Ludwig van Beethoven, le frasi del grande compositore

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Ludwig van Beethoven è stato uno dei più celebri compositori, pianisti e direttori d’orchestra della storia della musica. Nato nel 1770 a Bonn, in Germania, il grande compositore continuò a dedicarsi con successo alla musica nonostante la sordità che lo colpì prima ancora che compisse trent’anni.

Considerato un vero e proprio genio, dal talento quasi irraggiungibile, il maestro lasciò in eredità una produzione musicale davvero straordinaria per forza espressiva e capacità di coinvolgere e suscitare emozioni.

In questa pagina sono state raccolte alcune delle frasi più belle e rappresentative del maestro Ludwig van Beethoven.

Il potere che è uno può tutto contro la maggioranza che non lo è.

Suonare senza passione è imperdonabile!

Preferirei scrivere 10.000 note che una singola lettera dell’alfabeto.

Applaudite, miei amici, la commedia è finita…

La musica dovrebbe infiammare il cuore dell’uomo e portare le lacrime agli occhi della donna.

La musica è una rivelazione più alta di tutta la saggezza e la filosofia.

Voglio prendere il destino per la gola.

Un grande poeta è il gioiello più prezioso di una nazione.

Ci sono e sempre ci saranno migliaia di principi, ma c’è solo un Beethoven!

Il mondo è un re e, come un re, desidera lusinghe in cambio di favore; ma la vera arte è egoista e perversa. Non si sottometterà allo stampo dell’adulazione.

Più volte già ho maledetto il Creatore e la mia esistenza. Plutarco mi ha indicato la strada della rassegnazione. (Riferendosi alla sordità).

La musica è l’ingresso incorporeo nel più alto mondo della conoscenza che comprende l’umanità, ma che l’umanità non può comprendere.

Si dice che l’arte è lunga e breve la vita: Ma lunga è la vita e breve l’arte. E se il suo soffio ci eleva fino agli dei non è che per un istante.

La musica è il suono elettrizzato in cui lo spirito vive pensa e crea. Ogni elemento elettrico eccita lo spirito a fluide effuse creazioni musicali. Il mio temperamento è elettrico.

Io non scrivo ciò che preferirei scrivere, scrivo per il denaro di cui ho bisogno. Ma non è detto che scriva solo per denaro, così spero di scrivere infine ciò che per me e per l’arte è la cosa più grande: il Faust.

L’arte, che è sacra non dovrebbe mai lasciarsi disonorare sino alla follia d’un così scandaloso soggetto. Io non sarei mai stato capace di musicare un libretto come quelli su cui Mozart ha potuto lavorare. Non potrei comporre opere come il Don Giovanni e il Figaro: ho un’avversione per questo genere. Non avrei potuto scegliere soggetti simili: sono troppo leggeri per me.