Rafael Nadal: frasi e dichiarazioni famose del re della terra battuta

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Rafael Nadal Parera, detto semplicemente Rafa Nadal, nasce a Manacor il 3 giugno 1986 ed è un tennista spagnolo, tra i più forti della storia. Contraddistinto da uno stile di gioco potente, compatibile su tutte le superfici, detiene il record di vittorie sulla terra rossa. Da qui il soprannome The King of Clay (Il Re della terra battuta). Attualmente ha vinto 17 titoli del Grande Slam, una medaglia d’oro olimpica nel singolare e una medaglia d’oro olimpica nel doppio, 33 tornei ATP Masters 1000, 20 tornei ATP 500, 9 tornei ATP 250 e 4 Coppe Davis con la sua nazionale.

Di seguito è stato stilato un elenco di frasi famose di Rafa Nadal, eterno rivale di Roger Federer.

C’è così tanta competizione al momento, ed è chiaro che o migliori o sei morto.

Senza salute, non esiste lo sport.

Nel tennis nessuna palla è uguale a quella che la precede.

Federer? Passiamo molte ore negli spogliatoi ogni giorno, e parliamo perché siamo due persone normali.

Che tu vinca o perda in un certo match può dipendere da piccole cose che a volte sono oltre il tuo controllo.

I media francesi sono troppo ossessionati dal tema doping per quanto riguarda l’ambiente spagnolo.

Io cambierei l’altezza della rete. La gente vuole punti appassionanti, non scambi velocissimi.

Roger non può nemmeno essere paragonato a Roddick o agli altri: è troppo più completo e ricco di inventiva, è troppo superiore, un vero numero uno.

È vero, ho affermato di avere meno passione per il tennis. Posso però dire di essermi espresso male, perché volevo far intendere che dopo anni e anni ci si stanca ad essere lì in campo settimana dopo settimana.

In carriera si hanno momenti buoni e cattivi, la cosa importante è avere la mentalità sufficiente per continuare a lavorare giorno per giorno con umiltà cercando di essere un giocatore migliore di prima.

L’immagine sono le persone a crearla, esse decidono di vedere ciò che desiderano vedere. Ma io quando gioco non penso all’immagine che offro, sono lì per lottare fino in fondo.

Per me è fondamentale avere qualcuno così forte e talentuoso là davanti. Roger è un tennista molto più completo di me: per batterlo ho dovuto migliorarmi, alzare l’asticella del mio tennis, tirare fuori il meglio.

Purtroppo ci muoviamo in un mondo di business, di soldi, ed è più facile mantenere il cemento invece che terra o erba. Lo sport di muove in questa direzione, la mia sensazione è che sia sbagliata, ma è una opinione singola.

Ho perso delle partite che sarebbero potute andare in modo diverso, ma io sono umano e quindi queste cose possono succedere.

Sarebbe bello se la gente e i media capissero che la nostra rivalità è positiva, senza tensione o cattiveria, ma con soprattutto tanto rispetto. Io, per esempio, quando ho visto vincere Roger a gennaio gli Australian Open mi sono emozionato e ho pianto con lui davanti alla televisione.

La cosa che più mi impressiona di Roger è la facilità che ha nel fare le cose più difficili, come colpisce la palla avanti e bene in qualsiasi parte del campo si trovi e qualsiasi sia la forza della palla. Anche io sto cercando di farlo, ma è una qualità che non alleni, è un talento importante che hai dalla nascita.

La mentalità vincente. Nel tennis ti trovi mille volte indietro, 5-4, 6-5, ma devi lottare, diventare ancor più aggressivo, non avere paura… è da quando avevo 8 anni e vinsi i campionati delle Baleari under 12 che sono sempre stato così…

Il silenzio è quello che ti colpisce quando giochi sul centrale a Wimbledon. Fai rimbalzare la palla lentamente sul morbido tappeto erboso, la lanci in aria per servire, la colpisci e senti l’eco del colpo. E di ogni colpo successivo: clac, clac; clac, clac. L’erba tagliata con cura, la ricca storia dell’antico stadio, i giocatori vestiti di bianco, gli spettatori rispettosi, la venerabile tradizione, nessun cartellone pubblicitario in vista: tutti questi elementi ti proteggono dal mondo esterno.