Nicolás Gómez Dávila, gli aforismi dello scrittore

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Nicolás Gómez Dávila è stato uno scrittore, filosofo e aforista colombiano vissuto tra il 1913 e il 1994. La sua opera, costituita per la maggior parte di aforismi, è stata riconosciuta a livello internazionale solo dopo la sua morte.

Portatore di un pensiero fortemente reazionario, l’autore colombiano ha scritto ed elaborato aforismi che affrontano una gran molteplicità di argomenti: dalla filosofia alla teologia passando per l’arte e l’estetica, fino alla storia e alla letteratura.

In questa pagina si riporta un ricco elenco con alcune frasi celebri di Nicolás Gómez Dávila.

Il corpo è favola dell’anima.

Amare è fare la ronda senza posa intorno all’impenetrabilità di un essere.

La personalità di questi tempi è la somma di ciò che fa colpo sugli stupidi.

Tutto ci sembra caotico tranne il nostro disordine.

Chiunque ha il diritto di essere stupido, ma non di esigere che veneriamo la sua stupidità.

L’umanità crede di rimediare ai propri errori ripetendoli.

L’uomo vive dei suoi problemi e muore delle sue soluzioni.

È sufficiente l’impatto di un verso per far esplodere i detriti che seppelliscono l’anima.

A certe stupidaggini si può ribattere adeguatamente solo con una stupidaggine ancora più grottesca.

La prolissità non è un eccesso di parole, ma una carenza di idee.

Delle persone che amiamo ci basta l’esistenza.

Gli esempi concreti sono i carnefici delle idee astratte.

La forma sublime del disprezzo è il perdono.

Adattarsi è sacrificare un bene remoto a un bisogno immediato.

L’uomo più disperato è solamente colui che meglio nasconde la sua speranza.

La stampa non vuole informare il lettore, ma convincerlo che lo sta informando.

La società del futuro: una schiavitù senza padroni.

Aver ragione è una ragione in più per non aver successo.

Invecchiare con dignità è un compito da svolgere istante per istante.

Ci sono uomini che alla loro intelligenza fanno visita, e altri che vi dimorano.

Il popolo non elegge chi lo cura, ma chi lo droga.

Il vizio che affligge la destra è il cinismo, quello che affligge la sinistra è la menzogna.

Il male, come gli occhi, non vede se stesso. Tremi colui che si vede innocente.

Alla mente da lei prescelta l’intelligenza dona tutto, tranne la certezza di essere intelligente.

Il mondo dei sensi è una molecola di polvere in un torrente di acque invisibili.

La libertà non è la meta della storia, ma la materia con cui essa lavora.

Vivere è l’unico valore della modernità. Perfino l’eroe moderno muore esclusivamente in nome della vita.

La libertà non è un fine, è un mezzo. Chi la scambia per un fine, quando la ottiene non sa che farsene.

Ammettere di buon grado che le nostre idee non hanno motivo di interessare chicchessia è il primo passo verso la saggezza.

I Vangeli e il Manifesto del partito comunista sbiadiscono; il futuro del mondo appartiene alla Coca-Cola e alla pornografia.

Istruire non è indicare soluzioni, ma rivelare problemi.

Basta un briciolo di perspicacia per diffidare delle proprie idee senza per questo affidarsi alle idee altrui.

Da quando la religione si secolarizza, come unico testimone di Dio rimane Satana.

Il riso amabile e compiacente è una prostituzione dell’anima.

La modernità risolve i suoi problemi con soluzioni ancora peggiori dei problemi.

Borghesia è qualunque insieme di individui scontenti di ciò che hanno e soddisfatti di ciò che sono.

Chi cerchi di educare e non di sfruttare, si tratti di un popolo o di un bambino, non gli parla facendo la vocina infantile.

L’uomo moderno non ama, si rifugia nell’amore; non spera, si rifugia nella speranza; non crede, si rifugia in un dogma.

