Luigi Pirandello, tra drammaturgia e umorismo: frasi e citazioni famose

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Luigi Pirandello è stato un celebre drammaturgo, scrittore e poeta italiano. Nato ad Agrigento nel 1867, l’autore siciliano è considerato uno dei più importanti drammaturghi del XX secolo grazie alle tematiche affrontate e alle innovazioni stilistiche introdotte dalle sue opere.

Pirandello è stato insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1934. Tra i suoi lavori si annoverano raccolti, novelle, romanzi e soprattutto oltre quaranta drammi. Tra i romanzi spiccano titoli come Uno, nessuno e centomila, Il fu Mattia Pascal e L’esclusa. Tra i drammi teatrali invece ci sono titoli celebri come Il berretto a sonagli, Sei personaggi in cerca di autore e Il gioco delle parti.

In questa pagina si riporta un ricco elenco con le frasi più belle di Luigi Pirandello, voce narrativa unica nel suo genere.

La vita non si spiega; si vive.

Le donne, come i sogni, non sono mai come tu le vorresti.

La realtà d’oggi è destinata a scoprire l’illusione domani.

C’è una maschera per la famiglia, una per la società, una per il lavoro. E quando stai solo, resti nessuno.

Riponi in uno stipetto un desiderio: aprilo: vi troverai un disinganno.

Notiamo facilmente i difetti altrui e non ci accorgiamo dei nostri.

Abbiamo tutti dentro un mondo di cose: ciascuno un suo mondo di cose!

Amicizia vuol dire confidenza.

Vivo alla morte, ma morto alla vita.

Nulla è più complicato della sincerità.

Le mogli? Fatte apposta per scoprire i difetti del marito.

Un’ora breve di dolore c’impressiona lungamente; un giorno sereno passa e non lascia traccia.

Tutti riconosciamo volentieri la nostra infelicità; nessuno, la propria malvagità.

In che consiste la vera ricchezza, la vera felicità? Nell’aver pochi bisogni.

Non vuoi capire che la tua coscienza significa appunto gli altri dentro di te?

Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti.

L’umorismo, per lo specialissimo contrasto essenziale in esso, inevitabilmente scompone, disordina, discorda.

Ciò che conosciamo di noi è solamente una parte, e forse piccolissima, di ciò che siamo a nostra insaputa.

Perché civile, esser civile, vuol dire proprio questo: dentro, neri come corvi; fuori, bianchi come colombi; in corpo fiele; in bocca miele.

La vera solitudine è in un luogo che vive per sé e che per voi non ha traccia né voce, e dove dunque l’estraneo siete voi.

L’educazione è la nemica della saggezza, perché l’educazione rende necessarie tante cose di cui, per essere saggi, si dovrebbe fare a meno.

È molto più facile essere un eroe che un galantuomo. Eroi si può essere una volta tanto; galantuomini, si dev’esser sempre.

La civiltà vuole che si auguri il buon giorno a uno che volentieri si manderebbe al diavolo; ed essere bene educati vuol dire appunto esser commedianti.

L’umorismo non ha affatto bisogno d’un fondo etico, può averlo o non averlo: questo dipende dalla personalità, dall’indole dello scrittore.

Due sole vere infelicità aveva la vita, per coloro sui quali la natura esercita la sua feroce ingiustizia: la bruttezza e la vecchiaia, soggette al disprezzo e allo scherno della bellezza e della gioventù.

Trovarsi davanti a un pazzo sapete che significa? Trovarsi davanti a uno che vi scrolla dalle fondamenta tutto quanto avete costruito in voi, attorno a voi, la logica di tutte le vostre costruzioni.

Le anime hanno un loro particolar modo d’intendersi, d’entrare in intimità, fino a darsi del tu, mentre le nostre persone sono tuttavia impacciate nel commercio delle parole comuni, nella schiavitù delle esigenze sociali.

La vita è un flusso che noi cerchiamo di arrestare in forme stabili e determinate… dove la realtà ti disperde e disintegra oppure ti vincola e ti incatena fino a soffocarti.

Che relazione c’è tra le mie idee e il mio naso? Per me, nessuna. Io non penso col naso, né bado al mio naso, pensando. Ma gli altri? Gli altri che non possono vedere dentro di me le mie idee e vedono da fuori il mio naso?

E’ molto più facile fare il male che il bene, non solo perché il male si può fare a tutti e il bene solo a quelli che ne hanno bisogno; ma anche, anzi sopra tutto, perché questo bisogno d’aver fatto il bene rende spesso così acerbi e irti gli animi di coloro che si vorrebbero beneficare, che il beneficio diventa difficilissimo.

La democrazia, mio caro, la democrazia, cioè il governo della maggioranza. Perché, quando il potere è in mano d’uno solo, quest’uno sa d’esser uno e di dover contentare molti; ma quando i molti governano, pensano soltanto a contentar se stessi, e si ha allora la tirannia più balorda e più odiosa: la tirannia mascherata da libertà.

Quando un personaggio è nato, acquista subito una tale indipendenza anche dal suo stesso autore, che può esser da tutti immaginato in tant’altre situazioni in cui l’autore non pensò di metterlo, e acquistare anche, a volte, un significato che l’autore non si sognò mai di dargli!