Pippo Baudo: le 20 frasi storiche del decano dei conduttori tv italiani

  • Commenti disabilitati su Pippo Baudo: le 20 frasi storiche del decano dei conduttori tv italiani
  • Autori / Spettacolo

Pippo Baudo è un celebre conduttore italiano. Nato vicino a Catania nel 1936, Baudo ha esordito sul piccolo schermo agli inizi degli anni ’60 e in poco tempo è diventato uno dei personaggi più amati dal pubblico della televisione italiana.

Nel corso della sua fortunata carriera, il noto conduttore è stato al timone di trasmissioni come Canzonissima, Domenica In e Fantastico. Baudo detiene inoltre il record di conduzioni del Festival di Sanremo, avendolo presentato 13 volte tra il 1968 e il 2008.

In questa pagina troverete le frasi più belle e le battute più celebri di Pippo Baudo.

Questo lavoro si fa soltanto quando si è felici.

L’audience influisce anche sulle amicizie.

Dire conflitto d’interessi è diventato come dire ‘un attimino’.

Svolgevamo un autentico ruolo sociale: la Rai contribuì a unificare l’Italia più che le autostrade.

Ora la vita si è allungata, non era giusto escludere i sessantenni dalla giuria. (Festival di Sanremo 2002)

La televisione la gente se la va a cercare a qualsiasi ora: basta che sia fatta bene.

Sono una spalla produttiva, passo il mio sudore e le battute.

Si è giovani perché si ha un’età. E poi si ha un’altra età e si va verso un’altra stagione.

La politica in tv è diventata invadente, ogni cosa viene valutata in base alle ricadute elettorali che può avere. Domina il “politichese”.

La televisione è come una spugna: raccoglie tutto ciò che c’è sul pavimento e quando vai a spremerla esce fuori il succo della società.

A me, e a Bruno Vespa che conduceva insieme a me, hanno dato il premio TeleRatto 2011 per la peggior coppia televisiva. Ce lo siamo proprio meritato. Una coppia peggio di noi non si trovava.

Canzonissima? Una trasmissione che avrà quaranta milioni di telespettatori, ossia quanti italiani rimarranno a casa bloccati dalle restrizioni adottate per fronteggiare la crisi delle fonti energetiche.

La fine di Canzonissima? Hanno capito che si doveva smettere con le battaglie combattute sulla pelle dei cantanti e che come spettacolo la gara canora era finita da un pezzo.

La televisione è poco curata. La qualità è scadente. Funziona di più mettere 10 persone dentro una casa davanti a venti telecamere fisse e vedere cosa succede.

Parte della tv di oggi mira a fare esplodere la quizzomania, quattro domande idiote che fanno sentire intelligenti le persone a casa.

Un ospite che mi ha messo in difficoltà? Uno solo, Roberto Benigni, al quale però voglio troppo bene. La prima volta che venne in trasmissione, mentre ci riprendevano a mezzo busto, mi diede con la mano un colpo secco sui genitali che mi lasciò senza fiato.

La Sicilia ha bisogno di una rivoluzione culturale. Ha professionisti di altissimo livello, docenti, medici e architetti ma non si sporcano le mani facendo politica e l’hanno delegata a questi politici di professione.

Devo ringraziare Silvio Berlusconi che è stato un uomo di grandissima sensibilità, in quanto ha perfettamente capito il mio stato d’animo: chi lo dipinge come un duro spietato, dice una bugia, lui è una persona umanissima, che capisce tutto.

Viale Mazzini è una specie di carcere. Tante celle che si affacciano su lunghi corridoi. Quando ero in disgrazia nessuno usciva dalle celle a salutarmi. Adesso corrono fuori tutti festanti a dirmi benvenuto.

Stavo cenando al Dollaro, un ristorante milanese che costava 660 lire, l’equivalente di un dollaro appunto. Invece degli spaghetti, il cameriere portò una chitarra e cominciò a cantare. “Che voce!” pensai. Era Al Bano. Di giorno lavorava alla Breda, la sera ai tavoli. Gli dissi di venire in Rai il mattino dopo.