Piero Angela, 26 frasi del noto divulgatore scientifico

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Non è solo uno dei volti più noti della televisione italiana, Piero Angela è soprattutto un grande divulgatore scientifico, uno scrittore e un giornalista. Nato a Torino nel 1928, Angela ha iniziato la sua carriera come cronista radiofonico per poi passare alla tv.

Proprio per il piccolo schermo, il celebre conduttore ha ideato e presentato trasmissioni di divulgazione scientifica in stile anglosassone. Tra i suoi programmi più famosi e apprezzati dal pubblico ci sono Quark, SuperQuark e Ulisse, quest’ultimo ideato e condotto insieme al figlio Alberto che ha seguito le orme del padre.

In questa pagina troverete alcune delle più celebri citazioni di Piero Angela.

La creatività è soprattutto la capacità di porsi continuamente delle domande.

Bisogna vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo, ma anche come se fosse il primo.

La morte è l’unico mistero che ancora non ho esplorato.

Vi sono tre cose importanti: parlare molto, ripetere e spiegare.

Ormai Alberto non è più il figlio di Piero Angela, sono io a essere suo padre.

Il bene e il male sono due simboli. In realtà le cose sono un po’ più complicate.

Il peggior nemico della cultura è la noia, la mancanza di chiarezza, o l’assenza di creatività.

Il mio corpo è come una macchina: il motore avrà anche 80.000 chilometri, ma il guidatore ha solo 45 anni.

Nel nostro Paese, così come non si premia il merito, non si punisce chi trasgredisce.

Ogni volta che si insegna qualcosa a un bambino gli si impedisce di scoprirla da solo.

La razionalità è sempre stata minoritaria, ma è una battaglia che vale la pena di combattere.

Gli individui che incontrano il maggior successo, e non solo con le donne, solitamente sono forti dentro e cortesi fuori.

Il nostro cervello è fatto in modo che l’attenzione sia tanto più alta quanto più un avvenimento suscita emozioni.

Abbiamo vissuto. Ci sono quelli che non sono mai nati. Noi per millenni non siamo mai nati. Non nasceremo più, forse.

Qualcuno ha detto che il tirannosauro in pratica è una bocca che cammina su due zampe e qualcosa di vero c’è.

Bisogna storicizzare sempre le decisioni giuste o sbagliate, o gli errori che si sono commessi.

La buona educazione consiste non soltanto nel comportarsi bene, ma anche nel fare in modo che gli altri si comportino bene.

Pazzie per una donna? No. Quando leggo di questi drammi passionali mi rendo conto quanto siano cose lontane dalla mia mentalità.

Siamo stati vaccinati fortemente da vent’anni di fascismo e prima ancora da società molto chiuse. La patria ha dato tante delusioni.

C’è un concetto di base nella scienza: ogni scoperta, ogni invenzione è sempre il frutto di ricerche precedenti che hanno preparato il terreno.

Perché se uno cerca di capire le cose, capire anche gli altri, la diversità, le ragioni degli altri, allora riesce anche a gestire meglio le proprie pulsioni.

Per capire prima io le cose, percorro una strada in salita, una strada difficile, tra le spine. Proprio perché mi rendo conto della difficoltà, ai miei lettori, questa strada cerco di fargliela percorrere in discesa, tra le rose.

Nelle scuole italiane si insegnano le materie scientifiche, ma non si insegna quasi mai la scienza, ovvero le regole di base che permetterebbero di capire se chi annuncia di aver fatto una scoperta è credibile o no.

La ricerca è la vera macchina della ricchezza, una ricchezza che la politica spesso si è limitata a redistribuire: ma solo se produci tanto e bene puoi abbassare le tasse.

Faccio divulgazione scientifica da quasi cinquant’anni, e ogni volta è sorprendente rendersi conto che più escono cose dalla scatola della conoscenza più se ne creano dentro, in continuazione, di nuove.

La scienza ha questo di bello: che unisce le generazioni, perché le regole non cambiano, come le mode, da una generazione all’altra, ed è un percorso di conoscenza lungo il quale tutti possono inoltrarsi, a condizione, naturalmente, che il racconto sia fatto in modo chiaro e comprensibile.