René Magritte, le migliori frasi del pittore belga

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René Magritte è stato un celebre pittore belga vissuto tra il 1898 e il 1967. L’artista è considerato tra i maggiori esponenti del Surrealismo. Soprannominato le saboteur tranquille, Magritte si serviva dell’arte e della tecnica del trompe l’oeil per mostrare il mistero indefinibile della realtà.

Tra le sue opere più celebri, caratterizzate dal cosiddetto ‘illusionismo onirico’, ci sono dipinti come Gli amanti, La voce dei venti, L’impero delle luci e La battaglia delle Argonne.

In questa pagina si riporta un ricco elenco con alcune della frasi più belle di René Magritte.

I sogni non vogliono farvi dormire, al contrario, vogliono svegliare.

Il mio solo desiderio è di arricchirmi di nuovi pensieri esaltanti.

Il mio unico desiderio quello di sentire il silenzio del mondo.

Essere surrealista significa bandire dalla mente il già visto e ricercare il non visto.

Bisogna che la pittura abbia una funzione diversa dalla pittura.

Ogni uomo ha diritto a 24 ore di libertà al giorno.

Io cerco di trasformare in materia l’insensibile.

Io utilizzo la pittura per rendere visibile il pensiero.

L’arte di dipingere è l’arte di pensare.

La libertà è la possibilità d’essere e non l’obbligo d’essere.

La realtà non è mai come la si vede: la verità è soprattutto immaginazione.

Nella vita tutto è mistero.

Un oggetto non svolge mai la stessa funzione del nome o della sua immagine.

Il linguaggio dell’autenticità dà alle parole significati che non hanno mai avuto prima.

Il valore reale dell’arte è in funzione del suo potere di rivelazione liberatrice.

La parola “Dio” non ha senso per me, ma io la restituisco al mistero, non al nulla.

I titoli dei quadri non sono spiegazioni e i quadri non sono illustrazioni.

Tutto nelle mie opere nasce dal sentimento e dalla consapevolezza che noi apparteniamo a un universo enigmatico.

Il mondo è così totalmente e meravigliosamente privo di senso che riuscire ad essere felici non è fortuna: è arte allo stato puro.

La poesia non ha nulla a che fare con la versificazione. Consiste in ciò che si trova nel mondo, al di qua di quanto ci è permesso di osservare.

Uno studioso al microscopio vede molto più di noi. Ma c’è un momento, un punto, in cui anch’egli deve fermarsi. Ebbene, è a quel punto che per me comincia la poesia.

Ed è così che vediamo il mondo: lo vediamo come al di fuori di noi anche se è solo d’una rappresentazione mentale di esso che facciamo esperienza dentro di noi.

Chi oserebbe pretendere che l’immagine di una pipa è una pipa? Chi potrebbe fumare la pipa del mio quadro? Nessuno. Quindi, non è una pipa.

La mente ama l’ignoto. Ama le immagini il cui significato è sconosciuto, poiché il significato della mente stessa è sconosciuto.

Non dipingo: utilizzo oggetti che hanno l’apparenza di quadri, perché il caso ha fatto sì che questa forma espressiva convenisse meglio ai miei sensi.

Non credo che l’uomo decida nulla, né il futuro né il presente dell’umanità. Penso che noi siamo responsabili dell’universo, ma questo non significa che decidiamo qualcosa.

Detesto il mio passato e quello degli altri. Detesto la rassegnazione, la pazienza, l’eroismo di professione e tutti quei bei sentimenti obbligatori.

Nessuna persona sensata crede che la psicoanalisi potrebbe chiarire il mistero del mondo. La natura del mistero è tale da annichilire la curiosità. La psicoanalisi non ha nulla da dire neppure sulle opere d’arte che evocano il mistero del mondo.