzo ruota infatti attorno all’adulterio che vede protagonista la bella moglie di un medico di provincia che perde la testa per un giovane studente e un ricco proprietario terriero. L’opera, pubblicata a puntate nel 1856, portò l’autore sul banco degli imputati con le accuse di oscenità e immoralità.

In questa pagina troverete un ricco elenco con le frasi più belle e le citazioni più celebri tratte dalle opere di Gustave Flaubert.

Democrazia, Demostupidità.

Quando urla, come la voce, il cuore diventa rauco.

L’artista deve fare in modo che la posterità creda ch’egli non abbia vissuto.

L’artista, secondo me, è una mostruosità, qualcosa al di fuori della natura.

Ama l’arte. Fra tutte le menzogne è ancora la meno menzognera.

Eccezione: dite che “conferma la regola” ma non azzardatevi a spiegare come.

L’uomo è nulla. Il lavoro è tutto.

Risparmio: bell’insegna di bottega, ispira fiducia.

Vi è un momento nelle separazioni in cui la persona cara ha cessato di essere con noi.

Il seno di una madre è un santuario impenetrabile e misterioso.

Credo che se guardassimo sempre il cielo, finiremmo per avere le ali.

Le erezioni del pensiero sono come quelle del corpo: non seguono la nostra volontà!

Il futuro ci tormenta, il passato ci trattiene, è per questo che il presente ci sfugge.

Ho l’infermità di essere nato con una lingua speciale, del quale io solo possiedo la chiave.

Se si è coinvolti nella vita, la si vede poco chiaramente; la vista è oscurata dalla sofferenza, o dal godimento.

Esistono cammini senza viaggiatori. Ma vi sono ancor più viaggiatori che non hanno i loro sentieri.

Il dono di creare esseri umani manca a questo genio. Se avesse questo dono, Hugo avrebbe sorpassato Shakespeare.

Non c’è nulla di così umiliante come vedere gli sciocchi riuscire nelle imprese in cui noi siamo falliti.

Vorrei il bello nell’infinito, invece vi trovo soltanto il dubbio.

Per avere del talento, dobbiamo essere convinti di possederne.

L’arte! l’arte! che bella cosa questa vanità.

Si può essere padroni di ciò che si fa, ma mai di ciò che si prova.

Tre cose occorrono per essere felici: essere imbecilli, essere egoisti e avere una buona salute; ma se vi manca la prima, tutto è perduto.

Se c’è sulla terra e fra tutti i nulla qualcosa da adorare, se esiste qualcosa di santo, di puro, di sublime, qualcosa che assecondi questo smisurato desiderio dell’infinito e del vago che chiamano anima, questa è l’arte.

L’umanità si è messa a girare le sue macchine e, vedendo che ne sgorgava oro, ha esclamato: È Dio! E quel Dio, essa lo mangia!

L’arte, in certe circostanze, scuote gli animi mediocri, e interi mondi possono essere rivelati loro dai suoi interpreti più grossolani.

Lascia che ti ami a modo mio, secondo il mio essere, coi segni originali che conosci. Non forzarmi mai, farò tutto.

La foglia caduta si agita e vola via col vento. Non diversamente io vorrei volare, andarmene, partire per non più tornare, e non importa dove, pur di lasciare il mio paese.

Le persone “con i piedi per terra” dicono che l’amore è una follia. In realtà ciò che accade è che la fantasia violentemente distorta da immagini piacevolissime, dove ogni passo ti avvicina alla felicità, viene crudamente riportata alla dura realtà.

Dizionario dei luoghi comuni

AGENTI DI CAMBIO. Tutti ladri.

ARCHITETTI. Tutti imbecilli. Nelle case, dimenticano sempre la scala.

BIONDE. Più calde delle brune (vedi BRUNE).

BRUNE. Più calde delle bionde (vedi BIONDE).

CALVIZIE: Sempre precoce, è provocata dagli eccessi di gioventù o dalla concezione di grandi idee.

CANTANTI. Il tenore ha sempre una voce «incantevole» e «tenera», il baritono un organo “simpatico” e “ben timbrato”, il basso un’emissione “potente”.

CIGNO: Canta prima di morire. Con la sua ala può rompere la coscia di un uomo. Il cigno di Cambray non era un uccello, ma un uomo chiamato Fénelon. Il cigno di Mantova è Virgilio. Il cigno di Pesaro è Rossini.

CORANO. Libro di Maometto che parla solo di donne.

CROCEFISSO. Fa bella figura nell’alcova e sulla ghigliottina.

EREZIONE. Si dice solo parlando di monumenti.

ESTATE. Un’estate è sempre «eccezionale», calda o fredda, secca o umida che sia.

IMBECILLI. Tutti quelli che non la pensano come noi.

ITALIANI. Tutti musicisti, traditori.

MACELLAI. Terribili in tempo di rivoluzione.

MALATO. Per tirar su un malato, ridere della sua malattia e negare le sue sofferenze.

MARE. Non ha fondo. Immagine dell’infinito. Fa venire grandi pensieri. In riva al mare bisogna sempre avere un cannocchiale. Quando lo si guarda, dire sempre: “Quanta acqua!”.

MASSONERIA. Un’altra causa della Rivoluzione! Le prove di iniziazione sono terribili, c’è chi ne è morto. Causa di litigi in famiglia. Guardata di traverso dagli ecclesiastici. “Quale mai sarà il loro segreto?”.

MATERASSO. Più è duro, più è igienico.

PENSARE. Increscioso. Le cose che ci costringono a farlo vengono di solito accantonate.

PROPRIETÀ. Una delle basi della società. Più sacra della religione.

RIMA. Non va mai d’accordo con la ragione.

SERVIGIO. Sculacciare i bambini, picchiare gli animali, cacciare i domestici, punire i malfattori significa rendere loro un servigio.

STAMPA. Scoperta meravigliosa. Ha fatto più male che bene.

VOLTAIRE. Celebre per il suo spaventevole “rictus”. Conoscenze scientifiche superficiali.