Orhan Pamuk, le 15 citazioni dello scrittore turco

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Orhan Pamuk è uno scrittore turco, insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 2006. Si tratta del primo autore turco ad aver ricevuto la prestigiosa onorificenza. Nato ad Istanbul nel 1952, lo scrittore ha saputo ben rappresentare nei suoi scritti la sua terra d’origine, con le sue tradizioni e le sue contraddizioni.

I suoi romanzi, tradotti in oltre 40 lingue, hanno conquistato il cuore di milioni di lettori in tutto il mondo. Tra i suoi lavori spiccano titoli come Neve, Il museo dell’innocenza e La donna dai capelli rossi.

Ecco di seguito alcune delle frasi più belle tratte dalle opere di Orhan Pamuk.

I cani parlano, ma solo a chi sa ascoltarli.

È l’amore che fa diventare sciocche le persone o sono solamente gli sciocchi a innamorarsi?

La Sicilia? Scusate, sarei dovuto venire in questa isola splendida cinquanta anni fa, devo recuperare.

Quello sguardo aveva sempre un unico significato, noto a tutti gli apprendisti: se non sogni il tempo non passa.

I libri aggiungono all’infelicità dell’uomo una profondità che scambiamo per consolazione.

Possono succedere tante cose nella vita, eppure si perde tempo ad aspettare.

L’uomo in realtà non cerca il sorriso nel disegno della felicità, ma la felicità nella vita.

Abbiamo tutti più di un padre in questo paese. Il governo, Dio, il sultano, il padrino… Senza un padre, in Turchia non si può vivere.

Istanbul non porta la tristezza come “una malattia temporanea”, oppure “un dolore di cui liberarsi”, ma come una scelta.

Ma l’amore dev’essere una cosa che non va capita con la razionalità di chi come me fa continuamente funzionare il cervello per difendersi. Ma con l’irrazionalità.

Fino ai 45 anni ero uno scrittore turco che viveva a Istanbul e scriveva dell’umanità. Adesso sono l’icona di Istanbul. Questa consapevolezza non mi fa felice, ma è vero, ora io arrivo all’umanità tramite Istanbul.

Il muro è qualcosa davanti al quale non bisogna fermarsi. Il modo migliore per evitare un muro è comportarsi come se questo non esistesse, avendo ben presente che esiste, ma non facendosi condizionare dalla sua presenza.

Sono soprattutto gli uomini forti come leoni a perdere il controllo quando incontrano la morte. È per questo che i campi di battaglia… non puzzano, come si crede, di sangue, polvere da sparo e armature arroventate, ma di merda e carne putrefatta.

Sono due città simili, Napoli come Istanbul si è lasciata il suo antico splendore alle spalle… ma mentre a Napoli c’è ancora traccia del passato, nei musei, nei palazzi, nelle strade, a Istanbul tutto è andato bruciato, distrutto… Eravamo troppo occupati a sopravvivere.

A Istanbul, a differenza di quanto succede nelle città occidentali con le vestigia dei grandi imperi del passato, i monumenti storici non sono reliquie protette ed esposte come in un museo, opere di cui ci si vanta con orgoglio. Qui le rovine convivono con la città. Ed è questo ad affascinare viaggiatori e scrittori di viaggi.