Marguerite Yourcenar, le frasi della scrittrice francese

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Marguerite Yourcenar è stata una celebre scrittrice francese vissuta tra il 1903 e il 1987. Tra le sue opere più celebri spicca senza dubbio Memorie di Adriano, romanzo monumentale dato alle stampe nel 1951. L’opera prende la forma di una lunga epistola indirizzata dall’ormai anziano e malato imperatore al giovane amico Marco Aurelio.

L’autrice è stata la prima donna eletta all’Accademia francese, una delle più antiche istituzioni del Paese composta da quaranta membri eletti dai loro pari.

Di seguito si riportano alcune delle più belle frasi tratte dalle opere e gli scritti di Marguerite Yourcenar.

La libertà basta volerla.

Ogni felicità è un’innocenza.

Si arriva vergini a tutti gli avvenimenti della vita. Ho paura di non sapere come fare con il mio Dolore.

C’è il momento in cui ogni scelta diventa irreversibile.

Ci sarebbero meno bambini martiri se ci fossero meno animali torturati.

Il colore è l’espressione di una virtù nascosta.

Tutto ci sfugge. Tutti. Anche noi stessi.

Ci si crede puri finché si disprezza quel che non si desidera.

L’amore è un castigo. Veniamo puniti per non essere riusciti a rimanere soli.

È l’opinione altrui che conferisce ai nostri atti una sorta di realtà.

Un guscio di indifferenza talvolta circonda l’infanzia e la difende dalle provocazioni degli adulti.

La sofferenza che si cagiona è l’ultima di cui ci si accorge.

La crudeltà è un lusso da oziosi, come le droghe e le camicie di seta.

Ogni essere che ha vissuto l’avventura umana sono io.

Ci pare sempre di essere vissuti a lungo nei luoghi in cui abbiamo vissuto intensamente.

Quei cattolici osservanti non si chiedevano se il lusso delle chiese non insultasse la miseria dei poveri.

Si può essere felici senza mai smettere di essere tristi.

La vita imprigiona i pazzi e dischiude un pertugio ai savi.

I pensieri periscono come gli uomini.

Mi sono guardato bene dal fare della verità un idolo; ho preferito lasciarle il nome più umile di esattezza.

Talora i nostri difetti sono i migliori avversari dei nostri vizi.

Confesso che la ragione si smarrisce di fronte al prodigio dell’amore.

Modesti sono coloro che hanno una tranquilla fiducia in sé stessi.

Le risposte sincere non sono mai nette né rapide.

Nella solitudine le donne non possono vivere e immancabilmente la saccheggiano, non fosse che sforzandosi di costruirvi un giardino.

Abbiamo l’abitudine di parlare come se le tragedie si svolgessero nel vuoto: ma chi le condiziona è lo sfondo.

Ciò che può sembrare più simile alle fasi monotone di un amore, sono le infaticabili e sublimi tiritere dei quartetti di Beethoven.

Agire e pensare come tutti non è mai una garanzia e non è sempre una giustificazione.

L’antipatia è come un’amicizia a rovescio.

Possiamo fidarci del fuoco a condizione di sapere che la sua legge è di estinguersi o di bruciare.

Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi. Gli animali hanno propri diritti e dignità come te stesso.

Il coraggio che rimuove troppo radicalmente il dolore avvelena questo e noi stessi.

L’infanzia e la vecchiaia non solo si ricongiungono ma sono i due stati più profondi che è dato di vivere.

È dai fatti e dai gesti più banali che si deve cominciare a delineare un personaggio, come uno schizzo a grandi linee.

Per gli psicologi l’oblio nasconde sempre un segreto: questi analisti si rifiutano di affrontare il vuoto desolato.

Ho sempre pensato che la musica dovrebbe essere soltanto silenzio, il mistero del silenzio che cerca di esprimersi.

In genere, a guardare spassionatamente, nella famiglia c’è molta più ostilità, tirannia, specialmente contro i figli, che amore, tenerezza, comprensione.

L’amicizia è prima di tutto certezza, ed è questo che la differenzia dall’amore. È anche rispetto, e accettazione totale di un altro essere.

Le cose, nella vita, non sono mai troppo precise; ed è mentire dipingerle nude, poiché non le vediamo mai se non in una nube di desiderio.

Noi abbiamo una sola vita: se anche avessi fortuna, se anche raggiungessi la gloria, di certo sentirei di aver perduto la mia, se per un solo giorno smettessi di contemplare l’universo.

L’ossessione del presente è caratteristica delle persone che vivono e pensano in modo convenzionale, dominati dalle mode. E così non si accorgono che tutto quello che è davvero importante nella nostra vita è uguale ieri come oggi.

Credo che la politica non sia la cosa più importante del mondo, anche se siamo tutti sue vittime. Ma un autobus può travolgermi oggi pomeriggio, e io posso morire così, non per questo però l’autobus è la cosa più importante.

Bisogna aver vissuto in una piccola città per sapere come i congegni della società vi giochino allo scoperto e fino a che punto i drammi e le farse della vita pubblica e privata vi siano messi a nudo.

L’entusiasmo non si comunica come attraverso una miccia. La polvere è lenta ad accendersi e non basta mettere la gente di fronte ad un bel paesaggio o ad un buon libro per farglieli apprezzare.

Si dice che il destino sia maestro nello stringere il cappio intorno al collo del paziente; che io sappia, è maestro soprattutto nello spezzare le fila.

Credo che in ogni vita ci siano periodi in cui un uomo esiste realmente, e altri in cui egli non è che un agglomerato di responsabilità, di fatiche e, per le teste deboli, di vanità.

Il nostro errore più grave è quello di cercare di destare in ciascuno proprio quelle qualità che non possiede, trascurando di coltivare quelle che ha.

Se, per miracolo, qualche secolo venisse aggiunto ai pochi giorni che mi restano, rifarei le stesse cose, persino gli stessi errori, frequenterei gli stessi Olimpi e i medesimi Inferi.

Quando tutti i calcoli astrusi si dimostrano falsi, quando persino i filosofi non hanno più nulla da dirci, è scusabile volgersi verso il cicaleccio fortuito degli uccelli, o verso il contrappeso remoto degli astri.

Ciascuno di noi ha più qualità di quel che non si creda, ma solo il successo le mette in luce, forse perché allora ci si aspetta di vederci smettere d’esercitarle.

Qualsiasi felicità è un capolavoro: il minimo errore la falsa, la minima esitazione la incrina, la minima grossolanità la deturpa, la minima insulsaggine la degrada.

Mi fa meraviglia che la maggior parte degli uomini abbia tanta paura degli spettri, mentre si acconsente così facilmente a parlare con i morti, in sogno.

Fondare biblioteche è un po’ come costruire ancora granai pubblici: ammassare riserve contro l’inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire.