José Saramago, le frasi celebri del critico letterario

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José Saramago è stato uno scrittore, critico letterario e giornalista portoghese. Classe 1922, il grande autore è stato insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1998. Lo scrittore nacque in una famiglia di umili origini e fin da giovanissimo si interessò alla politica ma dopo la cosiddetta Rivoluzione dei garofani, nel 1974, decise di dedicarsi completamente alla scrittura.

Tra le sue opere più famose ci sono titoli che sono pietre miliari nella storia della letteratura mondiale: Memoriale del convento, Il Vangelo secondo Gesù Cristo, Cecità e Caino.

Ecco di seguito le frasi più belle di José Saramago, che ben ne rappresentano gli ideali e lo stile narrativo.

Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono.

La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro.

Un uomo ha bisogno di fare la sua provvista di sogni.

La vita è breve, ma in essa entra più di quel che siamo in grado di vivere.

Forse i sogni sono i ricordi che l’anima ha del corpo.

Nessuna salvezza è sufficiente, ogni condanna è definitiva.

La vita è un’orchestra che suona sempre, intonata, stonata.

Sapere dove è l’identità è una domanda senza risposta.

La parola non risponde né domanda: accumula.

Se non esci da te stesso, non puoi sapere chi sei.

Forse solo il silenzio esiste davvero.

L’uomo ha la memoria corta.

Non sarà mai perso il giorno in cui ci sarà stato concesso, almeno, un buon consiglio.

È una vecchia abitudine dell’umanità, passare accanto ai morti e non vederli.

Arriva sempre un momento in cui non c’è altro da fare che rischiare.

Il mondo è pieno di ciechi vivi.

Cautela e piedi di piombo non hanno mai fatto male a chi sta in salute.

Cecità è vivere in un mondo dove non vi sia più speranza.

Se in questo momento sono sincera, cosa importa se domani dovrò pentirmene.

È di questa pasta che siamo fatti, metà di indifferenza e metà di cattiveria.

Lottare è sempre stata, più o meno, una forma di cecità.

Probabilmente solo in un mondo di ciechi le cose saranno ciò che veramente sono.

Ecco cos’hanno di simpatico le parole semplici, non sanno ingannare.

Arriva sempre l’ora in cui scopriamo che ne sapevamo molto di più di quanto ritenevamo.

Il sogno è quel pensiero che non si è avuto nel momento in cui era necessario.

Saggio è colui che si contenta dello spettacolo del mondo.

Né tu puoi farmi tutte le domande, né io posso darti tutte le risposte.

Non so che cosa unisca di più, se le grandi catastrofi o le grandi gioie.

Tutto nel mondo sta dando risposte, quel che tarda è il tempo delle domande.

Un albero geme se lo tagliano, un cane guaisce se lo picchiano, un uomo cresce se lo offendono.

Si innalzi una bandiera nel luogo dove, per un breve minuto, un semplice uomo è stato un uomo felice.

L’estate è un corpo di donna che avanza come polena, fiamma che rompe le fiamme.

Il sonno è un abile prestigiatore, modifica le proporzioni delle cose e le loro distanze.

Se ne vedono di cose in questo mondo. Confessa, lettore, che vale la pena viverci.

Le storie, è bene che si sappia, sono quel che devono essere grazie a chi le vive.

Oltre alla conversazione delle donne, sono i sogni che trattengono il mondo nella sua orbita.

Piacere è probabilmente il miglior modo di possedere, possedere dev’essere il peggior modo di piacere.

E se il cuore non ha capito, non arriva ad esser menzogna il detto della bocca, ma piuttosto assenza.

Non c’è limite alla malizia delle donne, soprattutto delle più innocenti.

Qual è l’ape che possa dire, Questo miele l’ho fatto io.

La verità e la menzogna passano per la stessa bocca e non lasciano traccia.

Il deserto non è quello che normalmente si crede, deserto è tutto quanto sia privo di uomini, anche se non dobbiamo dimenticare che non è raro trovare deserti e aridità mortali tra le folle.

Il tempo non è una corda che si può misurare a nodi, il tempo è una superficie obliqua e oscillante che solo la memoria riesce a far muovere e avvicinare.

L’eternità significa continuare ancora per un po’ di tempo quando coloro che conosciamo e abbiamo amato non esistono più.

Il tempo, a volte, sembra che non passi, è come una rondine che fa il nido sulla grondaia, esce ed entra, va e viene, ma sempre sotto i nostri occhi.

Nessuno può essere senza essere, uomo e donna non esistono, esiste solo ciò che sono e la ribellione contro ciò che sono.

I pensieri sono quelli che sono, ombre passeggere, e non sono buoni o cattivi in se stessi, contano soltanto le azioni.

Ho passato la vita a guardare negli occhi della gente, è l’unico luogo del corpo dove forse esiste ancora un’anima.

Si dice che il male non regge a lungo, anche se, per la fatica che si porta dietro, a volte sembra di sì, ma quello su cui non c’è dubbio è che non dura il bene per sempre.

Se non siamo capaci di vivere globalmente come persone, almeno facciamo di tutto per non vivere globalmente come animali.

Fernando Pessoa non riuscì mai a essere davvero sicuro di chi fosse, ma grazie al suo dubbio possiamo riuscire a sapere un po’ di più chi siamo noi.

Trovarsi d’accordo non sempre significa condividere una ragione, la cosa più abituale è che un gruppo di persone si riuniscano all’ombra di un’opinione come se fosse un parapioggia.

Essere un fantasma dev’essere questo, avere la certezza che la vita esiste, perché ce lo dicono quattro sensi, e non poterla vedere.

Il mondo dimentica, te l’ho già detto, il mondo dimentica tutto, Credi che ti abbiano dimenticato, Il mondo dimentica a tal punto da non accorgersi neanche della mancanza di ciò che ha dimenticato.

La cosa più inutile di questo mondo è il pentimento, in genere chi si dichiara pentito vuol solo conquistare perdono e oblio, in fondo, ciascuno di noi continua a stimare le proprie colpe.

Usa ciascuno gli occhi che ha per vedere ciò che può o che gli consentono, o solo una piccola parte di ciò che desidererebbe, quando non è per semplice opera del caso.

Il riso abita tanto accosto alla lacrima, lo sfogo così vicino all’ansia e il sollievo tanto prossimo alla paura, trascorrendo in tal guisa la vita delle persone e delle nazioni.

Adamo è ogni uomo, ogni donna è Eva, uguali, diversi e necessari, e ciascuno di noi è il primo uomo e la prima donna, unici ogni volta.

C’era un tempo in cui le parole erano talmente poche che non ne avevamo neppure per esprimere qualcosa di tanto semplice come Questa bocca è mia, o Codesta bocca è tua, e tanto meno per domandare Perché abbiamo le bocche unite.

Il destino è uno scrigno come altri non ne esistono, aperto e contemporaneamente chiuso, si guarda dentro e si può vedere quanto è successo, la vita passata, destino ormai compiuto, ma di quanto dovrà accadere non si ottiene niente, solo qualche presentimento, qualche intuizione.