Maurizio Zamparini, le frasi celebri del vulcanico presidente

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Maurizio Zamparini è un imprenditore attivo in svariati ambiti. Nato a Sevegliano (Udine) il 9 giugno 1941, diviene un personaggio mediatico, soprattutto in ambito sportivo, dopo che diventa proprietario del Palermo Calcio (dal 2002 al 2018). Vulcanico, burbero e senza peli sulla lingua, si è imposto nel panorama calcistico come figura sui generis. Si ricorda inoltre la sua inclinazione a cambiare spesso commissario tecnico a stagione in corso. Da qui la nomea di ‘mangia allenatori’.

Di seguito è stato redatto un elenco di frasi cult di Maurizio Zamparini.

È naturale che Moggi si difenda ma non mi piace che tiri m…rda addosso alla gente e lui di m…rda ne ha fatta abbastanza.

Il passato è passato, guardiamo al futuro.

La Sicilia non si deve legare alla politica di Roma, ma alla politica mondiale.

Lotito soffre di delirio di onnipotenza. Prima di lui ne hanno sofferto Mussolini e Craxi.

L’Inter è la Banda Bassotti, sanno solo rubare. Moratti? Si definisce da solo, se non si vergogna lui.

Mi sono pentito di aver chiamato l’Inter Banda Bassotti. Al 90′ si dicono delle battute.

La mafia? A volte penso sia stata inventata per dare uno stipendio a quelli che fanno antimafia.

La squadra non era così sbagliata, solo che abbiamo avuto per tanto tempo un allenatore perdente, Gian Piero Gasperini.

Allora squalificheranno tutte le società di Serie A e B e il campionato se lo farà Abete.
(Dopo l’inibizione di un anno per violazione del regolamento agenti di calciatori)

Calciopoli è stata la lotta di un potere contro un altro potere: il nuovo ha cac­ciato il vecchio. E nulla è cambiato.

Roma a Thomas DiBenedetto? Io questi americani non li conosco, non so che gruppo sia, avrei preferito per la Roma un gruppo italiano forte.

Le dichiarazioni di Mario Monti su Scommessopoli? L’unica cosa indegna in questo Paese è che uno come Monti osi dire quello che ha detto. L’unica persona indegna è Lui che ci sta massacrando, sta distruggendo l’Italia.

Questo calcio è marcio, calciopoli del 2006 è solo la punta dell’iceberg. Io l’avevo detto in tempi non sospetti. E questa delle scommesse è una storia triste, frutto della nostra non cultura. La cosa grave è che siano emersi anche nomi di calciatori.

In Inghilterra si scommette su ogni cosa, ma tutto avviene in ambito legale. Chi parlava di calcio pulito, dopo il sommario processo del 2006, dovrebbe aprire gli occhi.

Avete visto la scena che ha fatto Blatter con i buu razzisti a Balotelli? Come se noi fossimo razzisti. Il vero razzista è lui, ma non vedete come ci guarda dall’alto verso il basso? Ma non vi ricordate che quando abbiamo vinto il Mondiale non ci ha voluto premiare? Come si chiama uno che detesta gli italiani? Bisogna dire le cose come stanno.

Avevo un sentore su questa vicenda pensavo che la Procura facesse verifiche, ma non che lo indagasse per estorsione. I calciatori del Sud hanno amicizie con persone di tutti i tipi. Chissà a quanti balordi avrò dato la mano e con quanti di loro mi sarò fatto fotografare. In ogni caso, pensavo comunque che Miccoli avrebbe fatto bene ad andare via da Palermo.

Ferrero è folle. Non ho mai minacciato di morte nessuno, ho i messaggi conservati. Lo denuncerò e presenterò tutto in Federazione. Gli ho detto solo di non parlare con Barreto mentre discutevamo il rinnovo e gli ho scritto “Bravo, ti aspetto sulla riva del fiume”. Questa non è certo una minaccia!

Di tanti di questi esoneri mi sono pentito. Ho avuto grandi allenatori come Guidolin, Del Neri, Zaccheroni, Prandelli, Spalletti e ne dimentico altri. Il problema è che i miei ds mi hanno sempre riferito che le colpe erano degli allenatori, tecnici che a volte richiamavo anche due volte… Mi auguro di non esonerarne neppure uno: qualcuno meritava questa decisione, altri no.

Ferrero è spassoso e ha un gran culo. Uno che arriva nel calcio senza capirci niente e si trova un grande allenatore come Mihajlović e una squadra terza in classifica dopo essere stata per anni in zona salvezza, magari rischia un delirio da onnipotenza e pensa di essere un Dio del calcio.

Quello che stai dicendo, Mughini, non è giusto. Scappare? Ma come si può scappare dalla Sicilia? La Sicilia è un’isola felice! Ogni siciliano vero vorrebbe viverci ma spesso per motivi lavorativi, purtroppo è impossibile. Mi sorprendo di te, siciliano, che ti accontenti di vivere a Torino o a Roma e non hai voglia di Sicilia. Lì si vive bene. C’è una cultura incredibile. Palermo è stata una capitale durante il dominio arabo e normanno. Io non vivo in Sicilia perché sono attaccato al Friuli che è la mia terra, ma un siciliano che non vuole stare in Sicilia non lo capisco.

A Galliani va bene così, lui è un manager, come lo era Giraudo: non glie­ne frega niente di vincere con un rigore che non c’è, non gliene frega niente se il Cesena fallisce perché tutti i soldi ven­gono dati al Milan. Quando arrivò la manna dei diritti televisivi, ci fu un grande scontro. Alla fine ci accordam­mo nella distribuzione dei quattrini. Bi­sognava, però, decidere la divisione del­le spese. Sa cosa avvenne? Che la divisio­ne fu in parti uguali: chi incassava di più pagava nella stessa misura di chi incas­sava molto, molto meno.

La nuova difesa di Moggi vuole dimostrare che tutti telefonavano. Anch’io quest’anno ho parlato con Nicchi e con Collina, ma non per chiedere favori, certe telefonate aiutano a far crescere la classe arbitrale. Dipende dal tenore delle telefonate. Io non ho mai chiesto qualcosa di illecito. Non sono le cose esteriori che fanno la differenza. Ero io che dicevo a Foschi [d.s. del Palermo] di chiamare, perché all’epoca c’era un sistema che si organizzava per vincere e una non organizzazione che era condannata a perdere. Chiamava anche Facchetti, che era una persona da me conosciuta in Lega, quando eravamo consiglieri. Lo ricordo come una persona di una correttezza e di una squisitezza formidabili.