Proverbi romani e laziali

Da ogni angolo del mondo quando si pensa all’Italia non si può fare a meno di immaginare le sue meraviglie. Quale luogo custodisce tesori dal valore inestimabile se non il Lazio con Roma Capitale? La tradizione romana è ricca di personaggi, storie e aneddoti che sono diventati il simbolo di un popolo gioviale ma anche coraggioso e determinato, in una parola unico davvero.

I romani sono riconosciuti ovunque per il loro spirito goliardico, la loro voglia di fare “caciara” e divertirsi in compagnia. Questo tratto della “romanità” è ben espresso nei proverbi e nei modi di dire locali che sono resi ancora più caratteristici dall’uso del dialetto romanesco.

Ecco qui di seguito una ricca lista di proverbi della trazione romana e laziale che ben ne rappresentano la veracità.

 

La cammisa de gliu pòvere se la spàrtene glie pezziente.

(La camicia del povero se la spartiscono i pezzenti)

Morto ‘n papa se ne fa un antro.

(Morto un Papa se ne fa un altro)

Ognuno co’ ‘a farina sua ce fa li gnocchi che je pare.

(Onguno con la sua farina fa gli gnocchi che vuole)

Se er vino nu lo reggi, l’uva magnatela a chicchi.

(Se non reggi il vino mangiati l’uva a chicchi)

Er cane mozzica sempre a ‘o stracciarolo

(Il cane morsica sempre il povero)

Chi c’ha i quattrini nun c’ha mai torto.

(Chi ha i soldi non ha mai torto)

Anni e bbicchieri de vino nun se conteno mai!

(Gli anni e i bicchieri di vino non si contano mai)

L’onore e la salute nun se venneno in spezieria.

(L’onore e la salute non si vendono al mercato)

Li mejo bocconi sò der coco

(I bocconi migliori sono del cuoco)

Moje che se ggira ar fischio, p’er marito è solo rischio.

(Moglie che si gira al fischio, per il marito è solo un rischio)

A l’omo de poco faje accenne er foco

(L’uomo che vale poco può solo accendere il fuoco)

Quanno te sveji co’ quattro palle, er nemico è alle spalle

(Quando ti svegli con quattro palle, il nemico è dietro di te)

Fra ccani nun se mozzicheno

(Cane e cane non si mordono)

Sacco voto nun s’aregge dritto

(Sacco vuoto non rimane in piedi)

Chi mena pe’ pprimo mena du’ vorte

(Chi picchia per primo picchia due volte)

L’unica cosa bella de Milano è er treno pe’ Roma.

(L’unica cosa bella di Milano è il treno per Roma)