Italo Svevo: le frasi celebri dell’autore triestino

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Italo Svevo è stato un celebre scrittore e drammaturgo italiano. Il suo vero nome era Aron Hector Schmitz. Nato a Trieste nel 1861, l’autore rappresenta al meglio la cultura mitteleuropea. La sua carriera di scrittore fu fortemente influenzata dall’incontro con due grandi personalità dell’epoca: Sigmund Freud e James Joyce.

Tra le sue opere spiccano i tre romanzi Una vita, Senilità e La coscienza di Zeno. Quest’ultimo lavoro del 1923 prende la forma di diario intimo del protagonista, Zeno Cosini, che si sente continuamente un individuo ‘inetto’ e ‘malato’.

In questa pagina sono state raccolte le frasi più belle tratte dalle opere di Italo Svevo, che ben ne rappresentano lo stile narrativo.

A differenza delle altre malattie la vita è sempre mortale. Non sopporta cure.

La vita non è né brutta né bella, ma è originale!

Non esiste un’unanimità più perfetta di quella del silenzio.

È una delle grandi difficoltà della vita d’indovinare ciò che una donna vuole.

E’ la gente triste che fa tristi i luoghi.

In sogno una parola e il suo suono dipinge intera la persona che la emette.

Uno dei primi effetti della bellezza femminile su di un uomo è quello di levargli l’avarizia.

Del senno di poi si può sempre ridere e anche di quello di prima, perché non serve.

Quando si muore si ha ben altro da fare che di pensare alla morte.

Le donne sono sempre povere di parole precise.

L’ho finita con la psico-analisi. Dopo averla praticata assiduamente per sei mesi interi sto peggio di prima.

Uccidere e sia pure a tradimento, è cosa più virile che danneggiare un amico riferendo una sua confidenza.

Il mentitore dovrebbe tener presente che, per essere creduto, non bisogna dire che le menzogne necessarie.

Il pianto offusca le proprie colpe e permette di accusare, senz’obbiezioni, il destino.

Quando una ragazza permette ad un giovine di dirle d’amarla, ella è già sua e non più libera.

L’amore sano è quello che abbraccia una donna sola e intera, compreso il suo carattere e la sua intelligenza.

La grande differenza che c’è fra l’uomo e il cane è che il primo non sa il piacere delle busse che cessano.

Mi accorsi per la prima volta che la parte più importante e decisiva della mia vita giaceva dietro di me, irrimediabilmente.

Specialmente quando è passato, il dolore ha delle attrattive seducenti, e alle deboli ambizioni è soddisfazione di potersene vestire.

Curioso come a questo mondo vi sia poca gente che si rassegni a perdite piccole; sono le grandi che inducono immediatamente alla grande rassegnazione.

Penso che il rimorso non nasca dal rimpianto di una mala azione già commessa, ma dalla visione della propria colpevole disposizione.

Il possesso non dava la verità, ma esso stesso, non abbellito da sogni e neppure da parole, era la verità propria e pura e bestiale.

La salute non analizza se stessa e neppur si guarda nello specchio. Solo noi malati sappiamo qualche cosa di noi stessi.

Le donne son fatte così. Ogni giorno che sorge porta loro una nuova interpretazione del passato. Dev’essere una vita poco monotona la loro.

La vita attuale è inquinata alle radici. L’uomo s’è messo al posto degli alberi e delle bestie ed ha inquinata l’aria, ha impedito il libero spazio.

Compresi finalmente che cosa fosse la perfetta salute umana quando indovinai che il presente per lei era una verità tangibile in cui si poteva segregarsi e starci caldi.

È libertà completa quella di poter fare ciò che si vuole a patto di fare anche qualche cosa che piaccia meno. La vera schiavitù è la condanna all’astensione: Tantalo e non Ercole.

Penso che la sigaretta abbia un gusto più intenso quand’è l’ultima. Anche le altre hanno un loro gusto speciale, ma meno intenso. L’ultima acquista il suo sapore dal sentimento della vittoria su sé stesso e la speranza di un prossimo futuro di forza e di salute.