John Keats, 15 frasi del poeta britannico

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John Keats è stato un celebre poeta britannico, considerato uno dei massimi rappresentanti del Romanticismo in ambito letterario. Morto prematuramente a soli 25 anni, nel 1821, il poeta inglese si avvicinò alla letteratura grazie alla lettura di maestri come William Shakespeare.

Tra il 1818 e il 1819 produsse gran parte delle sue opere, tra queste ci sono il poema Hyperion, The Eve of st. Agnes e La Belle Dame sans merci. Fu unito alla giovane Fanny Brawne da un amore tanto appassionato quanto infelice, i due infatti non si unirono mai in matrimonio a causa delle umili condizioni del poeta e delle sue precarie condizioni di salute.

Si riportano alcune delle frasi più belle tratte delle opere di John Keats che ben ne rappresentano il pensiero romantico.

Un prete è un agnello in un salotto e un leone in sagrestia.

I fanatici hanno i loro sogni, nei quali intessono un paradiso per una setta.

La fantasia si può paragonare al sogno di Adamo: Adamo si svegliò e scoprì che era realtà.

Preferirei morire che non essere tra i grandi.

Ci si dovrebbe sopportare un po’ tutti: non c’è nessuno che non sia vulnerabile, che anzi non possa essere colto e fatto a pezzi nel suo lato debole.

a fantasia è senz’altro inferiore alla realtà concreta, ma è meglio del ricordo.

Non c’è inferno più atroce del fallimento in un grande scopo.

L’unico modo di rafforzare il proprio intelletto sta nel non avere opinioni decise su nulla; lasciare che la propria mente sia una strada di passaggio per tutti i pensieri.

Al mondo non c’è nulla di stabile, il tumulto è la vostra sola musica.

Un proverbio per te non sarà mai tale finché la vita non te lo avrà illustrato.

Quel che l’immaginazione coglie come cosa bella, quella dev’essere la verità.

La vita di un uomo che abbia in sé qualche valore è una continua allegoria. Soltanto pochi occhi possono capire il mistero della sua vita.

Nulla diventa mai reale finché non è conosciuto per esperienza. Persino un proverbio non è un proverbio finché la Vita non ce lo ha illustrato.

Il piacere è spesso un visitatore; ma la sofferenza si attacca crudelmente e lungamente a noi.

Spesso il piacere è un ospite passeggero, ma il dolore ci stringe in un crudele abbraccio.