Chi sopprime le segrete connivenze tra i propri amori e i propri odi diventa un fanatico che incede tra schemi.

Sarebbe interessante verificare se c’è mai stata predica che non sia sfociata in assassinio.

La verità nasce nell’anima che si agita in mezzo al silenzio delle cose.

Ciò che la ragione giudica impossibile è l’unica cosa in grado di appagare il nostro cuore.

Compito dell’immaginazione è la redenzione della realtà.

Da sempre, in politica, patrocinare la causa del povero è stato il mezzo più sicuro per arricchirsi.

Dopo aver screditato la virtù, questo secolo è riuscito a screditare anche i vizi.

Basta la grazia imprevista di un sorriso intelligente a far volare via gli strati di tedio depositati dai giorni.

I conflitti interiori rompono la crosta di indifferenza che l’anima oppone alle verità che l’assediano.

Sono pochi quelli che non si scoraggiano quando smettono di credere alle menzogne.

Solo lo stupido sa esattamente perché crede o perché dubita.

L’amore per il popolo è vocazione aristocratica. Il democratico lo esercita soltanto in periodo elettorale.

Al volgo non interessa essere libero, ma credersi tale.

La morte di Dio, è una falsa notizia messa in giro dal diavolo che mentiva sapendo di mentire.

L’artista coglie nel segno per ragioni che ignora.

Mille sono le verità, uno solo l’errore.

L’individualismo moderno si riduce a reputare personali e proprie le opinioni condivise da tutti.

Dio è la condizione trascendentale dell’assurdità dell’universo.

Chiunque non confidi nell’uomo è, in fondo, un cristiano.

Lo stile è un ordine cui l’uomo sottomette il caos.

Le verità passano, lo stile dura.

Tutte le dimostrazioni deludono, come tutti i sogni realizzati. L’incertezza è il clima dell’anima.

Il popolo sopporta di essere derubato, purché non si smetta di adularlo.

Una convinzione che non poggi su palafitte scettiche sprofonda.

La più grande astuzia del male è travestirsi da dio domestico e discreto, familiare e rassicurante.

Lo stupido si interessa delle idee altrui solo quando sfiorano le sue tribolazioni personali.

L’arte non annoia mai perché ogni opera è un’avventura senza preliminari garanzie di riuscita.

L’uomo preferisce discolparsi con la colpa altrui piuttosto che con la propria innocenza.

La banalizzazione è il prezzo della comunicazione.

La legge è forma giuridica del costume oppure sopraffazione della libertà.

Vive la sua vita solo chi la osserva, la pensa e la dice: gli altri, è la vita che li vive.

Basta guardare chi ci insulta per saperci vendicati.

I libri non sono strumenti di perfezione, ma barricate contro il tedio.

Oggi a partecipare si finisce per essere complici.

Il cattolico autentico non sta al di qua ma al di là della bestemmia.

Chiamare ingiustizia la giustizia è la più diffusa delle consolazioni.

L’interlocutore incoerente è più irritante dell’interlocutore ostile.

Appartengono alla letteratura tutti i libri che si possono leggere due volte.

Il modo in cui certuni predicano i valori spirituali fa automaticamente dubitare della loro rettitudine.

Pensare come i nostri contemporanei è la ricetta della prosperità e della stupidità.

Il più grande errore moderno non è l’annuncio della morte di Dio, ma l’essersi persuasi della morte del diavolo.

Il ridicolo è il tribunale supremo della nostra condizione terrena.

Il socialismo è la filosofia della colpa altrui.

L’adolescente non perdona gli scrittori letti da suo padre.

Lo stupido, non comprendendo l’obiezione che lo confuta, si sente da essa rafforzato.

La legge è l’embrione del terrore.

La ragione è una mano premuta sul petto a placare il battito del nostro cuore disordinato.

Per cogliere nel segno è necessario contraddirsi. Perché l’universo è contraddittorio.

L’uomo ama solo chi adula, ma rispetta solo chi lo insulta.

I libri più intelligenti dicono le stesse cose dei libri più stupidi, solo che gli autori sono diversi.

Ogni individuo con ideali è un potenziale assassino.

La tecnica mutila ogni desiderio che soddisfa.

L’uomo di sinistra si crede generoso perché le sue mete sono confuse.

Ogni religione altrui oscilla tra il ridicolo e il diabolico.

Per meschina e povera che sia, ogni vita possiede istanti degni di eternità.

La frase deve avere la durezza della pietra e la trepidazione del ramo.

Il mondo è un’intenzione infranta che l’animo nobile tenta di restaurare.

L’estetica non può dare ricette: non ci sono metodi per fare miracoli.

Le idee si concedono solo a chi le tocchi come corpi nudi.

Le architravi secolari poggiano sulle spalle solitarie.

L’intelligenza si inventa coerenze per dormire sonni tranquilli. Fin quando non irrompe l’assurdo.

Le incertezze del maestro sono le certezze del discepolo.

Le perversioni sono diventate parchi suburbani frequentati in famiglia dalle moltitudini domenicali.

Le prove dell’esistenza di Dio abbondano per chi non ne ha bisogno.

Lo scetticismo è l’umiltà dell’intelligenza.

Lo Stato moderno fabbrica le opinioni che poi raccoglie rispettosamente sotto il nome di opinione pubblica.

Rifiutare di stupirsi è il contrassegno della bestia.

Lo sguardo disinfettante dell’intelligenza è l’unica profilassi contro le purulenze della vita.

L’uomo moderno è un prigioniero che si crede libero perché evita di toccare i muri della cella.

La serenità è il frutto della rassegnazione all’incertezza.

Nessuno sa esattamente cosa vuole finché il suo avversario non glielo spiega.

Non c’è fraternità politica che valga un odio condiviso.

Ogni civiltà è un dialogo con la morte.

Lo psicologo abita i sobborghi dell’anima, come il sociologo la periferia della società.

Per sfidare Dio l’uomo gonfia il proprio vuoto.

Non potendo parlare sempre della morte, tutti i nostri discorsi sono banali.

Quando si è giovani si teme di passare per stupidi; nell’età matura si teme di esserlo.

Rassegnarsi all’errore è il principio della saggezza.

Chi denuncia i limiti intellettuali dei politici dimentica che tali limiti sono la causa dei loro successi.

Quanto più l’uomo crede di essere libero, tanto più facile è indottrinarlo.

Limitando il nostro uditorio limitiamo i nostri passi falsi. La solitudine è l’unico arbitro incorruttibile.

Chi si ostina a voler capire più di quel che c’è da capire capisce meno di tutti.

L’amore è l’atto che trasforma il suo oggetto da cosa in persona.

Quanto più gravi sono i problemi, tanto maggiore è il numero di inetti che la democrazia chiama a risolverli.

L’amore è l’organo con cui percepiamo l’inconfondibile individualità degli esseri.

Ritenere di non avere pregiudizi è il più comune dei pregiudizi.

Solo delle cause perse si può essere partigiani irriducibili.

Una frase perfetta può cadere nell’oblio, ma è scampata alla morte.

Il ponte tra la natura e l’uomo non è la scienza, ma il mito.

La vera arte di questo secolo è una indagine del vuoto, un inventario dell’assenza.

Il politico, in una democrazia, si muta in buffone del popolo sovrano.

I libri seri non istruiscono, interrogano.

L’artista contemporaneo si ribella alla borghesia per venderle più care le proprie opere.

Le idee ci tradiscono se non le tradiamo prima noi. Dobbiamo essere fedeli soltanto alla complessità delle cose.

Le rivoluzioni sono perfette incubatrici di burocrati.

Maturare è scoprire l’altra faccia delle cose.

Scala spirituale ascendente: Avere idee senza essere intelligente. Non avere idee né essere intelligente. Non avere idee ma essere intelligente. Avere idee ed essere intelligente.